Una tipica estate fatta di vacanze e fughe in mete lontane sta per diventare il palcoscenico perfetto per due tra i più improbabili degli individui. Augustus e January, dirimpettai per puro caso, completamente diversi ma uniti dal potere della scrittura e da come questa sta trainando le rispettive vite. Ognuno con le proprie regole narrative, chiuso nel proprio mondo fatto d’infiniti mondi. Ma cosa può succedere alla loro realtà quando decideranno di scambiarsi i romanzi in stesura?
Per decidere se leggere l’opera di Emily Henry basta veramente poco. Da lettori viene quasi naturale domandarsi com’è la prospettiva dall’altra parte, cosa significa essere uno scrittore e realizzare una storia che possa appassionare. Lo si da per scontato, ma non sempre è tutto rose e fiori e i protagonisti del libro ci mettono di fronte alle piccole e grandi difficoltà, date non solo dal lavoro in sé ma anche da quanto tutto il resto influenzi terribilmente lo scrivere.
Proprio questo sta affrontando January, presa dal desiderare una vita perfetta tanto da non volere rendersi conto degli ostacoli che deve costantemente superare. Innamorata dell’amore, si trova a vedere crollare il “e vissero felici e contenti” nel modo più brutale possibile, per scontrarsi obbligatoriamente con il riflesso delle crude possibilità ed esperienze. Non esiste lieto fine ed è la filosofia che insegue Augustus nei suoi scritti e nel suo quotidiano, senza prevedere l’interessante risvolto dell’imbattersi nella vicina. Il loro è uno scambio che va oltre le aspettative, partito come un gioco, una distrazione, per poi trasformarsi in qualcosa che entrambi scoprono lentamente di desiderare.
Mi sono lasciata travolgere non solo dalle dinamiche legate alla scrittura in sé, una chicca assolutamente imperdibile, ma anche dal romanticismo che si diffonde sempre più a macchia d’olio, divertendomi e facendomi stare col fiato in sospeso. I dialoghi tra i due personaggi sono la forza portante di tutta l’opera: sono anime potenti, senza però che questi lo sappiano. Con il tempo imparano a guarire le reciproche ferite, arrivando indirettamente a sanare anche ciò che nel singolo lettore sembra non quadrare, aiutandolo a sentirsi meglio e in qualche modo rinato, sull’emozionante finale.
L’atmosfera leggera, comunque, da spazio anche alla serietà di espandersi e colpire nel profondo, facendo emergere problemi e tormenti soffocanti, tanto da disorientare e far perdere drammaticamente il personale cammino di vita. L’alchimia tra January e Augustus porta l’insieme su un altro livello, in cui il negativo scompare lasciando il posto alla speranza delle seconde occasioni. Insegnano a gran voce che non c’è nulla di sbagliato in certe scelte, dalla più semplice come il genere preferito di lettura alla più complessa. Di sbagliato esiste solo il pregiudizio degli altri, una piaga che meriterebbe di bruciare tra dolori atroci e che spero possa scomparire, presto o tardi.
“Romanzo d’estate” è la lettura perfetta non solo per questo periodo ma per tutto l’anno. La sua dolcezza disarmante riesce a conquistare anche il più scettico, che deve ricredersi su tutto ciò che pensava dei romanzi rosa, lasciandosi semplicemente invadere senza vergogna dai sentimenti provati tra le pagine.