Quando Lorna torna a Longhampton con le chiavi della sua galleria d’arte strette in mano, si sente come al solito attanagliata dalle paure e dall’incertezza. Ma questa volta, ad affrontare passato e futuro, non è da sola: Rudy, il bassotto della sua amica Betty, è più agguerrito che mai e pronto a infondere nella donna quel coraggio che le serve per prendere in mano le redini della sua vita e cogliere, finalmente, le possibilità che le si parano davanti.
Avete presente quando leggete un romanzo per la prima volta ma vi sembra di conoscere da sempre lo stile dell’autore che lo ha realizzato? È proprio questo che mi è capitato con Lucy Dillon, di cui ho sempre scorto i libri in vendita sugli scaffali ripromettendomi di recuperarne prima o poi almeno uno (quello ambientato nella libreria, per la precisione) ma senza mai trovare l’occasione giusta. Che errore imperdonabile! Perché ora che ho letto “Il tempo delle nuove possibilità” mi sento povera e devastata, ma pronta a recuperare sul serio tutta la bibliografia della scrittrice.
Conoscere Lorna è stato un po’ come guardarsi allo specchio e vedere, per l’ennesima volta, le paure più grandi che impediscono di fare i più importanti passi. È difficile avviarsi, difficile scattare in avanti sostenuti dall’adrenalina, è difficile ricacciare in un angolo il panico, il dolore, il timore del fallimento. Solo l’amica Betty, di fronte a una morte annunciata, riesce in qualche modo a spronarla, mettendola di fronte al tempo che passa.
La compagnia di un piccolo e inaspettato amico sarà per lei un aiuto prezioso, che la aiuterà a scendere a patti con ciò che è stato e a vedere nel futuro qualcosa di positivo, bello e luminoso. Amo alla follia le storie terapeutiche, specie quando ci sono di mezzo gli animali. Certo, da questo mese in poi sono costretta ad affrontarle con una mente diversa, ma è come se in queste storie siano racchiusi dei messaggi segreti e unici, che solo individualmente si riescono a cogliere.
Si viene subito colpiti e coinvolti da questa storia di vita e riscatto, tanto da scorgere negli spiragli di luce che vede Lorna delle piccole speranze anche per noi. Il romanzo scorre veloce, come la moltitudine di emozioni che investe fino nelle viscere, estraendo tutto, positivo o negativo che sia. Capita che il passato, fatto di eventi e persone, possa con le giuste circostanze far nascere qualcosa di nuovo anziché insistere con ciò che già si conosce, dando gli strumenti per affrontare l’ignoto e cercare una nuova strada da percorrere.
L’amore, in ogni sua forma possibile, è il filo conduttore di tutto e unisce strettamente gli eventi in un modo che non è immediato comprendere perché invisibile ai sensi, ma che è possibile intravedere e afferrare attraverso la guida più impensabile, dolce e adorabilmente disarmante che si possa desiderare.