Quando nel mondo viene creata l’etichetta “gente dei rifiuti” è segno che qualcosa nell’umanità si è definitivamente sgretolato.
Mimi abita in Cina ed è una ragazza dei rifiuti, viene dai bassifondi e ha sempre vissuto nella più totale povertà, in mezzo alla sporcizia, al tanfo, a persone che vivono per riuscire ad arrivare al giorno dopo. Le Silicon Isle sono l’ultima spiaggia su cui potersi guadagnare da vivere, smaltendo apparecchi elettronici e oggetti tossici, tutto frutto delle potenze economiche più importanti. Tossicità è proprio la parola chiave, perché se da un lato quell’impiego rappresenta la salvezza degli abitanti, dall’altro respirare costantemente quei fumi velenosi li conduce tutti verso una morte dolorosa. Per non parlare del continuo terrore cui si è sottoposti all’idea di una lotta tra gang per il dominio del territorio e di rimanere coinvolti nei frequenti attentati violenti che vengono attuati.
In questa situazione lo status quo è sottile e debole, basta un niente per scatenare una rivolta. Ora, sembra che la guerra decisiva stia per scoppiare e Mimi, nel pieno del conflitto, dovrà decidere se rimanere ancora spettatrice impotente o alzare la testa per cambiare finalmente le cose.
Ogni volta che mi trovo di fronte a un’opera orientale, è come se ne respirassi l’atmosfera prima ancora di cominciare a leggere. Non tanto per la grafica della copertina o per il nome dell’autore (chiaramente di quell’area geografica) quanto invece per la cura dei dettagli e il significato che viene attribuito a ogni elemento.
“Marea Tossica” sembra quasi un’opera profetica, che giunge qui in Italia in un momento estremamente delicato. La distopia descritta da Chen Qiufan è volta a denunciare il disastro climatico cui andiamo incontro e a segnalare un campanello d’allarme nei confronti di un ambiente che sta sempre di più bruciando.
Ho adorato la prosa dell’autore, che con cura minuziosa e passione estrema per il proprio lavoro riesce a coinvolgere il lettore fin da subito, facendo scorrere davanti ai suoi occhi fatti che si concatenano freneticamente l’uno all’altro. I personaggi descritti sono realistici e caratterizzati alla perfezione, basta davvero poco per immedesimarsi nella protagonista e rendere propria la sua personale causa.
“Marea Tossica” è un romanzo che ho letteralmente amato sia per la trama che per i messaggi che vuole trasmettere. Non posso fare a meno di consigliarla caldamente, soprattutto in questo periodo in cui dovremmo tutti ricordarci di essere un po’ più umani.