Blog Tour: “Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché” di Giulia Ciarapica – Biografia Autrice

Il meraviglioso #BBmagicaltour dedicato al libro “Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché” di Giulia Ciarapica oggi fa tappa in questa tana di passioni. Sono davvero felice di poter partecipare ad un evento tanto grande quanto coinvolgente e mio è il compito di presentarvi oggi l’autrice protagonista del Blog Tour.
TAPPE:
Giulia è nata a Fermo il 21 Dicembre 1989. 
Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Macerata e dal 2014 ha intrapreso la carriera di blogger e critica letteraria. Collabora con diverse case editrici (come GiuntiLonganesi) e testate online, tra cui Huffington Post con la rubrica Food&BookSoloLibriIl Foglio e Il Messaggero
È attiva nell’organizzazione di eventi culturali (come l’International Journalism Festival di Perugia, quest’anno dal 11 al 15 di Aprile) e non da ultimo tiene molto al contatto con i giovani, attraverso delle lezioni organizzate in diverse scuole. A marzo, infatti, si è svolto il corso di book blogging e social network nelle scuole di Macerata. 
Il suo colore preferito è il rosa e, nonostante leggere sia una sua grande passione, ha affermato che fino all’età di quindici anni non era per niente interessata alla lettura. Da bambina, però, ha visitato a Recanati con la famiglia la casa di Giacomo Leopardi, autore che l’ha colpita al punto da farle recuperare ogni poesia da lui scritta.
Tra i suoi libri preferiti spiccano “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, “Il viaggio nel passato” di Stefan Zweig, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa  e “Un amore” di Dino Buzzati.
Grazie alla casa editrice Franco Cesati Editore, l’8 Febbraio è uscito in libreria “Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché”, riscuotendo subito successo tanto da andare in ristampa già dopo il primo mese di vendite. Attraverso la sua opera, Giulia dà la personale definizione di book blogger e cerca di spiegare l’attività di critica letteraria. “Recensioni”, “Bookstagram”, “Book Haul” sono termini comuni per chi è del mestiere, ma grazie a questo manuale anche i meno esperti o profani possono farsi un’idea costruttiva sul parlare e scrivere di libri.
I tre segreti per essere blogger? Sincerità, costanza e divertimento.
Se volete, potete seguirla qui:
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– Instagram 
Il libro è disponibile all’acquisto sul sito dell’editore e qui

Blog Tour: “Big Bad Bunny” di Samuele Fabbrizzi – Citazioni cinematografiche

Addentrandovi nelle profondità di “Big Bad Bunny”, vi accorgerete che non è solo l’orrore a tinteggiare e caratterizzare la particolare opera di Samuele Fabbrizzi. Se avete seguito il blog tour dedicato sino ad ora, avrete sicuramente imparato a conoscere autore e personaggi, immersi in un’ambientazione ben delineata, così come la musica che in sottofondo accompagna in maniera quasi inquietante la lettura.
Ebbene, non è finita qui. Un altro è l’elemento caratterizzante di questo libro: la cinematografia. Un piccolo, grande dettaglio, specie per presentare i personaggi:
1.

Storielle a parte, di una cosa era sicura: c’era qualcosa nascosto nell’erba, occultato dagli alberi, vestito di tenebra. Qualcosa capace di sfuggire alla razionalità. Qualcosa che neanche il tempo era riuscito ad ammazzare. Qualcosa sopravvissuto al fuoco, ai pregiudizi e al piombo.
Ma Gemma non era intenzionata a scoprirlo.
Era lì per aprire le cosce, non per girare una puntata di X-Files.

2.

Bunny le porse una bottiglietta con il tappo rosso. Lei lo ringraziò con un ampio sorriso monouso. Mentre sorseggiava l’alcol, si accorse che il televisore era impostato su Cartoon Network: trasmettevano una puntata di Bugs Bunny.
«Che succede, amico?» dissero in coro uomo e coniglio.

Quelle disseminate per la storia sono solo in apparenza innocenti citazioni. Si presentano come rimandi ad altro per rendere più chiaro il concetto che si sta spiegando. Come durante le conversazioni tra amici… 
1.

«Svegliati, cazzo! Mi si sciolgono le palle», insisté Pedro.
Il primo particolare che vide quando Damasco aprì la porta furono i lunghi capelli da metallaro che gli coprivano il volto appiccicato dal sonno.
«Cazzo d’ore sono?»
«Quasi le undici e mezzo, cugino IT.»
Pedro notò che l’amico indossava ancora la maglietta dei Guns ’n’ Roses del giorno precedente. Alle sue spalle, lenzuola arrotolate in fondo al letto, bottiglie di birra sul pavimento e il televisore impostato sui cartoni animati.
«Ti stavi masturbando su Puffetta?»
«Cazzo no, amico.»
«Nottataccia?»
«Ho bevuto come uno stronzo.»

2.

«Qualche problema, amico?» lo beccò Fargo.
«Tranquillizzati.»
«Non rompere i coglioni.»
«Okay, He-Man.»
«Mi prendi per il culo?»
«Fargo», intervenne Sonia.
«Che c’è?»
«Stai rovinando il viaggio. Non fare l’hashtag #guastafeste.»
«Furgoncino mio, regole mie.»
Vi fu un lungo momento di silenzio dove perfino la radio smise di prendere.
Fargo continuava a lanciare sguardi minacciosi all’ex amico, ma Pedro, accantonata l’idea di salutarlo con la manina, aveva deciso di ignorarlo preferendogli i piedi della sorella.
«Che avete fatto ieri sera tornati dal locale?» domandò Demetria per alleggerire l’atmosfera. «A Fargo e Jennifer non lo chiedo neanche. È stato come ascoltare un film porno: insensato e fastidioso.»
Jennifer scoppiò a ridere.
«Dì la verità, avresti preferito partecipare», disse Fargo.
«No, non mi piacciono i threesome fra donne.»
«Uhuh», cantilenò Sonia.
«Quando la volpe non arriva all’uva…» commentò Fargo, impermalito.
«Credimi Fargo, non sei il tipo d’uva che assaggerei.»
Pedro scosse il capo. Non sopportava gli atteggiamenti da maschio alfa, anche se, nel caso di Fargo, erano più atteggiamenti da maschio Alf, l’alieno della serie tv.

3.

«Sono un fiore.»
«Come no. Un fiore di campo sotto una cagata di mucca.»
Damasco prese il cellulare per tenersi impegnato.
In televisione trasmettevano Batman di Tim Burton.
«Preferisco quelli di Nolan», disse Pedro.
«A me piace il Joker di Nicholson.»
«Niente di speciale.»
«Vogliamo parlare di quello di Leto?»
«Dobbiamo proprio?»
Damasco buttò giù un altro sorso di bionda. Sciacquatosi di dosso la calura del giorno, indossava una vecchia maglietta degli Iron Maiden. Teneva i capelli legati. Di tanto in tanto abbassava il capo come una carrozza sulle montagne russe. 
«Svegliati», gli ripeté Pedro, osservando la pericolosa inclinazione della bottiglia.
«Un fiore, cazzo, un fiore.»
«Per caso ti hanno incollato la birra alla mano?»
«È una questione d’onore.»
«Ma che…?»
Pedro rinunciò a seguirlo. Stava vaneggiando. Bevve un goccio di tequila mentre guardava Michael Keaton saltare giù da un palazzo ad ali spiegate.
«Questa camera mette i brividi», disse Damasco. «Sembra di essere in quel film…» Si prese un momento per ricordarsi il nome. «Sì dai, quel film dove c’è una coppia che alloggia in un motel e viene assalita da alcune persone.»
«Quello dove dei bastardi uccidono la gente per girare degli snuff movie?»
«Che?»
«Pellicole amatoriali dov’è tutto reale, dal sesso alla violenza, morte compresa.»
Ma Damasco aveva già smesso di ascoltarlo. Fissava lo schermo del cellulare. Le palpebre ammezzate. «Ho solo maiale fra le amicizie di Facebook», disse.
«Buon per te. Comunque il film è Vacancy.»
«Vacancy, cazzo. Bravo.»
Damasco seccò la birra e tentò di fare canestro nel cestino.
Sbagliò. 

Ma in “Big Bad Bunny” l’incubo è dietro l’angolo. E quando ci sei di fronte, non esiste citazione che tenga. Ormai, è troppo tardi.
1.

Gli tornò in mente il cadavere nella boscaglia, Marvin il Marziano, quel poveraccio ustionato, ricostruito e vestito da centurione romano. E quando Gioia gli mostrò una giacca blu cucita a mano, gli inquietanti dubbi divennero agghiacciante certezza. Non sarebbe mai uscito vivo da lì dentro, ovunque egli fosse. Quel finocchio psicopatico lo avrebbe torturato, ucciso, trasformato in Porky Pig e abbandonato in un luogo sperduto del Texas.

2.

Pedro intanto stava ammirando i fenomeni da baraccone dei dipinti appesi alle pareti verdastre. Le stranezze lo affascinavano e in particolar modo anni addietro, influenzato dal film Freaks di Tod Browning, si era documentato sulla storia del Circo nel mondo e sulla figura del “mostro” all’interno della società, la stessa società che alienava il diverso, ghettizzandolo, ma al tempo stesso spendeva denaro per toccare con mano gli errori di Madre Natura. La stessa società che proibiva a nani, microcefali e uomini-bruco di prendere un frappè in un locale qualunque, mischiandosi a gente qualunque, per poi passare il fine settimana ad ammirare quegli stessi abomini, animali allo zoo, scarabocchi umani/disumani da temere e compatire, aborrire e studiare, cacciare e ricercare, nei tendoni, ovviamente, nel loro mondo, lontano dalla quotidianità, dalla normalità e dalle cittadine abitate da gente cristiana.

Spero di aver suscitato curiosità e timore, grazie a questi brevi estratti. A presto, con la recensione!

Blog Tour: Recensione di “Far Cry Absolution” di Urban Waite

« “A volte sentiamo delle cose”, le raccontò il ragazzo. “Litanie, canti. Sentiamo le voci nel bosco e vediamo i fuochi. Alcuni sono credenti, altri meno. E per loro è più dura. Pensavano di essere accolti in una comunità governata dalla misericordia divina, invece si ritrovano sottomessi a un manipolo di peccatori senza coscienza. La parola del Padre non c’entra niente con Dio. Serve solo a renderli schiavi.” »

Hope County è un paese apparentemente tranquillo. Ma chi si è da tempo insediato, sa che è il Padre ad essere il capo indiscusso del posto: un uomo fuori dal comune, che fondando Eden’s Gate ha creato un culto esclusivo, in cui tutti possono sentirsi una grande famiglia; in cui, tutti i problemi possono essere risolti. Mary May, però, vede in lui il responsabile della morte dei genitori e dell’ossessione che il fratello Drew ha per tutto ciò che quell’uomo dice. Nel tentativo di riportarlo indietro, la donna è costretta a scappare, per sfuggire alle grinfie della famiglia Seed che farà di tutto per portarla nella comunità e “accoglierla” come un degno membro. Per questo, viene assoldato il guardacaccia William Boyd, da anni debitore della setta e pronto ad eseguire gli ordini. Deve molto a Joseph Seed, per avergli alleviato i tormenti dell’animo. Eppure, quando incontrerà Mary, inizierà a mettere di nuovo in discussione tutto, cercando di capire cosa davvero sia giusto fare. Dove lo porterà questa scelta?

“Far Cry Absolution” si focalizza su due punti di vista contrapposti, ma che analizzano con precisione la medesima situazione sociale. Mary May combatte contro Eden’s Gate per delle ragioni personali. Non perde di vista i propri obiettivi, nonostante le numerose intimidazioni fatele. Questo è ciò su cui si basa il culto: la paura. Ed è così che William Boyd è stato intrappolato, con la convinzione che solo così potesse redimersi dagli errori del passato.

Per questo il libro, prima ancora di essere considerato il prequel di un videogioco, narra la drammatica storia di una forte debolezza interiore, quella che disorienta e fa cadere chi soffre in una spirale da cui apparentemente non ci si può rialzare. Nella scarsa lucidità, esistono persone spietate, che afferrano i sentimenti degli altri e ci giocano, abbindolando e sottomettendo al proprio volere. Entrare a far parte di una setta è una salvezza fasulla, che si trasforma presto in condanna e, quando ci si rende conto di questo, è ormai tardi. Mary May rappresenta la forza per poterne uscire, ma solo al fianco di Will, che ha imparato a conoscere il culto, può davvero vincere.
Urban Waite è riuscito a creare una storia d’azione adrenalinica, senza però far passare in secondo piano i sentimenti: sono loro il vero moto della vicenda.

Non è obbligatorio leggere il libro prima di giocare a Far Cry 5, ma di certo gli appassionati non possono perdersi questa chicca, che è in grado di catapultare con facilità nella giusta atmosfera. Viene naturale volerne sapere di più, tornare in Montana e seguire ancora una volta le vicende che legano tutti i personaggi.
L’occasione perfetta anche per approcciarsi per la prima volta a questa saga videoludica, che ancora dopo anni sa come farsi apprezzare.

Blog Tour: “Far Cry Absolution” di Urban Waite – Seconda Tappa: Personaggi

Sono lieta di presentarvi la seconda tappa del blog tour dedicato a “Far Cry Absolution” di Urban Waite, primo libro dedicato alla nota serie di videogiochi e prequel di Far Cry 5.
TAPPE:
Alcuni personaggi descritti sono ricorrenti anche nel videogioco di prossima uscita.
PROTAGONISTI.
MARY MAY:

Quell’autunno Mary May avrebbe compiuto trent’anni e, all’improvviso, aveva perso praticamente tutto ciò che amava. Le restavano soltanto il bar e la rabbia che le stava montando dentro. «Drew è  ancora lassù», si decise a dire. «E io andrò da lui, se non  altro per informarlo del a morte di papà. Ecco di cosa stiamo parlando.» Si alzò. Indossava una T-shirt e un paio di jeans, i capelli castani, lunghi fino alle spalle, raccolti in una coda. 
Una donna forte e determinata. Possiede un bar ad Hope County e combatte contro l’influenza che ha la famiglia Seed sulla comunità. Il culto creato dai Seed le ha portato via l’intera famiglia, non riuscirà mai a vedere di buon occhio le loro intenzioni. Ora è solo uno il suo obiettivo: riportare a casa il fratello Drew. Riuscirà a fare chiarezza sulla morte di suo padre?
WILLIAM BOYD:
Indossava un vecchio cappello a tesa larga macchiato di sudore e, sotto la barba, la mascella squadrata ancora non mostrava segni di cedimento, come pure i muscoli, tenuti in allenamento dalle marce quotidiane su e giù da una collina all’altra.

Guardacaccia al servizio dei Seed. Will ha un passato tormentato e drammatico; per trovare un po’ di sollievo si affida alle cure della setta, credendo che solo così potrà espiare i propri peccati. L’uomo viene messo sulle traccie di Mary May, per riportarla alla comunità e purificarla. Il loro incontro metterà in discussione le sue convinzioni.
ANTAGONISTI.
JOHN SEED:
Tra loro, armato di un grosso revolver, c’era John Seed, il fratello minore del Padre, molto simile a lui, anche se dotato di un fisico meno imponente. Entrambi erano barbuti e tatuati, con lo stesso sguardo penetrante che sembrava perforare il buio come quello di un predatore notturno.

John è il braccio destro del Padre, non solo in quanto fratello, ma anche come diplomatico di Eden’s Gate. Subdolo e scaltro, farebbe qualsiasi cosa per avere tutto sotto controllo. L’intimidazione è tra le sue armi preferite, ma non disdegna la propria pistola, sempre appesa alla cinta.
Joseph Seed, IL PADRE:
Siamo sull’orlo dell’abisso. Davanti a noi c’è l’apocalisse. L’umanità è diventata insensibile alla macchina del dolore che lei stessa ha creato, ma noi  non possiamo. Noi e soltanto noi siamo stati scelti per sopravvivere alla catastrofe e ricostruire il mondo. Noi, i pochi eletti, siamo gli angeli destinati a tornare nel giardino terrestre. Siamo una famiglia. Io sono il Padre e voi siete i figli. E insieme marceremo verso l’Eden.

Colui che ha fondato Eden’s Gate. Crudele e dalle palesi manie di grandezza, è riuscito ad insinuare il dubbio e la paura nell’intera cittadinanza, utilizzando la dialettica e la violenza, come il migliore dei dittatori. 
Non perdetevi tutte le altre tappe del Tour e rimanete sintonizzati per le recensioni!

Blog Tour: Recensione di “Firefly – Dammi un’altra identità” di Marianna Calandra

« Mi sto distruggendo ma spero di riuscire a rinascere dalle mie ceneri. »

Il blog tour di “Firefly – Dammi un’altra identità” di Marianna Calandra oggi arriva al termine! Avete seguito tutte le tappe?
TAPPE:

19/02 – Intervista – Coffee&Books
20/02 – Personaggi – Book Lover
21/02 – Playlist – Libera tra i libri
22/02 – Estratti – Il regno dei libri
23/02 – Recensione – The Mad Otter & My Crea Bookish Kingdom
Questa è una storia dalle tinte fiabesche. Con la fine del liceo, Melanie perde il contatto con il mondo, complice il fatto che i genitori siano via per tutta l’estate e che lei abbia perso i legami con le amiche. Il tormento della fine della relazione con Kevin, la fa cadere in una spirale di paure ed incertezze che la porta all’apatia totale, ogni giorno che passa.
Fino a che, alla sua porta bussa Sebastiano, figlio di amici dei genitori che passerà le vacanze lì, con Melanie, in quella stessa casa. C’è qualcosa di particolare in lui, che attrae Melanie ma che al contempo la porta a respingerlo. Non vuole a cambiare le cose, perché in apparenza le stanno bene così, e lui sembra avere tutte le intenzioni di scrollarla per riportarla a vivere davvero.
La ragazza lentamente si scioglie, acconsentendo a questa terapia d’urto che la porterà a conoscere meglio il suo inaspettato coinquilino. I sentimenti affiorano, crescono d’intensità, fino ad abbattersi contro il muro della realtà: cosa ne sarà di loro alla fine dell’estate?
Non c’è da aspettarsi una storia realistica, ma sicuramente ha tutte le carte in regola per diventare una tra le migliori fantasie giovanili di sempre. Sebastiano è un ragazzo unico, perfetto ed è davvero colui che ogni ragazza vorrebbe al proprio fianco. Entra a gamba tesa nella vita di Melanie sconvolgendola, senza imposizioni o costrizioni di sorta, tirandola fuori dal proprio guscio con il solo scopo di renderla più forte ed indipendente. L’amore, in questo caso, è un aspetto secondario, una dolce conseguenza che giunge con il tempo.
Le paure e i tormenti di Melanie, invece, sono le paure e i tormenti che chiunque nella realtà potrebbe aver provato in un determinato periodo della propria vita. Non tutti sono in grado di reagire da soli, di fronte alle difficoltà. È un dato di fatto, ognuno reagisce agli stimoli in maniera differente ed è sbagliato giudicare se qualcuno si comporta in modo diverso da come si pensa dovrebbe.
Sebastiano è per Melanie il principe azzurro giunto a salvarla. Non da draghi, mostri, nemici, ma da ciò che è insito in lei e che la blocca. È questa la cosa più importante nel loro rapporto.
Sarebbe bello poter migliorare avendo al proprio fianco qualcuno di così perfetto. Sebastiano non esiste, ma l’augurio è di riuscire a trovare qualcuno che possa per lo meno avvicinarsi. Che sappia amare e sostenere nelle difficoltà, che non abbandoni tutto quando le cose si mettono male.
Rifugiatevi tra le pagine di “Firefly – Dammi un’altra identità”, credete ad una che pone il romanticismo su una retta parallela rispetto a lei. Non ve ne pentirete; cogliete i piccoli insegnamenti che questo breve romanzo può darvi e fateli vostri.