Eccomi tornata nel mondo degli alienati, una storia di stereotipi e della profondità che ne consegue. Laura Castellani è riuscita a catturarmi subito con la sua narrazione e oggi sono lieta di parlarvi di uno dei suoi personaggi: lo zerbino.
Quando si rinuncia anche alla propria stessa identità in favore dei desideri degli altri, prende vita colui che viene definito zerbino. Una persona spoglia di qualsiasi personalità, almeno in apparenza, come se non avesse dignità o briciolo di amor proprio. Allo zerbino della Castellani, non importa della sua condizioni, nonostante sia consapevole di essere quello che è.
Sembra che nulla possa scalfirlo, né le offese, né i rapporti di comodo, né le umiliazioni. Per lui ha importanza il guadagno economico dato dal lavoro, ambendo a quella promozione tanto desiderata. Perfino a casa non sembra avere un rapporto idilliaco con la propria moglie, che tiene con sé per diverse, come da lui definite, qualità, come stirare e cucinare.
Sa di essere uno zerbino e crede sia positivo, che sia furbo entrare nelle grazie degli altri con metodi beceri che vanno solo in apparenza a danneggiarlo. Gli fa comodo approfittare degli altri per le personali ragioni.
Quella che potrebbe sembrare una vittima del sistema si trasforma, riga dopo riga, in una persona cinica ed egoista, a tratti crudele per certi pensieri che affollano la sua mente, portando il clima in una spirale discendente sempre più inquietante. Lo zerbino è un uomo che si lamenta tanto degli altri, ma che non cambia sé stesso o il suo ambiente, per il semplice fatto che, nonostante tutto, lo status quo gli va bene così, per il tornaconto finale sempre al primo posto su tutto.
In lui troverete caratteristiche che rispecchieranno di certe qualcuno che avete conosciuto. Potrebbe anche esserci la possibilità che tra le parole di Laura Castellani un po’, anche voi, vi ritroviate come di fronte al vostro riflesso.