Unai e Alba stanno per festeggiare il coronamento del loro rapporto: l’attesa di un figlio. Ma la quotidianità dell’uomo viene interrotta da una notizia sconvolgente: la sua prima ragazza, Ana Belén Liaño, è stata trovata morta in circostanze macabre, aggravate dal fatto che fosse incinta. Salta subito all’occhio che la donna sia stata assassinata attraverso un rito particolare e che richiama chiaramente la mitologia celtica. Ha così inizio per il profiler del commissariato di Vitoria una corsa contro il tempo, alla ricerca di un serial killer che prende di mira chi è in dolce attesa.
“I riti dell’acqua” è uno dei thriller più intriganti e appassionanti degli ultimi tempi. L’autrice cattura subito l’attenzione attraverso uno stile narrativo scorrevole e magnetico, che porta a seguire con frenesia la vicenda pagina dopo pagina. L’accostamento alla mitologia è l’elemento che maggiormente mi ha stuzzicato e il modo in cui questo viene utilizzato in funzione della storia. L’ambientazione è descritta dettagliatamente e in un attimo ci si ritrova subito tra le strade dei Paesi Baschi, al fianco di un protagonista che sembra riuscire ad affrontare qualsiasi situazione: nulla in passato lo ha fermato e ora, nonostante il coinvolgimento emotivo, riesce ad affrontare un nuovo caso di lavoro con lucidità e sangue freddo. La sua diventa istantaneamente una causa personale, sia per chi ha perso che per chi deve proteggere. La scia di omicidi che il killer si lascia dietro rafforza ancora di più il dramma che i personaggi vivono e che riescono con facilità a trasmettere al lettore, che rimane catturato tra le righe e curioso di sapere come andrà a finire.
Il romanzo di Eva García Sáenz de Urturi rispetta tutti i canoni del genere thriller, regalando emozioni intense che lasciano i brividi in corpo anche dopo aver concluso la lettura.