Pieno di timori e speranze, un Viaggiatore semza nome da inizio a un cammino epico e tutto da scoprire. La Rotta delle Leggende è ciò che collega passato, presente e futuro, attraverso creature ancestrali che dall’alto osservano e guidano. Solo così potrà ritrovare sé stesso. Solo così potrà fare in modo che tutti ricordino la giusta strada da percorrere.
Dama Berkana è un’autrice autopubblicata che ho sempre piacere a sostenere. Dopo averla conosciuta con i primi due volumi della Saga dei Túatha, ora ho avuto l’opportunità di recuperare la sua più recente uscita.
“La Rotta delle Leggende” è il diario di bordo di un viaggiatore misterioso, la cui voce echeggia tra le pagine e crea un’atmosfera magica e onirica. La narrazione dell’autrice è evocativa e calamitante, tanto da rendere irresistibile la tentazione di intraprendere questo viaggio, che cambia non solo il protagonista ma anche il lettore stesso.
Gli appunti che scandiscono i capitoli danno vita a una serie di racconti a cavallo tra realtà e fantasia in cui gradualmente le Leggende si rivelano ai nostri occhi. Tradizioni e folklore tra Italia e altri Stati prendono vita offrendo la possibilità di conoscere degli elementi della nostra cultura talvolta dimenticati, donando loro un tocco magico che li rende qui ancora più affascinanti.
Nell’economia del diario di viaggio, questi racconti sono brevi e molto scorrevoli, andando dritti al punto e al messaggio che vogliono trasmettere. Non mi sarebbe dispiaciuto, tuttavia, un maggiore approfondimento e il potermi soffermare ancora di più sui singoli luoghi.
Per mio gusto personale, ho amato “Il Ceppo” per la sua atmosfera calda e natalizia e “La Dama Verde” in quanto ispirato alle leggende celtiche. Ma davvero, ogni racconto è curato al dettaglio e c’è sempre qualcosa che attira e meraviglia, se si è appassionati di mitologia.
In tutto questo non manca mai la figura del Viaggiatore, che appunto dopo appunto evolve e si adatta alla tappa successiva. “La Rotta delle Leggende” è un breve libro che riesce nell’intento di riavvicinarci alla parte più ancestrale di noi stessi, acuendo la nostra percezione del mondo e spronandoci al viaggio.
Non arenandoci potremmo scoprire molto di più del mondo di quanto già non si sappia.
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