L’elemento principale che attrae l’Occidente verso l’Oriente è la differente visione della vita. Proprio come il protagonista del romanzo di Andreas Séché, che volato in Giappone rimarrà totalmente coinvolto dalla filosofia quotidiana di un popolo tanto antico quanto all’avanguardia.
Si chiama “Ikigai” e, ne sono certa, avrete già visto questa parola tra gli scaffali delle vostre librerie preferite. Un termine che ormai viene utilizzato spesso nei saggi sul Giappone e che, semplicemente, racchiude in sé il senso della vita, il modo migliore per raggiungere la felicità personale.
Quante volte vi siete svegliati e avete faticato a trovare una motivazione per alzarvi dal letto? Purtroppo è pericolosamente normale questo stato sentimentale, ma l’Ikigai nasce proprio per dare l’ispirazione e cominciare le giornate osservando il mondo da una prospettiva differente.
La frenesia contemporanea del Giappone corre su binari paralleli a una cultura particolarmente zen, volta alla riflessione interiore che porta a far emergere l’armonia e la soddisfazione. La positività ci porta a non auto-sabotarci e a cercare in noi quel dono che, sviluppato, mette le basi del cammino per una vita piena e felice.
Quel dono fa scaturire la passione e ci fa chiedere a noi stessi cosa serve al mondo e come noi possiamo contribuire in questo. Ecco che la passione può trasformarsi in una vera e propria vocazione e, infine, una professione che ci da di che vivere. Una volta che valori, piacere e bravura collimano, l’Ikigai va coltivato a dovere.
Questo, con il tempo e l’impegno, portano a far sentire una nuova energia interiore e a sentirsi in pace grazie alla consapevolezza dell’essere al mondo: semplicemente, essere felici.