La morte è universalmente un concetto inevitabile, imperituro e soprattutto oltre le conoscenze terrene.
Ciò però non è valido per l’Impero e per tutta la Nona Casa, dove Gideon ha vissuto per tutta la vita e da cui ha sempre cercato di fuggire.
La morte è solo un passaggio verso un’altra esistenza e si ha la possibilità di tornare indietro grazie alle abilità dei negromanti: coloro che hanno un ascendente sulla morte stessa piegandola al proprio volere.
Non è così inusuale, quindi, veder camminare scheletri in ognidove, come servi delle alte cariche, indaffarati in qualsivoglia mansione.
Chi pratica la negromanzia ha il pieno controllo sui morti rianimati, ma al contempo la piena responsabilità.
È come se l’anima venisse costretta a riagganciarsi a un catalizzatore, attraverso cui torna a comunicare con il mondo terreno.
Non è un’abilità che si può apprendere così a cuor leggero e Gideon ha sempre fatto in modo di sfuggirle.
Ma non può tanto a lungo, soprattutto quando si ritrova alle costole la Reverenda Figlia erede della Nona Casa, Harrowhark Nonagesimus, negroman te per eccellenza.