« Pensavo che ad attirarti là fosse qualcosa che avevi nel sangue, qualcosa che riconosceva il mondo delle ombre. Pensavo che saresti stata al sicuro solo se ti avessi tenuto nascosto quel mondo. Non ho mai pensato che avrei potuto proteggerti aiutandoti a essere forte e a combattere. »
Ricordo bene le sensazioni che anni fa mi pervasero, quando finalmente “Città di Vetro” finì inevitabilmente nelle mie mani. Ricordo ancora, con un grande sorriso dipinto sulle labbra, quando la saga di Shadowhunters era definita dalla Clare stessa una trilogia, che sarebbe andata a concludersi con questo libro.
La guerra tra bene e male sta per giungere al termine con un ritmo al cardiopalma che ben poche battaglie mi hanno fatto provare. Tutti i nodi stanno per essere sbrogliati e ogni verità venire a galla. La capacità che Clary scopre di avere nel creare rune dal nulla potrà probabilmente essere l’arma indispensabile per la buona riuscita di ogni piano.
Alla resa dei conti si aggiungono nuovi spunti narrativi che fanno da apripista ai prossimi libri sempre legati a questa prima serie di The Mortal Instruments. Sicuramente, comunque, si può affermare con assoluta certezza che “Città di Vetro” sia la prima prova che dimostra quanto la Clare possa essere crudele. Per quanto si vada sempre alla ricerca del lieto fine, la speranza è affiancata ad avvenimenti catastrofici che colpiscono il lettore con uno schiaffo potente al cuore. Riprendersi da certe scene descritte in queste pagine non è per niente facile, adesso come allora.
Di certo, comunque, non manca l’amore, che qui è ancora più profondo e si espande in ogni forma possibile.
Il dubbio si fa sempre più strada in Alec, così come il timore di confrontarsi con la famiglia e ammettere il proprio orientamento e amore per il Sommo Stregone Magnus Bane. Non è facile andare contro certi antichi precetti, ma Magnus sa come infondergli coraggio. Isabelle acquisisce qui sempre più apprezzamento, passando dall’essere una bambolina provocante ad una donna guerriera che lotta soprattutto per gli altri e non solo per sé stessa.
I colpi di scena sono sorprendenti e non lasciano modo al lettore di fare una pausa da tutto, perché è troppa la curiosità di andare avanti e concludere la storia.
“Città di Vetro” rappresenta la conclusione di una “prima stagione” che è solo il preludio del potenziale mondo di Cassandra Clare, che da questo momento in avanti si ingrandirà a dismisura, attraverso non solo nuovi personaggi ma anche avanti e indietro nel tempo.