Carrozze, coltri di fumo e macchine a vapore caratterizzano la Londra Vittoriana in cui i fratelli Nicholas e Melinda sono immersi. Un tragico evento del passato li accomuna e li porta, raggiunta l’età adulta, ad intraprendere una curiosa carriera, aprendo una società d’investigazione volta a indagare sui casi irrisolti o risolti non con la giusta attenzione dalla polizia.
Ben presto le loro prodezze diventano note, fino al caso della scomparsa di Mr. Bammington. Il capo della polizia, Capitano Morris, liquida il tutto come un caso di suicidio. Ma i fratelli Hoyt osservano minuziosamente la scena del crimine, fino a etichettarla come omicidio. Chi la spunterà?
Dietro quello che potrebbe essere un classico libro giallo ispirato ai racconti di Arthur Conan Doyle, Alastor Maverick e L.A. Mely tessono le fila di una trama ben più articolata, caratterizzata dalle identità dei fratelli Hoyst che devono fare i conti con il loro passato, che non hanno mai dimenticato né del tutto superato, un po’ come i tanti casi d’investigazione che si sono trovati a trattare. La loro psiche, così come la crescita e maturazione, è condizionata da ciò che si annida tra i ricordi e dal sentirsi impotenti verso questo. Nonostante entrambi abbiano sviluppato doti di ragione e logica, è come se sfogassero in altri lati del loro carattere questa sofferenza inespressa. Quindi, ci ritroviamo di fronte a una Mel colma di rabbia e restia al ruolo che la società le impone in quanto donna e un Nicholas che cerca di mantenere costantemente il controllo attraverso un’incredibile dose di calma. Ma queste, a loro volta, sono solo delle corazze volte a nascondere ciò che c’è in profondità e che ora potrebbe finalmente venire allo scoperto.
I personaggi che ruotano attorno alle loro figure sono tutti ben delineati, realistici e molto affascinanti. Ho amato dal primo istante lo zio Hoyt, che con cura e amore estremi si prende cura dei libri della sua biblioteca. Ho trovato esilarante il Commissario Morris e i suoi tentativi d’ipotesi che non vanno mai a buon fine (in qualche modo mi ha ricordato Goro di Detective Conan).
L’ambientazione Steampunk, chi mi conosce lo sa bene, è tra le mie preferite in assoluto quando si tratta di letteratura. Ogni volta mi sembra di potermi immergere tra ingranaggi, mostri di metallo e corsetti vittoriani, che alleggeriscono quella che di fatto era l’aria pesante che si respirava data dai fumi delle industrie e dai primi mezzi di trasporto automatizzati. Non posso farci niente, adoro quell’atmosfera d’altri tempi a cavallo tra realtà e fantasia e nella loro opera gli autori sono riusciti alla perfezione nel rendere ogni elemento tipico appropriato per le giuste occasioni. Forse ciò che viene leggermente trascurato è proprio l’aspetto del giallo, in cui non ho percepito particolare tensione, dato anche da uno stile narrativo non improntato su questo. In ogni caso la risoluzione finale non è scontata, ho apprezzato che dietro anche questo aspetto ci fosse logica e impegno.
Chicca molto carina: in Appendice trovate delle ricette in tema che si possono replicare. Spero di avere occasione di farlo anche io, sembrano tutti piatti deliziosi!
Non chiudo di certo i battenti con la SteamBros Investigations, non vedo proprio l’ora di addentrarmi in un’altra delle loro avventure!
Se ancora non siete convinti, potete a leggere le due novelle a tema Halloween e Natale che personalmente ho adorato: “SteamBros Investigations – Halloween’s Hellgate” e “SteamBros Investigations – The First Christmas Carol”.