Prima del computer, la macchina da scrivere (Tappa Booktour più Giveaway)

Una stanza in penombra. Il rumore dei tasti premuti uno dopo l’altro, la sensazione fredda sotto i polpastrelli e la pressione da imprimere, affinché le lettere appaiano sul foglio bianco.
Tutte cose che hanno un che di affascinante al giorno d’oggi, per gli amanti della lettura e della scrittura, ma che in passato ha rivoluzionato il mondo: un passo in avanti verso il contemporaneo.
La macchina da scrivere, nata circa nel XIX secolo, è stata uno dei primi dispositivi di largo utilizzo per la rapida redazione di documenti. Le sue origini sono incerte, si perdono nel tessuto del tempo. Si sa per certo che l’unico che la brevettò fu l’italiano Giuseppe Ravizza, che nel 1846 creò uno strumento che potesse permettere ai ciechi di scrivere. Ma a quanto pare furono più di cinquanta i presunti inventori, che in luoghi e epoche diverse crearono diversi modelli della macchina.
Nel 1873 negli Stati Uniti si decise di commercializzarla: la Remington e Figli la mise per la prima volta sul mercato nel marzo di quell’anno. Fu un successo e da qual momento ne uscirono modelli sempre più perfezionati: elettrici, per poter scrivere più velocemente; con il correttore incorporato per eliminare gli errori; in grado di cambiare stile di scrittura e poi addirittura silenziosi, ovvero senza il tipico “ticchettio” dei tasti.
La vera rivoluzione nacque in Italia, grazie alla Olivetti M1. Camillo Olivetti presentò le prime due macchine all’Esposizione Universale di Torino nel 1911 e nel giro di un anno ricevette più di un centinaio di commesse che lo portarono al successo che dura ancora oggi.
Il suo utilizzo fece nascere una nuova professione, la dattilografia, inizialmente riservata alle donne.
Oggi è quasi del tutto rimpiazzata dai computer, tablet e smartphone: la macchina da scrivere è ormai un oggetto antico e vintage. Ma molte delle più grandi storie sono state scritte grazie a questa macchina; c’è perfino chi, ancora adesso, la utilizza.
Praticamente tutto quello che ha creato Cormac McCharthy è uscito da una piccola Olivetti acquistata nel 1963 per 50 dollari, ed è  stata battuta all’asta al prezzo straordinario di 254.500 dollari (l’incasso è andato in beneficenza).
Danielle Steel, autrice prolifica di best-seller (con un centinaio di libri alle spalle è seconda solo ad Agatha Christie –  anche lei fruitrice accanita di una Remington Home portatile n. 2), scrive da sempre con una Olympia del ’46, limitando l’utilizzo del computer solo alle e-mail. La satira politica di PJ O’Rourke passa attraverso i tasti di una macchina da scrivere IBM Selectric che risale agli anni ’60. 
Mark Twain è presumibilmente il primo autore ad aver presentato un manoscritto battuto a macchina, anche se non è chiaro di quale scritto si tratti. Nella sua autobiografia sosteneva di essere stata la prima persona al mondo ad applicare una macchina da scrivere alla letteratura. Ernest Hemingway preferiva scrivere in piedi, tenendo la sua macchina da scrivere Royal Quiet de Luxe su uno scaffale, mentre George Orwell viene associato alla Royal Portable.
Da tutto questo se ne ricava una certezza: grazie alla macchina da scrivere abbiamo avuto il privilegio di godere di storie uniche, capaci di far sognare generazioni intere che anche in età adulta continuano ad emozionarsi.
Macchina da scrivere di famiglia.
Riposa, pensante, a casa
dei miei genitori
Angela Francesca Puglisi scrisse a macchina le poesie protagoniste di questo Blog Tour. Ogni parola è pregna di un sentimento lontano, ma che riaffiora nella mente e nel cuore di chi si appresta a leggere.
L’intera raccolta rappresenta per me l’immagine di un doloroso, inquietante, oscuro tormento. Un’alba e Devi morire mi hanno letteralmente fatto girare la testa. 
La prima citata è come una cicatrice che continua a far male, un loop quotidiano che riassume una frase che mi è stata detta diverso tempo fa, ma che ancora non mi lascia andare perché probabilmente non ho la forza di ribellarmi a lei. Devi avere una motivazione per scendere da quel letto ogni mattina.
La seconda è l’illusione di deboli convinzioni, che si scontrano con la realtà graffiandoti la pelle. Può il sangue di quelle ferite farti rinsavire? 
Spesso mi trovo a pensare che le poesie servano a mettere a nudo lo scrittore. Ma quando sei tu, lettore, a sentirti nudo, freddo, pieno di vergogna di fronte a parole non tue, capisci che c’è davvero qualche potere nascosto nella scrittura.
Di seguito, le tappe delle altre blogger. Partecipate, non perdete questa speciale occasione: potreste vincere una copia cartacea del libro.

Ti presento il lungo viaggio dal passato al presente [Blogtour più Giveaway]

Quello che vi presento oggi, è un blogtour introspettivo, uno di quelli che ti scava dentro l’anima e ti mette a nudo e no, non sono solo parole al vento. Il Blogtour di oggi è un viaggio che si affaccia sul passato, sulla visione della donna negli anni Settanta e ritorna al presente, facendoci capire che in realtà i sentimenti non hanno età o secoli di differenza. Il Blogtour non vi racconterà nulla sul libro, se non solo le emozioni provate nel leggere un certo tipo di frasi, ma vi parlerà di amore, di quell’amore struggente tipico delle prime cotte, delle farfalle nello stomaco che spesso in realtà sono larve pronte a mangiarci dentro, vi parlerà della morte come rinascita in un nuovo inizio e vi parlerà di quelle poesie scritte con la macchina da scrivere, prima che il digitale, il computer venisse a galla. 

Seguite i nove giorni, l’autrice mette in regalo una copia del libro! 

Titolo: Era una sera come tante e l’oroscopo aveva predetto
Autore: Angela F. Puglisi
Editore: Self
Prezzo: 0,99€ ebook 5,20€ cartaceo
Link acquisto: Link Amazon


Sinossi: 
Era una sera come tante e l’oroscopo aveva predetto, è una raccolta poetica scritta a partire dal 1970 da una giovane ragazza innamorata della scrittura e della sua macchina da scrivere. Si tratta di un viaggio attraverso le tappe della vita: gli amori quelli passionali e quelli che finiscono, le inquietudini, le amicizie, la voglia di libertà e di capire il perché di tante domande a volte senza risposta. Rimane allo stesso tempo un percorso di crescita interiore e spirituale Quella giovane ragazza è mia madre e io ho custodito le sue poesie per tutti questi anni.


Le tappe di questo Blogtour introspettivo ed emozionale, sono così formate:
La morte come rinascita & cambiamento
La poesia come specchio dell’anima
La donna di ieri & di oggi 
Chopin tra le note dell’anima 
Prima del computer, la macchina da scrivere 
L’amore che fa male 
L’amicizia che aiuta a crescere 
Review Party & scopri il vincitore della copia! 

REGOLE PER VINCERE UNA COPIA DEL LIBRO:
  1. Iscriversi come lettori fissi di ogni blog che presenterà le tappe!
  2. Lasciare nei commenti l’indirizzo email per contattarvi in caso di vincita e il nome utilizzato come lettore fisso —> Attenzione. Controlliamo. 
  3. Rispondere alla domanda “Che colore ha per te un’emozione?”
Guadagnare punti extra:
  • Seguire ogni blog su Facebook
  • Seguire ogni blog su Instagram
  • Condividere questo Giveaway e taggare gli amici nei vari social con #eraunaseracometante
  • Lasciare nei commenti il link della condivisione —> Attenzione. Controlliamo.
Solo nel review party ogni blog lascerà il nome del vincitore che si aggiudica la copia del libro! Il vincitore avrà 24h per rispondere all’email, in caso di assenza sarà rifatta una seconda estrazione.



Blog Tour: Giornata contro la violenza sulle donne – Gli occhi del silenzio

Spesso vedo il silenzio come un momento speciale da dedicare soltanto a me stessa.
Ultimamente, però, mi sono resa conto di quanto inquietante possa essere, da un altro lato, non parlare.
Chi è vittima di una molestia, spesso poi non ne vuole parlare. Perché se ne vergogna, perché se non tira fuori l’accaduto è come se non fosse successo a lei. Come può, in fondo, essere successo proprio a lei?
Il silenzio, in questo caso, non perdona. L’insicurezza, trascina verso un baratro che può trasformarsi in tragedia. Non si crede di poter contare sugli altri, perché loro giudicherebbero e basta.
Di esempi da citare ce ne sono innumerevoli, tanti quanti i tipi di soprusi che un essere umano, purtroppo, può subire. Non esistono solo le percosse, anche le parole e la gestualità possono essere taglienti come lame nella carne.
Il film “Big Eyes” è ispirato ad una storia vera, quella della pittrice Margaret Keane. I suoi quadri sono stati attribuiti per molti anni al marito Walter, che sfruttava il talento della moglie per i soldi e la popolarità. La pressione psicologica a cui Margaret è sottoposta le fanno credere per diverso tempo che sia giusto così, l’importante era guadagnarci economicamente. Ma pian piano si sente privata della sua stessa identità, derubata delle sue opere come se le fossero sottratti dei figli. La lotta per il riconoscimento dei suoi dipinti è lunga ed estenuante, Margaret trova in sé il coraggio che serviva per uscire allo scoperto, fuori dall’ombra di un uomo che ha sfruttato i suoi sentimenti per scopi personali ed egoistici.
Anche i consigli letterari che vi lascio mostrano la violenza da un punto di vista differente. Un punto di vista in cui comunque il silenzio serve a comprendere quanto sia importante non tacere.
“Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini:
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l’arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa di Herat, dove il padre non la porterà mai perché lei è una harami, una bastarda, e sarebbe un’umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L’unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell’aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashto e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra.
Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall’intreccio di due destini, una storia indimenticabile che ripercorre la Storia di un paese in cerca di pace, dove l’amicizia e l’amore sembrano ancora l’unica salvezza.
“Vitamin” di Keiko Suenobu:
Quando hai bisogno di vitamine, significa che ti manca qualcosa. Quello che manca nella vita di Sawako è… praticamente tutto! L’istituto dove studia è un posto da evitare: gli insegnanti sono severissimi e gli studenti infidi come serpi. Il suo ragazzo è meglio perderlo che trovarlo. Ma la nostra protagonista non sembra rendersene conto, per lo meno finché non diventa il bersaglio preferito dei feroci scherzi perpetrati dai compagni di classe! Tra umiliazioni, soprusi e parecchi rospi ingoiati, riuscirà Sawako a trovare la vitamina giusta che le darà la carica per prendersi la sua rivincita?

Non perdete le tappe degli altri blog partecipanti:

Blog Tour: Recensione di “Ad ogni costo” di Emiliano Reali

« Non senza timori, incertezze, ma non si può vivere senza respirare e l’amore s’insinua in piccole particelle dentro gli organi, sottopelle, aprendo i pori e amplificando le sensazioni, ridestando la memoria di una delizia che una volta saggiata non si può far a meno di bramare ancora, sperando non si dissolva nell’illusione. »

Oggi pubblico la recensione di un libro intenso e viscerale: “Ad ogni costo” di Emiliano Reali, libro autoconclusivo che va però a chiudere la trilogia di cui Bambi è protagonista.

Ma chi è Bambi? Donna, ribelle, insicura, determinata, misteriosa. La musa di un intreccio di storie che giungono al culmine del proprio percorso.

In punta di piedi si entra in contatto con le travolgenti anime che compongono uno spaccato di vita che sempre più ha la necessità di farsi sentire. Luana e Gianni, Jason e Marco con il piccolo Nicolas, Cosimo e Lucy, Alessandro e Anna. Lamù, Desideria, Miss Myra e di nuovo Bambi.

Sembra essere lei il fulcro di tutto, come l’amore che lega i personaggi. Tutti si conoscono, da prospettive diverse e in tempi e modi differenti.
Ognuno con le proprie ambizioni e difficoltà. Imperfetti, umani, vivi.

Scorrono di fronte agli occhi come in un film da Oscar, raccontando la propria quotidianità nel momento in cui questi appaiono. Lentamente, il quadro si fa sempre più chiaro, anche per chi è la prima volta che ne entra in contatto. Le singole storie sono talmente vere che è naturale immedesimarsi e desiderare di poter incontrare i personaggi, per poterli abbracciare e dire loro: Io ci sono.

Lo stile di Reali è d’impatto, riesce a calamitare la mente del lettore nel mondo da lui creato controllandola, accompagnandola pagina dopo pagina e risvegliandola con dolcezza dal cammino onirico formato dalle parole.

“Ad ogni costo” è la meta di un viaggio comune che prende il nome di Identità e da cui tutti dovremmo prendere esempio.

Emiliano ha saputo conquistarmi, d’ora in poi lo cercherò nelle sue nuove storie, in cui non smetterò facilmente di sentirmi a mio agio.

“Ad ogni costo” è disponibile all’acquisto a questo link.

Blog Tour: “L’inganno delle tenebre” di Jean-Christophe Grangé – Terza Tappa: Gaelle Morvan

Benvenuti nella terza tappa del Blog Tour dedicato a “L’inganno delle tenebre”, il nuovo libro di Jean-Christophe Grangé che ospita ancora una volta i personaggi del thriller “Il rituale del male”.
TAPPE


Ogni tappa rappresenta il profilo di uno dei personaggi ricorrenti, creato appositamente da noi blogger in un breve racconto di presentazione. Oggi è il turno di Gaelle Morvan.
Odio, paura.
Perché non riesco a liberarmene?
Dove diamine è finita la strafottenza che mi ha sempre accompagnato?
Oh, giusto.
Morta quella notte. Insieme al malcapitato infermiere e a Karl.
Per mano mia, proprio come l’uomo che ha cercato di uccidermi.

Non possiamo nasconderci come quando eravamo bambini, Erwan. Non puoi proteggermi sempre, come quando mi stringevi in un abbraccio sotto al tavolo con Loic, mentre il Vecchio e la mamma si maledicevano davanti ai nostri occhi. La nostra è una famiglia maledetta, dovresti saperlo.
Non sei riuscito a proteggermi nemmeno da me stessa, mentre ripudiavo il cibo e il mio corpo lentamente scompariva. Hai sentito i conati, forse, ma non hai potuto fare nulla.
Non puoi salvarmi dagli incubi: l’odore delle feci e del sangue degli animali sugli arti immobilizzati e in balia delle fantasie degli uomini li sento ancora.
Perciò, non prendiamoci in giro ulteriormente. Ho ucciso io l’Uomo Chiodo, o chiunque fosse quel pazzo. Il Vecchio sarebbe fiero del suo angelo diventato puttana?
No, troppo impegnato a dimenticarsi del piccolo scherzetto provocato alla Coltano.
Neppure tentare il suicidio è servito a portare i Morvan al tracollo.
Ma torniamo sempre allo stesso punto: odio, paura.
“Posso odiare mio padre, provare a distruggerlo, ma è soltanto un modo per evitare il vero problema. L’unico sentimento che è in grado di ispirarmi è la paura. Una paura ancestrale, incontrollabile.”
Ecco, forse una cosa sì che è cambiata: sono in vena di fare conversazione. Anziché aprire le gambe, sto aprendo la mia mente a Eric Katz.
Eric Katz, lo psichiatra.
Eric Katz, a cui sto dicendo tutto.
Eric Katz, che mi ha appena invitato a cena.
Cambiamento, si diceva.

Sta’ a guardare, Erwan.

Forse ignorare il nemico per sconfiggerlo stavolta non servirà.