È davvero complesso spiegare quanto “La bambina senza cuore” di Emanuela Valentini significhi per me. Per quella ragazza, poco più che bambina, sola con le sue passioni, è un simbolo di un’età passata che ancora non l’abbandona, un’origine di interessi e sentimenti che l’ha resa la donna che è ora. Potermi immergere di nuovo nella storia di Lola e Nathan mi ha fatto riprovare le stesse identiche emozioni, rinnovate da consapevolezza e maturità maggiori di un tempo. Per me è davvero un onore portare sul mio sito un contenuto dedicato all’opera di Emanuela, a cui auguro tutta la fortuna possibile con questa nuova avventura insieme ad una casa editrice meritevole quale è la Watson Edizioni.
Ebbene, Lola. Spensierata e innocente come chiunque alla sua età, strappata precocemente alla vita in un modo macabro e sconosciuto. D’un tratto, si sveglia nella sua “scatola”, la bara allestita per lei da chi ipotizza le volesse bene. Non sente dolore, né caldo o freddo, nonostante il gelo si posi su ogni cosa attorno a lei. Si sente disorientata, ma le basta poco per comprendere di non essere sola. Così, fa la conoscenza del gargoyle Rufus, l’angelo Bianco e il Poeta, colui che più degli altri può comprendere la nuova situazione di Lola: essersi risvegliata dopo la morte, senza più ricordi a cui aggrapparsi. L’unica traccia: la macchia rossa di sangue che le ricopre il petto.
Lola non ha paura, perché la morte non è davvero così spaventosa come sembra per chi non la conosce. Una convinzione si affaccia sempre più: sua mamma tornerà presto da lei. Perciò vive la sua nuova esistenza in sospeso, in un mondo inquietante e incantevole al tempo stesso costituito da altri defunti anche loro in sospeso come lei. Ma lei, al contrario degli altri, è ancora corporea, fisica, capace di toccare e interagire con il mondo.
Ma l’arrivo di Nathan, cento anni dopo, mette in discussione tutto. La sua carnagione rosea, il sangue ancora in movimento nelle sue vene. Così lontano da ciò che lei era diventata. Diverse domande iniziano ad affollarle la mente e un tormento nasce, chiedendole che senso ha quell’esistenza bloccata nel tempo, privata di un cuore strappatole via ingiustamente. Questo fa più paura di qualsiasi altra cosa: capire se essere il mostro che tutti dicono che lei sia o semplicemente una bambina che ha subito un torto. O ancora, accettare di essere la figlia di una strega, come la sua tomba recita da un secolo. Si sente dannata e condannata in un limbo invalicabile.
L’immutabilità rende l’esistenza inutile, ma Lola cerca sempre di scacciare questi pensieri, dalla sua mente e da quella dei suoi amici. Come a infondere coraggio per qualcosa che non è definito, ma che potrebbe palesarsi da un momento all’altro. Eppure, Lola non riesce a gioire della nuova conoscenza, arrivata con il solo scopo, per lei, di sconvolgere il sottile equilibrio che aveva raggiunto fino a quel momento.
Forse, la luce della speranza per lei è giunta con l’arrivo del ragazzo, in qualche modo collegata a lei e a ciò che le è successo, Forse, il momento di scoprire cosa le è successo è davvero giunto.