Non appena si entra nel mondo di “Terramarina” si incontra colei che ne è la protagonista indiscussa: Agata. Sindaco di un piccolo e grazioso borgo siciliano, la donna sta ora affrontando il freddo di un’ennesima vigilia di Natale.
Ma per lei, ormai al quarto Natale vedova, è come se non ci fosse più la spinta per i festeggiamenti: la solitudine l’attanaglia in petto, nonostante sia circondata da persone che le dimostrano affetto e fanno di tutto per tenerla su ed evitare che cada nella malinconia.
Diventa quasi insopportabile percepire il dolore della Tabbacchera, così viene soprannominata, perché la perdita di qualcuno è qualcosa che non si può mai superare davvero. Forse, col tempo, fa meno male, ma non si può guarire.
Ma nei suoi pensieri non solo alberga il volto sorridente di Costanzo, ma anche quello del maresciallo Andrea, entrato nella sua vita per caso, nonostante lui abiti a Torino. Sono quei chilometri che fanno male, una distanza insopportabile che è unita alla decisione improvvisa dell’uomo di partire e tornare nella città di origine, lasciando Agata da sola, con i suoi sentimenti.
L’allegria dei suoi compaesani serve a ben poco: distrarla sembra impossibile e ogni cenno di gioia produce ulteriori lacrime di tristezza e amarezza. Non è proprio l’atteggiamento migliore per affrontare una festa tanto bella e importante.
La vita l’ha trasformata, facendola diventare una donna apparentemente acida, costantemente nervosa e in preda allo sconforto.
L’arrivo di Luce, una bambina in fasce trovata abbandonata da Don Bruno, riporta in casa Lipari la scintilla dell’amore, che sembra poter dare inizio a un nuovo capitolo della vita di Agata.