Nella notte oscura del 17 Dicembre 1946, nacque il figlio di re Sigfrido di Tartaria: Giorgio. Un bambino sano e forte, dai riccioli neri e con un destino glorioso davanti a sé.
Un destino che lo fa scontrare con il padre e vivere sempre più in solitudine, in una gabbia dorata dove non può ritenere di vivere davvero. Una volta diventato re, la carica lo porta a diventare una persona sempre più oscura e crudele, anche a causa del sacerdote Elmichi sempre pronto a sussurrare malvagità.
Un principe torbido, quello che incontra Alba, con cui però in qualche modo riesce a condividere la sofferenza, a fare breccia in quel cuore circondato solo dall’odio. Un matrimonio di circostanza costringe Giorgio ad avvicinarsi e aprirsi, ma è sempre e solo la furia che lo muove, verso il successivo bagno di sangue.
L’ultima guerra lo ha tenuto lontano per più di due anni, intorno a sé non c’è altro che desolazione. Fuori e dentro, come nell’animo di una moglie che ora vuole solo scappare e ricominciare tutto da capo. Solo Giorgio sa che cosa è accaduto contro Ezechiele ed è ora tutto sepolto nella sua testa, con solo un sussurro che sembra una supplica d’aiuto: Inverno.