Blog Tour: “È così che deve andare” di Stefania Calvellini – Le protagoniste

“È così che deve andare” è una storia di amore, imprevedibilità e forza interiore.

La vicenda ruota attorno a due giovani donne, Alice e Veronica. In apparenza non hanno nulla in comune diversi chilometri separano le loro vite. Ma una cosa è certa: entrambe vivono con gioia, guardando al futuro e rincorrendo i propri sogni. Possono contare sul sostegno delle proprie famiglie, per qualsiasi cosa sanno di non essere sole.

Alice convive a Milano con l’uomo che ama e con cui crede condividerà ogni giorno. Vogliono sposarsi, allargare la famiglia e anche se il quotidiano non sempre è semplice vivono proiettati verso questi positivi progetti.

Veronica sprizza di gioia quando scopre di essere ammessa all’università di Venezia. Questo la porterà lontano dalla sua Modena e dai suoi famigliari, che con orgoglio la appoggiano, nonostante la distanza che li separerà. Ma la ragazza è convinta delle possibilità di carriera che le si presenteranno così facendo e anzi, è pronta ad impegnarsi anima e corpo per ottenere una delle prestigiose borse di studio.

Eppure, tutte e due si troveranno ad essere sole quando il dolore si presenta loro davanti, senza avvisare e scombinando ogni piano fatto fino a quel momento. Affrontare una grave malattia, così come un incidente stradale, disorienta e sconvolge a tal punto da non essere più in grado di ragionare con lucidità. Ci si chiude in sé stessi, tentando di tenere tutti e tutto all’esterno. Per proteggersi, ma anche per proteggere chi vorrebbe stare accanto.

Il dolore, spesso, unisce le persone nonostante la distanza, perché esperienze e sentimenti comuni creano un’empatia speciale che può davvero fare la differenza tra l’arrendersi e il ricominciare a vivere.

Così, Veronica e Alice si incontrano. In un modo talmente inusuale e particolare per cui saranno unite per sempre. Il dolore quando arriva è inspiegabile, ma è necessario affrontarlo per una nuova e decisiva svolta. I fatti succedono per una ragione, purtroppo è impossibile prevederli e impedirli. L’unica speranza è trovare uno spiraglio di luce per andare avanti, continuare a vedere la bellezza nel mondo e ammettere che le cose prendono una certa direzione per un motivo. Perché così devono andare.

Review Party: Recensione di “I gemelli Gheddafi” di Marco Ubezio

« Non sempre la luce svela, più spesso occulta. È più facile intuire i contorni di un’ombra nel buio che ciò che si cela dietro una maschera indossata alla luce del giorno. Giorno dopo giorno. »

Sullo sfondo di un efferato omicidio nel milanese, Matteo e Marco s’incontrano dopo anni di lontananza. La vita ha scelto per loro percorsi differenti, ma chi li conosce entrambi li ricorda come i Gemelli Gheddafi, amici inseparabili durante l’adolescenza, accomunati da esperienze sfrenate e discutibili.
Ora, avvocato il primo e stimato membro del Vaticano il secondo, si ritrovano di nuovo sul fronte comune per risolvere un caso di ricettazione di libri antichi, in cui è coinvolto e accusato Monsignore Renzo Rossi. Teo viene chiamato in causa come suo difensore e, in nome di quel vecchio legame, decide di prendere l’incarico.
Ma quello che poteva essere un semplice caso si complica e s’infittisce sempre di più, tra le vie che portano da Milano a Roma, dal nord al sud, e scavando nel profondo della vita del legale. Nel suo viaggio alla ricerca della verità, Marco veglierà su di lui come un manto protettivo, come a ringraziare Matteo per tutte quelle volte che da ragazzini i ruoli erano invertiti.
Il poliziesco orchestrato da Marco Ubezio traina con ritmo incalzante il lettore nei luoghi e nelle vicende da lui descritti. Se la trama orizzontale fila lineare, nel classico stile del genere, le digressioni che approfondiscono la conoscenza dei protagonisti sono molto interessanti e originali. Arricchiscono chi legge di un parterre culturale ai più sconosciuto, fatto di leggende, racconti di sorta e idiomi tipici di una zona piuttosto che l’altra.
“I gemelli Gheddafi” svela l’ambizione degli uomini ad imprimere, in ogni piccola azione, un qualcosa di più grande, che possa farli sentire importanti e rompere l’etichetta in cui tutti sono inevitabilmente confinati. In un paio d’ore di lettura potreste imparare a conoscere voi stessi sotto un’altra prospettiva e a mettervi in discussione, fino a cambiare e ad ammettere constatazioni celate dietro il peso del tempo.