Si sente spesso dire, soprattutto dai più appassionati, quanto un libro sia in grado di salvare la vita delle persone. Non si parla di una cura fisica, quanto di quella dell’animo, che può essere sanato dallo scorrere di determinate parole, che dagli occhi passano alla mente e infine al cuore.
Questo è ciò che capita a Anne-Lise Briard, lettrice incallita che non può addormentarsi senza prima aver letto qualche pagina di uno scritto. Solo che il libro che le ruba l’attenzione oltre ad avere una trama che la colpisce nel profondo, ha una storia curiosa celata dietro all’identità dell’autore. Improvvisamente, le sue giornate si trasformano in una delle avventure di cui ha sempre fantasticato, attraverso degli scambi epistolari che possono far chiarezza sul viaggio che ha fatto quel dattiloscritto dalle mani del suo creatore fino a lei, a distanza di tanti anni.
“La lettrice della stanza 128” ha saputo toccarmi nel profondo fin dalle prime pagine. La narrazione epistolare, che copre l’intera opera, offre al lettore uno scorcio intimo sul punto di vista di ogni personaggio realizzato dall’autrice e la potenza delle parole scritte che ognuno di loro utilizza è tale da caratterizzarli senza necessità di una vera e propria descrizione. Ogni lettera porta avanti le indagini del percorso affrontato dal manoscritto, che ha insita in sé una sorta di magia che ha saputo cambiare in meglio le persone che l’hanno avuto tra le mani e che è riuscito a instaurare delle complicità speciali, tra gli sconosciuti che man mano si aprono attraverso le lettere. I pensieri prendono vita attraverso le parole, trasmettendo al lettore le sensazioni provate da ognuna di loro. Anche se stampate nel carattere standard dei libri, si possono immaginare differenti stili di scrittura, da quello più elegante a quello più frenetico, passando per un tratto più incerto a uno carico di decisione.
Il lavoro di Cathy Bonidan è per questo estremamente curato e preciso, trovo sorprendente come sia riuscita a trasmettere tutto attraverso un tipo di narrazione che non va per la maggiore. “La lettrice della stanza 128” mi ha assolutamente conquistato, dandomi speranza e forza attraverso vicende molto commoventi. È stata una lettura scorrevole e frenetica, tanto è stato il desiderio di venire a capo dei misteri, con un epilogo perfetto che non ha deluso le aspettative.