Può un luogo rasentare la perfezione? Questo è il compito affidato a quelle entità prescelte che si prendono carico di un’ardua responsabilità a cui venire meno è impossibile. Il Dio del Sole Lugh non può sottrarsi alla protezione delle Isole di Smeraldo e non c’è momento in cui tutto non passi sotto al suo controllo. Nulla può cambiare, eppure qualcosa s’incrina. Le conseguenze possono essere catastrofiche, ma forse il tempo perenne tiranno potrà giocare a favore di chi vuole mantenere l’equilibrio e la pace nel mondo.
Non serve dire quanto “Le isole di smeraldo” mi abbia toccato il cuore esattamente come “La ruota d’argento”. Eppure, quando qualcosa piace, è giusto sottolinearlo e farlo presente, per far sì che il concetto arrivi a più persone possibili.
Tornare ad avere a che fare con la penna di Dama Berkana, in modo così repentino rispetto alla lettura precedente, mi ha sorpreso per l’emozione che questo ha comportato. Mi sono sentita incredibilmente a casa, beata in mezzo alle conoscenze dell’autrice veicolate tramite la sua nuova storia.
Il suo stile di scrittura, ancora una volta scorrevole e maturo, rassicura sulla qualità della narrazione, riportando verso un’ambientazione conosciuta e aggiungendo nuova interessanti scintille a un mondo che sembra volersi far scoprire sempre di più. Come in un videogioco open-world, ci si diverte a scoprire aspetti celati fino a ora, lasciandosi trasportare in una storia che fa presa per il suo essere intrigante.
Dama Berkana non si smentisce e dimostra ancora una volta di essere padrona della materia trattata, appassionando sia chi già conosce che chi no alla cultura norrena. Ci troviamo di fronte a un prequel spirituale del romanzo precedentemente pubblicato, godibile sia come lettura a sé che come arricchimento di ciò che è già stato messo nero su bianco.
Ma le sorprese non finiscono qui e, anche se siamo già al secondo capitolo di questa serie, c’è ancora molto da scoprire e lo si percepisce a ogni descrizione, che s’imprime nella mente ampliando l’immaginazione pur lasciando volutamente in ombra ciò che ancora non può rivelarsi. Sono una persona terribilmente curiosa che di fronte a questi stratagemmi ci casca con tutte le scarpe, sguazzando poi nell’impazienza di sapere cosa verrà successivamente.
“Le isole di smeraldo” è un’opera che va diffusa: vale la pena di essere letta e che tutti abbiano una possibilità di conoscerla, per entrare nel mondo fantastico di un’autrice nostrana che ha tutte le carte in regola per una splendida carriera nell’editoria.