Cresciuta con l’educazione della zia, Emma è sempre stata diversa dai suoi fratelli e sorelle. Quando, obbligata dalle circostanze, è costretta a tornare a vivere sotto lo stesso tetto del padre, la ragazza si troverà a scontrarsi con un ambiente a lei sconosciuto, incontrando però la simpatia della sorella maggiore Elizabeth.
Casa Watson è un mondo particolare in cui entrare: solo il tempo potrà svelare a Emma quanto questa possa essere speciale.
Primo di una serie di libri “La sorella minore” rappresenta un piccolo gioiello della letteratura inglese, dando spazio a Catherine Hubback che non è altri che la nipote della grande Jane Austen. Sarò sincera, ho approfondito la conoscenza dell’autrice solo grazie alla scoperta di questo romanzo, rendendomi conto di quanto ancora ho da imparare su uno spaccato specifico della storia dei libri diventati capolavori. Per questo non posso fare a meno di ringraziare ancora una volta la Vintage Editore, che mi arricchisce l’animo con letture uniche ed emozionanti.
In ogni caso, comunque, questa parentela non ha influito sul giudizio positivo dato all’opera, presa in prima battuta come a sé stante senza il contesto da cui deriva. La vicenda dei Watson è adorabile e il personaggio di Emma è una vera e propria forza. Ho amato la sua indole indipendente e a tratti ribelle, anche quando si trova a dover vivere in un luogo che le sta stretto e che cerca continuamente di farla sentire ciò che di fatto è: diversa.
L’origine della ragazza non è uguale a quella del resto della sua famiglia e le differenze affiorano sempre di più pagina dopo pagina. Fortunatamente, potrà contare sull’aiuto di Elizabeth che la introdurrà al mondo dei balli di società e quindi all’amore. Emma non ha interesse nello sposarsi forzatamente, quindi solo l’uomo giusto può farle cambiare idea in merito. Esiste?
“La sorella minore” è una scoperta dopo l’altra, che nonostante le imperfezioni date dalla storia del manoscritto si fa ricordare per i personaggi ben strutturati e i cambiamenti che questi affrontano cercando, nonostante tutto, la complicità di chi sta loro accanto.