Review Party: Recensione di “Il traditore” di Nicholas Searle

Uno scoppio e poi più nulla. Questo è ciò che accade lungo la ferrovia che attraversa Londra, un’esplosione che ha sconvolto i dintorni e che ha dato inizio a una tragedia imprevista e scioccante. Ma l’agente Jake Winter non ha tempo per fermarsi sui sentimenti che prova, piuttosto dovrà correre per riuscire a capire chi ha azionato la bomba e catturarlo prima che possa mietere altre vittime. Ma come è possibile reagire, quando uno dei maggiori sospettati è un uomo che lavora al tuo fianco e che collaborerebbe con una pericolosa organizzazione terroristica?

“Il traditore” è un romanzo thriller che ha come particolarità quella di indagare nel lavoro che sta dietro all’intelligence britannica. Lo definirei un libro quasi tecnico, dalla trama interessante per le dinamiche e i complotti che solitamente rimangono celati all’occhio dello spettatore, abituato all’adrenalina data dall’inseguimento del colpevole. Sullo stile di Searle non c’è nulla da dire, è un autore d’esperienza che mette impegno nel creare la giusta atmosfera grazie a una narrazione scorrevole e curata, anche grazie alla sua esperienza sul campo. Forse, però, questi tecnicismi non aiutano nel catturare totalmente l’attenzione del lettore, abituato a ben altre dinamiche e ritmi, lasciando il libro su un piano solo, quello che illustra cosa sta succedendo attorno al protagonista, senza approfondire l’emotività o a lasciar intendere che ci sia altro. Forse non è il thriller più riuscito degli ultimi tempi, nonostante ritengo mi abbia intrattenuto, senza però quella scintilla che l’avrebbe reso memorabile.

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