Review Party: Recensione di “Solo. Star Wars” di Mur Lafferty

Chiunque sia fan di “Guerre Stellari” avrà per forza sognato di solcare lo spazio infinito a bordo del leggendario Millenium Falcon, al fianco dei personaggi più noti della saga, in cerca di emozionanti avventure.
Quella scritta da Mur Lafferty su carta e Ron Howard su grande schermo è una storia ambientata in un tempo remoto rispetto agli avvenimenti noti più recenti e hanno come protagonista l’impavido contrabbandiere Han Solo, negli anni della giovinezza prima di incontrare Luke e Leila.

Cresciuto a Corellia tra la povertà e le ingiustizie, vive alla giornata procacciandosi cibo, mansioni e svago, ricercando costantemente un futuro dignitoso per lui e Qi’rà, suo primo grande amore. Il suo desiderio di rivalsa e la determinazione a diventare pilota lo formeranno fin nel profondo, mettendo in discussione tutto ciò in cui aveva sempre creduto, fino a portarlo a far fare al Falcon la famosa rotta di Kessel in meno di dodici parsec.
Diciamocelo, purtroppo Han non ha avuto molta giustizia con il film che gli è stato dedicato. Probabilmente è il meno riuscito di tutto l’universo di Star Wars e lascia in sospeso non pochi quesiti. Eppure, riesco sempre a godermi ogni episodio della saga e anche con questo sono uscita dalla sala del cinema nel complesso divertita e soddisfatta. Non solo trovo che la caratterizzazione del giovane Solo sia coerente con la versione interpretata da Harrison Ford, ma anche che l’avventura che si trova ad affrontare in questo spin off sia calzante e nell’atmosfera più giusta in cui l’avrei immerso.
Han è sempre stato un uomo spavaldo, sprezzante del pericolo e fin troppo sicuro di sé. Qui non è da meno e anzi, molte scene enfatizzano questo lato di lui. Il libro scritto da Mur Lafferty approfondisce ciò che il film non ha avuto modo di fare, riempiendo bene a mio parere quei buchi lasciati dalla trama originale. Ho amato riscoprire l’incontro tra lui e Chewbe ma soprattutto il rapporto con Lando Calrissian. Non sono riuscita tuttora a inquadrare Qi’rà, di cui ben poco mi è piaciuto e nemmeno nel libro si riscatta più di tanto.
Mur Lafferty ha saputo descrivere bene gli elementi tipici della saga attraverso uno studio specifico della serie stessa e uno stile scorrevole che ha reso la lettura piacevole. Questo è un libro che si può consigliare ai fan di Star Wars e a chi vuole saperne di più sul bandito più famoso della galassia.

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