In occasione dell’uscita del libro “Veleni di paese” per la casa editrice Segreti in Giallo Edizioni, ho avuto lo straordinario onore di poter intervistare l’autore di quest’opera: Leandro Castellani.
Classe 1935, Castellani è un noto autore e regista che lavora tra tv, cinema e radio, portando avanti diversi progetti che hanno fatto sì che prendesse parte alla storia della televisione stessa, ottenendo risultati e riconoscimenti anche su suolo internazionale.
“Veleni di paese” è la sua opera scritta pubblicata più di recente.
Ringrazio di cuore la casa editrice per aver fatto in modo di mettermi in contatto con l’autore. Un sentito grazie anche al signor Castellani, per il tempo che ha voluto spendere nel rispondere alle mie domande.
1. Com’è nata la passione per la scrittura e per i romanzi gialli?
Credo che, fuoruscendo dal genere vero e proprio, il “giallo” da molti anni colorisca e influenzi tutta la nostra narrativa e, vorrei dire, la nostra vita. Giallo come ricerca spesso spasmodica della soluzione di un enigma. E in mezzo agli enigmi ci viviamo tutti. I più attenti lettori della nostra contorta e confusa realtà sono proprio i cosiddetti “giallisti”. Come non essere sedotti dalla voglia di scrivere un vero e proprio “giallo”?
Quanto alla voglia di scrivere l’ho assorbita a non più di due o tre giorni dalla nascita, con una madre poetessa e un padre attore…
2. Qual è stata l’ispirazione per la trama di “Veleni di Paese”?
Sono nato e cresciuto in una piccola città, la cui eredità non sono riuscito a cancellare nemmeno durante i lunghi lunghissimi anni vissuti a Roma. La trama dei miei “Veleni” è nata via via attraverso il ricordo di paesi e terre a me molto care, la nostalgia se volete, ma soprattutto dalla gioia d’inventare in piena libertà situazioni e personaggi, anche al di là del mio lavoro di sceneggiatore e regista, quindi di narratore per immagini.
3. Quanto tempo ci è voluto per completare questa storia?
Io sono rapidissimo a scrivere, uso addirittura una tastierina a parte perché per me quella del computer va troppo piano, non riesce a star dietro alla mia velocità d’invenzione. Poi lascio lì, magari ci torno dopo un mese, o dopo un anno, quando quella storia abbozzata mi richiama all’ordine. Quindi anche stavolta, stesura rapida ma ritorno procrastinato a lungo e a tappe.
4. C’è qualche personaggio del libro in cui si ritrova in maniera particolare?
Ogni mio racconto è intriso, impastato di autobiografia, volente o nolente: chi mi conosce ritroverà anche in questo “giallo” fatti, episodi, personaggi della mia storia personale, della mia terra. Di me in particolare, direi che non c’è molto, sono voluto restare un po’ al di fuori, al di sotto o al di sopra, o forse a lato.
5. Ci consiglia una lettura che per lei è imprescindibile?
Incominciamo da questo mio libro. Se fossi presuntuoso direi che, non certo per la prima volta, un giallo rimescola insieme vari aspetti di vita con quel tanto di mistero che è proprio del “genere” ma senza rinunciare a un tocco d’umorismo e di ironia, più o meno mimetizzate, che rendono la lettura agevole e… obbligatoria. Come rinunciare a questa singolare avventura? Quanto alle letture imprescindibili c’è sempre il vecchio Dumas. Il vecchio Dickens, il vecchio Wilkie Collins. E fra i giovani ci sono io!!!