Blog Tour: “Guarda oltre ciò che vedi” di Emanuela A. Imineo – I tarocchi e i cartoni animati

Vi parlo ancora di “Guarda oltre ciò che vedi”, una delle opere più belle lette questo mese, e lo faccio in un modo totalmente inaspettato e originale, che risveglia ulteriormente la mia passione per l’esoterismo associandolo a un’altra passione che mi accompagna fin dall’infanzia, quella legata all’animazione e alle opere giapponesi.

In apparenza non sembrerebbe, ma i tarocchi tornano più volte nella cultura artistica nipponica, soprattutto attraverso serie, manga e autori che sono diventati col tempo emblematici.

Uno dei miei anime preferiti in assoluto è “I cieli di Escaflowne” di Shoji Kawamori, una serie ambientata a cavallo tra la Terra e la Luna durante una guerra ancestrale tra Paesi in continua lotta tra loro. La protagonista, Hitomi, pratica per diletto la lettura dei tarocchi facendo anche affidamento su uno speciale pendolo, prendendo man mano coscienza del fatto che le sue interpretazioni hanno un effetto reale sugli eventi futuri che coinvolgeranno lei, Van e tutti gli altri personaggi. Particolarmente affascinante è l’introduzione di ogni episodio, caratterizzata da una specifica carta degli Arcani avente una reale connessione con ciò che in quell’episodio specifico accadrà.

Altro interessante anime in cui i tarocchi stanno alla base è “La storia della Arcana Famiglia”, in cui ogni personaggio è legato a uno specifico Arcano tramite un patto che concede loro straordinari poteri. I numeri corrispondenti alle carte sono tatuati permanentemente sulla loro pelle e le abilità acquisite vengono impiegate nella competizione che tira le fila della trama della serie. Ho apprezzato moltissimo il collegamento con l’Italia, in quanto il mazzo che più volte viene mostrato è dei tarocchi piemontesi.

Ma torniamo su opere famose citando “Le bizzarre avventure di Jojo” del grande Maestro Hirohiko Araki, una delle storie più lunghe e apprezzate che il mangaka ha portato avanti nella sua lunga carriera, iniziando alla fine degli anni ’80 e proseguendo fino ad oggi, continuando a conquistare sempre più consensi tra chi con Jojo ci è cresciuto ma anche con chi al mondo dei manga si appresta solo ora. Nella terza stagione del manga, Stardust Crusaders, Araki creò un nuovo infallibile potere che prende il nome di Stand e ha origine dallo shintoismo. La rappresentazione fisica dei poteri, così come i loro nomi, sono associati agli arcani maggiori dei tarocchi e dimostrano di essere efficaci sia su lunga distanza che corpo a corpo, una grande novità per il mondo di questa straordinaria serie.

Un concetto molto simile viene adottato dal famosissimo gruppo di mangaka CLAMP, che tra le numerose e apprezzate opere ne realizzò una in particolare in cui i tarocchi sono la personificazione dei personaggi. Sto parlando di “X”, che per quanto sfortunatamente interrotta continua a piacere per le forti tematiche affrontate e per essere un’opera godibile sia da un pubblico maschile che da un pubblico femminile, cosa non tanto scontata per il Giappone dal momento che ogni genere (manga o anime che sia) è ben definito, sia per il target di età che per il tipo di pubblico (ragazzi o ragazze). Prendendo come base gli Arcani Maggiori, le CLAMP strutturarono la storia suddividendola in 22 volumi, ognuno caratterizzato dall’illustrazione specifica del personaggio rappresentato come il tarocco in cui è identificato. Arrivati al diciottesimo volume, ancora non perdo la speranza di poter vedere la fine di questo manga emozionante, che unisce l’azione delle battaglie al misticismo e alla religione.

Uno degli anime più in voga negli ultimi anni è “Love live!”, un’opera a sfondo scolastico che vede un gruppo di giovani ragazze fondare un gruppo di idol per salvare il destino del loro istituto che rischia di chiudere. Una delle protagoniste nonché vicepresidente del gruppo, Nozomi Toujou, è dedita alla lettura delle carte e così facendo guida con saggezza le mosse che lei e le sue compagne devono fare se vogliono arrivare al successo. Non a caso il gruppo si chiama “μ’s”, musa dal greco, ricalcando il mito delle nove dee greche dell’ispirazione e dedite all’arte: attraverso la lettura dei tarocchi, Nozomi sa che fino a quando il gruppo non sarà composto da nove membri sarà perennemente in difficoltà, come una sorta di profezia.

Doveroso è almeno un riferimento a uno dei miei manhwa coreani preferiti di sempre: “The Tarot Cafe” Sang Sun Park, una storia in 7 tankobon pubblicata qui in Italia da Shockdom che narra le vicende di Pamela, cartomante e proprietaria di una caffetteria, che ospita dopo la mezzanotte degli avventori tutt’altro che umani. Ne ho amato la storia così come i disegni, è un’opera in cui l’occulto si amalgama perfettamente al fantasy creando una trama intrigante e mai banale fino alla fine.

Insomma, potrei andare avanti e citare anche i numerosi videogiochi che hanno i tarocchi come strumento base delle proprie trame. Tutto ciò è a dimostrazione di quanto in realtà questo mondo non sia poi così tanto di nicchia, ma sfruttato con rispetto nell’arte contemporanea per realizzare delle opere di qualità e che sappiano conquistare le persone di ogni parte del globo. Io per prima ne sono innamorata da una vita e d’ora in poi “Guarda oltre ciò che vedi” di Emanuela A. Imineo si aggiunge come tassello prezioso della mia cultura personale.

       

Review Party: Recensione di “Frederica” di Georgette Heyer

Per assicurare un futuro alla sua famiglia, Frederica Merriville non esita minimamente quando si tratta di contattare il marchese di Alverstoke e chiedere aiuto. Sulla carta è molto semplice: garantire una stabilità economica ai due fratelli minori e far sì che la sorella Charis possa debuttare positivamente nell’alta società di Londra.

Il marchese si risveglia dall’antro di noia in cui ha sempre vissuto: qualcosa lo intriga in Frederica, quindi dopo essere sembrato restio ad accettare la richiesta, prende sotto la sua protezione la famiglia Merriville e prepara ogni dettaglio per il loro grande debutto.

Finalmente ho avuto l’onore di poter leggere una delle opere più emblematiche del genere regency. Georgette Heyer è una maestra in questo campo e con “Frederica” supera ogni aspettativa, realizzando una storia chiara e dettagliata come fotografie d’epoca, inglobando il lettore in una vicenda avvincente, divertente ed emozionante.

Ogni personaggio ha la sua personalità e affezionarsi a loro è facile: Frederica e il marchese muovono le fila dell’opera con dialoghi dinamici che non annoiano, in un’ambientazione come quella della Londra nell’epoca della Reggenza che continua ad affascinare nonostante il passare dei secoli.

Il romanticismo tipico dei classici della letteratura inglese aleggia in ogni pagina facendo sospirare il lettore e conquistando anche quello più mal disposto in tal senso.

Georgette Heyer è perfetta come autrice per approcciarsi al genere regency, un’autrice talentuosa che merita ancora di essere letta perché le sue opere sono una garanzia di qualità e intrattenimento.

Review Party: Recensione di “The Ones. La profezia dei prescelti” di Veronica Roth

Quando “tutto è bene quel che finisce bene” è come se non ci fosse nulla dopo.

Non per Sloane Andrews, Matthew Weekes, Esther Park, Albert Summers e Ines Mejia, che dopo essere stati protagonisti di una profezia che li ha resi degli eroi hanno cercato di tornare alla normalità. L’Oscuro e i tempi della magia sono finiti da un decennio, ma quegli eventi ancora aleggiano nell’aria, ostacolando il loro quotidiano. Ma la tragica morte di uno di loro fa tornare come un macigno l’incubo, come se l’ombra del nemico non se ne fosse mai andata. Che l’Oscuro stia per tornare è il primo sospetto, ciò che fa più paura è la portata del pericolo: stavolta non sarà da difendere solo la Terra ma qualcosa di molto più grande.

Quando si parla di Veronica Roth ho sempre avuto un’opinione impopolare, che ha sempre cozzato con tutti quelli che conosco. Basti pensare che alla saga di Divergent ho preferito la duologia di Carve the Mark e leggendo la trama di The Ones ho percepito fin da subito quanto mi avrebbe intrigato la storia al suo interno.

I temi principali affrontati in questo nuovo libro non sono nuovi alla Roth, ma hanno come punto di forza il fatto di essere riadattati in chiave adulta, appiccicati alla pelle di ragazzini che ora sono uomini e donne e che vedono il mondo in un’ottica totalmente differente da prima.

Tutto questo passa attraverso gli occhi di Sloane, una ragazza determinata e tosta che dopo essere diventata un’eroina ed essersi sentita al centro del mondo si trova ora a soffrire di sindrome da stress post traumatico, incapace di andare avanti, incapace di staccarsi da ciò che è stato.

I traumi vengono descritti dall’autrice con un incredibile rispetto e una lodevole cura, marcando lo studio di certe dinamiche per poter scrivere la sua storia ed evidenziando come queste abbiano un effetto non solo sull’individuo ma anche su chi lo circonda. Sloane infatti soffre di attacchi di panico, è sempre nervosa e scontrosa, tiene alla larga chiunque, anche chi dovrebbe conoscerla meglio e comprenderla.

La cura del dettaglio si vede non solo nei personaggi quanto nelle ambientazioni: una Chicago urbana che convive con la magia in cui vigono leggi etiche legate al suo utilizzo e al controllo da parte del governo.

Non riesco a non promuovere “The Ones. La profezia dei Prescelti”, mi ha colpito corde che mai pensavo che la Roth avrebbe riuscito a toccare. Come debutto nel genere New Adult ci sono ottime chance di successo.

Review Party: Recensione di “Fondazione. Il ciclo completo” di Isaac Asimov – Fondazione e Terra

La ricerca di Golan Trevize verso il pianeta d’origine sembra impossibile da portare a termine. Al fianco di Bliss e Janov, esplorerà una serie di mondi assolutamente diversi l’uno dall’altro, ma che potrebbero avere come punto in comune la possibilità di essere abitabili. Creature particolari ed ecosistemi originali riusciranno a sorprendere la squadra nonostante le millenarie conoscenze che si portano dietro. Il loro sarà un lungo viaggio, che sembra però ora trovare in qualche modo la sua conclusione. Continue reading

Review Party: Recensione di “La casa delle giovani spose” di Ashley Hay

Non solo i legami di sangue possono unire delle anime indissolubilmente.

Questo è ciò che capita a Lucy e alla sua famiglia, quando insieme si trasferiscono a Brisbane in una casa accogliente e apparentemente comune. Ma questa è stata la dimora per una vita intera di Elsie, una novantenne che è ora costretta a trasferirsi in una casa di riposo per avere le cure più adatte alle sue esigenze.

Lucy e Ben cercano quindi di cominciare la loro nuova vita, rinunciando agli sbandi di coppia per far fronte alle gioie e i doveri della genitorialità: aggrapparsi ai bei ricordi li aiuta a vivere meglio il presente e ad affrontare con meno paura il futuro.

Sarà la casa, in quel momento, a parlare per loro, attraverso oggetti, lettere, fotografie che richiamano la vita di Elsie, una donna che ha vissuto innumerevoli esperienze che possono essere di grande insegnamento per la copia che l’ha succeduta nella sua casa.

Con il suo romanzo “La casa delle giovani spose”, Ashley Hay insegna come ogni dettaglio o piccola decisione rendono grande una vita nel loro insieme. Ha una storia piena di amore e di legami umani, che s’intrecciano tra loro in modo molto emozionante e inaspettato. I ricordi che si susseguono raccontano una vicenda realistica e assolutamente amabile, che hanno come risultato quello di riempire il cuore del lettore di speranza e conforto.

Il tema della maternità viene affrontato dall’autrice attraverso elementi delicati e sorprendenti per l’originalità con cui vengono espressi certi concetti. Questo estende esponenzialmente il significato di essere genitori, soprattutto per l’importanza che viene data alla paternità, spesso un argomento trascurato o sottovalutato.

Elsie e Lucy vivono un rapporto simbiontico nonostante siano agli antipodi con i traguardi della vita, ma l’una vede delle risoluzioni nell’altra, in uno scambio silenzioso di esperienze che arricchiscono le due donne vicendevolmente, senza finire mai di imparare.

“La casa delle giovani spose” è un’opera che va alla riscoperta delle origini per riscoprire i piccoli doni della vita e prendere insegnamento da chi ci ha preceduto.