“Terra Madre” è una delle ultime novità di casa Mondadori e attrae per dei motivi ben specifici. Ma andiamo con ordine.
Tanto per cominciare, il libro ha una trama che intriga fin da subito:
“Nell’estate del 2017, da sola, sotto il pergolato dell’uva fragola che resiste, sorseggiavo un bicchiere con acqua e orzata e tre cubetti di ghiaccio. Quel giorno ho inseguito una nuvola che cambiava forma e la sera finalmente ho dormito, voglio dire che ho dormito tutta la notte, senza incubi, nel letto al primo piano della masseria Favale, a dieci chilometri dallo stabilimento Ilva. La masseria che è stata la mia casa per sempre, il periodo infinito della felicità. La mia casa del tempo contento.” È con queste parole che Emma, la protagonista di Terra Madre, ci introduce nella sua storia, in cui i ricordi di un’infanzia felice e di una giovinezza spensierata si impastano con la verità. La sua Taranto, la polvere bianca della Fabbrica che fa ammalare l’uva e la terra, la crisi dell’azienda agricola di famiglia, lo sprofondare prima di Anna, la mamma di Emma, poi della stessa protagonista nel buio di una malattia senza nome ma capace di spegnere e ammutolire anche l’amore verso un figlio. Un figlio nato lontano dalla sua terra – a Verona, dove Emma ha sposato Martino -, un figlio che dovrebbe essere sostenuto da molte braccia, non solo dalle sue. Dovrebbe poter vivere l’infanzia che ha vissuto lei, tra i campi e le vigne, circondata da una famiglia con i suoi riti, con il cibo a tenere uniti intorno a una tavola. Invece Emma è una madre sola, in bilico. La nostalgia si fa sempre più crudele e lo strappo subìto sfilaccia i lembi della sua vita al punto che sembra impossibile ricucirli. Diviene forte il bisogno di tornare. In quella masseria dove sua nonna Francesca spianava la pasta fresca per fare a mano le orecchiette, Emma avrà a disposizione il tempo per rileggere il passato, le contraddizioni e le opacità dei sentimenti. E insieme alla sua storia personale dipanerà quella di una città offesa dalla promessa di una ricchezza che sputa veleni.
Da qui, è intuibile quanto la protagonista sia interessante da scoprire. La sua caratterizzazione è intrigante e realistica. L’ambientazione invece è studiata e curata nei minimi particolari, in grado di richiamare l’atmosfera dell’amata Taranto.
Le dinamiche tra i personaggi si amalgamano alla perfezione creando una vicenda emozionante e a tratti commovente, grazie anche a uno stile di scrittura semplice e fluido. “Terra Madre” merita di essere conosciuto per i sentimenti che suscita e per il ritorno in libreria di un’autrice italiana già precedentemente apprezzata.