Ogni volta che ci si appresta alla lettura di uno dei romanzi di Enrico Galiano, bisogna mettere in conto la difficoltà che questa può comportare. I suoi libri hanno una costante missione: emozionare e insegnare. “Geografia di un dolore perfetto” fa questo e molto altro.
Pietro è cresciuto senza la presenza di un padre. Eppure, questo avvenimento, non gli ha impedito di diventare un uomo rispettabile, un marito amorevole e soprattutto, a sua volta, un padre degno di questo nome. Dentro di sé, però, non ha mai dimenticato chi l’ha abbandonato a sé stesso.
Questo ricordo torna prepotente proprio quando, costretto dalle circostanze, viene chiamato per recarsi là dove il genitore ha deciso di rifarsi una vita. Il viaggio fisico porta inevitabilmente a quello interiore, tirando fuori tutto il dolore e l’incomprensione di una persona che avrebbe voluto soltanto essere riconosciuta.
Si tratta di uno di quei libri che fa male, dall’inizio alla fine. Spesso è quasi impossibile attraversare il fiume di parole stampato su carta. Non è facile consigliare davvero questo libro perché la sofferenza che porta è molta e non è di certo una situazione simile che augurerei a chi legge quanto sto scrivendo.
L’aridità esterna riflette perfettamente lo stato d’animo del protagonista, che si è sentito per una vita intera abbandonato alla solitudine. Ma basta davvero poco per far brillare le sue emozioni più pure, senza guasti di sorta. Non credo esista un dolore perfetto, così come gli esseri umani per primi non sono biologicamente progettati per esserlo.
Di certo esistono dolori indelebili, che nemmeno il tempo può guarire sul serio. Ci si sente dei sopravvissuti e, per certi aspetti, si vive come tali. Pagina dopo pagina tifiamo per Pietro, perché merita la felicità tanto desiderata. Anche in un modo per lui inaspettato.
“Geografia di un dolore perfetto” ci ricorda quanto siano preziosi i legami umani e quanto sia importante non soffermarsi troppo sul passato per impedire al futuro di aprirsi davanti ai nostri occhi. Ci ricorda la fortuna di avere accanto dei genitori e insegna a tenerseli stretti perché nulla è eterno a questo mondo. Ci ricorda che basta un attimo per vedere spazzato via tutto, ma anche un attimo per ritrovare ciò che si è perso.
Un altro prezioso dono su carta, fatto da Enrico Galiano ai suoi lettori, che sprigiona forza facendo orientare nella geografia dei sentimenti.