Quando la fonte di un suo importante articolo si rivela essere falsa, la carriera della giornalista Heloise viene subito messa in discussione e compromessa. Lo scandalo colpisce e solo con il suo sangue freddo può riuscire a cavarsene definitivamente fuori. Ad accompagnare il tutto ci sono le lettere che iniziano a darle il tormento, quelle che parlano della sua vita privata e arrivano dall’assassina ricercata Anna Kiel. Quali sono le sue intenzioni? Cosa le lega l’una all’altra?
I thriller nordici stanno diventando una mia grande passione, negli ultimi anni. Ecco perché ho apprezzato così tanto il romanzo d’esordio di Anne Mette Hancock!
La prima cosa che sorprende è l’imprevedibilità del libro: è sempre un passo avanti rispetto al lettore! Per questo si rimane in continua tensione, sul filo del rasoio, in attesa dell’ennesimo colpo di scena scioccante.
Più le indagini fanno il loro corso, più sembra che vengano a crearsi molte domande, anziché risposte. Noi non possiamo fare altro che seguire la corrente senza opporci, calzando i panni di una protagonista forte e determinata, perfetta per l’atmosfera.
L’ambientazione, come sempre, è l’elemento che più mi affascina e che riesce a crearmi in testa delle immagini nitide dei luoghi descritti. Scheletri tenuti bene in piedi grazie a dei personaggi complessi, che come qualsiasi essere umano presentano pregi, difetti, imperfezioni, positività e negatività.
Attraverso gli occhi di Heloise si affrontano tematiche come il significato della vendetta, la crudeltà della violenza, il senso della giustizia, la capacità di perdono. Il tutto con una buona dose di suspense che non guasta mai e che riesce a trasformarsi in un vero e proprio pugno nello stomaco.
“Fiore di cadavere” è un romanzo in grado di coinvolgere nuovi lettori e fan del genere senza alcuna fatica né pretesa. Mi auguro che la Giunti Editore prenda in considerazione di pubblicare anche i volumi successivi di questa serie davvero promettente.