All’alba del 1956, Adriano Fiorenza va a fare visita alla famiglia Gentile, da sempre esperti fiorai che forniscono la materia che fa della famiglia Fiorenza il più importante punto di riferimento di essenze e profumi. Ad accompagnarlo nel viaggio è la piccola Teresa, che giunta a destinazione fa subito conoscenza con Michele, suo coetaneo. La loro amicizia diverrà una fondamentale svolta per il piccolo Gentile, a cui verrà data la possibilità di frequentare gli stessi studi della bambina e sviluppare la spiccata intelligenza che lo contraddistingue. Ma la vita, in mezzo a chi appartiene a un ceto più alto, può essere costituita anche dalle ombre di chi cerca di ostacolarlo. Solo in Teresa e nella cugina Vittoria riuscirà a trovare lo scorcio di sole che non lo farà demordere.
Sono lontana dalle opere della Cataldi da più tempo di quanto voglia ammettere. Avere la possibilità di poter leggere un nuovo libro da lei scritto mi ha emozionato, conscia del ricordo che ho della sua scrittura e delle sue storie.
Ci troviamo di fronte all’inizio di una saga famigliare tutta italiana, in cui ogni personaggio chiamato in causa è strettamente legato a tutti gli altri, in un rapporto di necessità reciproca che colpisce, soprattutto per il modo in cui questo viene descritto e per gli intrecci ideati che man mano vengono svelati al lettore, che incuriosito prosegue a scorrere gli occhi tra le pagine. Le descrizioni dei luoghi ispirano tranquillità e pace, il passare delle stagioni fa respirare ogni volta un’aria diversa, dalla più torrida alla più fredda. In tutto questo si vivono le gioie e i dolori della famiglia Gentile e della famiglia Fiorenza, che con passione coltivano i frutti del proprio lavoro e attraverso cui è possibile vedere con chiarezza un pezzo di storia molto importante, quello degli anni del dopoguerra, della crisi e del boom economico che l’Italia in primis si trova ad affrontare.
La Cataldi ha sempre avuto come firma di stile un tono poetico, che regala anche a questa più recente fatica un’atmosfera calda, famigliare e piena di emotività. Gli intrecci tra i protagonisti sono coinvolgenti fin da quando tutti sono in tenera età e ogni dialogo che lega le due famiglie ha degli aspetti divertenti e interessanti in grado di far conoscere certi lati della vita barese degli anni Cinquanta forse dimenticati o mai trapelati.
“Acqua di sole” è un romanzo in cui amicizia e amore si mescolano offrendo una lettura di qualità, proprio come il mischiarsi dei fiori dei Gentile con le essenze dei Fiorenza. Una partenza notevole per una saga famigliare di cui seguirò di certo gli sviluppi.