“L’elbano errante” è uno dei romanzi più particolari di questo mese. In un viaggio avventuroso e onirico il lettore fa la conoscenza di molteplici personaggi di fantasia e finzione, che si susseguono in un viaggio che risulta indimenticabile. Tra questi, il grande Miguel de Cervantes.
Un nome che riesuma i ricordi di scuola. Siamo nel 1500 e Cervantes ha avuto una vita piena, a tratti con gioia e a tratti travagliata. Tutti lo ricordiamo come l’autore del romanzo Don Chisciotte della Mancia, un capolavoro classico intramontabile.
Eppure, in vita non fu un autore di particolare successo e ha affrontato il mondo della letteratura con estrema indifferenza. Per lui, la scrittura era solo un mezzo per avere una stabilità economica e dedicarsi ai suoi studi, suo punto di reale interesse. Ma non divenne mai ricco, nemmeno quando il romanzo su Don Chisciotte venne pubblicato nel 1605.
Contro ogni previsione, fu la poesia a renderlo più apprezzato e conosciuto. In esse Cervantes trattò l’uomo nella sua concezione astratta, parlando di coscienza, sogno, follia e altro. La sua opera giovanile più eclatante è “La Galatea”, pubblicata nel 1585.
Lo scrittore non solo conobbe diverse figure contemporanee spagnole, ma anche importanti filosofi e poeti classici come Aristotele, Platone e Orazio. Cervantes morì a Madrid il 22 aprile del 1616, data che condivide con William Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega. Proprio questo giorno è stato designato dall’UNESCO come Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. A lui è stato dedicato un cratere su Mercurio e il suo volto Compare sulle monete da 50, 20 e 10 centesimi di euro spagnoli.