Blog Tour: “Morte senza Resurrezione” di Roberto Martínez Guzmán

Buongiorno e buon lunedì! In collaborazione con altri blog, vi presento “Morte senza Resurrezione” , libro thriller di Roberto Martínez Guzmán.
Una serie di omicidi minaccia la tranquilla città di Ourense, senza che tra di loro vi sia nessun nesso apparente. Ma un segno distintivo lasciato dall’assassina conferma che sono stati commessi tutti dalla stessa persona: Emma, una ragazza estremamente intelligente con un piano elaborato e un motivo che la porta ad agire in quel modo. Sarà Eva, ispettore di polizia, ad occuparsi del caso. Comincia così una corsa contro il tempo per evitare altre morti. 
Potete acquistare il libro qui.



TAPPE

4/9 – Intervista autore – The Mad Otter (https://the-mad-otter.blogspot.it/)
5/9 – Presentazione personaggi – Over the hills and far away (http://nalie-overthehillsandfaraway.blogspot.it/)
6/9 – Intervista traduttrice – Book Lover (https://booksserial.blogspot.it/)
7/9 – Estratti – Sognare (https://sognare2017.wordpress.com)
8/9 – Playlist – Dipendente dai libri (http://dipendentedailibri.blogspot.it/)
9/9 – Cinque motivi per leggere il romanzo – Milioni di particelle (https://milionidiparticelle.wordpress.com/)
10/9 – Recensione – Different Magazine (http://www.differentmagazine.it/)
Come potete vedere, oggi potete leggere l’intervista all’autore. Buona lettura!
1. Ciao Roberto! Per iniziare, per coloro che ancora non ti conoscono, potresti dire chi c’è dietro Roberto Martínez Guzmán?

Be’… penso di essere una persona normalissima: sono un impiegato pubblico della giunta regionale della Galizia, cui è sempre piaciuto scrivere e raccontare storie e che, negli ultimi anni, ha deciso di far vedere al pubblico ciò che scrive.

2. Come succede che una persona come te un giorno dice “scrivo un libro”? Avevi quest’aspirazione fin da piccolo o si è forgiata nel corso degli anni?

È una cosa che ti nasce dentro. Mi è sempre piaciuto, più che scrivere, raccontare storie. Un giorno ti butti perché credi di avere una storia che può interessare ad abbastanza persone e, a partire da lì, scopri che quello che racconti in realtà piace a molta più gente di quanto avevi sempre pensato e allora decidi di fare della scrittura qualcosa di più di un hobby.
3. Quanto ci hai messo a scrivere il romanzo?

In tutto sei mesi. Più o meno, ne ho impiegato uno per abbozzarla, quattro per scriverla e uno per correggerla.

4. È difficile pubblicare un romanzo come questo senza una casa editrice alle spalle che ti appoggi e, già che ci siamo, non hai provato a proporti a nessuna casa editrice?

Più che essere difficile, quello che succede è che ci vuole tanto tempo. Difficile non è, perché per la pubblicazione puoi contare sulle piattaforme digitali e per la promozione puoi contare sui social network. Per quanto riguarda le case editrici, ti dirò che all’inizio non ho pensato di mandar loro il romanzo perché volevo pubblicarlo integralmente su Facebook, cosa che ho fatto; poi è vero che qualcuna si è fatta sentire, però vuoi perché non ho voluto io, vuoi perché alcune di loro hanno poi smentito il loro interesse, alla fine nessuna ha concretizzato la pubblicazione.
 
5. Come vedi il mondo di internet per quanto riguarda l’influenza che ha avuto sulla diffusione della tua opera?

Un’influenza assoluta. Tutta la diffusione è cominciata da internet. Il romanzo si pubblica su internet, si vende su internet e si fa conoscere su internet. Posso dirti che non ho fatto una sola intervista né ho avuto una sola recensione al di fuori di internet.
6. Qual è stata l’accettazione di “Morte senza resurrezione” in formato cartaceo?

Peggiore di quella dell’ebook, ma era una cosa che mi aspettavo. Devi considerare che, come ho detto, tutta la promozione è stata fatta su internet, il romanzo non si vende nelle librerie e non è stato pubblicato da una casa editrice. Con queste condizioni, è normale che le vendite dell’ebook siano di molto superiori a quelle del formato cartaceo.
7. Hai ricevuto delle critiche e come le hai incassate?

Sì, ho ricevuto dei commenti negativi. Li leggi, li valuti (perché alcuni, soprattutto su Amazon, sono malintenzionati e hanno il solo scopo di affondare i libri altrui) e, se ritieni che sono sinceri, prendi nota di quello che non è piaciuto per tenerlo a mente. Ad ogni modo credo di essere un privilegiato, perché ti assicuro che metterei la firma per avere, per i miei prossimi romanzi, la quantità di commenti negativi che ho ricevuto per questo.
8. Immagino che per te l’irruzione del libro elettronico sarà stata positiva, dato che grazie a questa ti sei fatto conoscere, ma hai qualche obiezione da aggiungere?

I libri elettronici sono più economici dei libri cartacei. Questo ne fa il mezzo ideale affinché uno scrittore debuttante possa farsi conoscere. Perché? Perché in pratica un libro cartaceo costa otto o dieci volte quanto un ebook autopubblicato. Ciò significa che un lettore può dare un’opportunità a otto o dieci autori che non conosce e valutarne la qualità senza troppo impegno, perché se gliene piace anche solo uno avrà recuperato l’investimento. Invece quando si compra un libro cartaceo di solito si scommette su autori noti, perché se compri un libro e ti delude avrai buttato via un bel po’ di soldi. È questo il grande vantaggio dei libri elettronici, che compensa abbondantemente qualsiasi punto a sfavore.
9. Lavoro, figli, ecc… In che momento della giornata ti metti a scrivere? Lo scegli, lo programmi o cerchi di trovare tempo qua e là quando puoi?

Non ho dei momenti specifici per scrivere. Trovo tempo quando posso e quando sono completamente immerso in un romanzo divento abbastanza ossessivo. Praticamente vado in giro come uno zombie, pensando continuamente al romanzo. Poi, una volta concluso, mi rilasso e comincio a pensare al successivo, a valutare le diverse possibilità, le storie, le trame, ecc. Questa fase me la prendo con più con calma.
10. La scrittura e la vita personale ti lasciano tempo per leggere? Per scrivere un romanzo come questo, possiamo sapere quali sono i tuoi gusti letterari, chi legge Roberto Martínez e, se sì, cosa stai leggendo adesso?

Mi lasciano poco tempo, meno di quanto mi piacerebbe. Inoltre quando mi concentro su un romanzo, come adesso, non leggo niente, non faccio altro che scrivere. Sui miei gusti, sono diversi: romanzi storici, di suspense, narrativa per ragazzi… Mi piace qualunque storia sia raccontata bene, di qualsiasi genere sia.
11. Da dove proviene l’ispirazione: dal cinema, da altri romanzi, dai videogiochi?

Da tutte le parti, anche dalla vita reale. Molti personaggi si ispirano a persone che esistono davvero e alla cui personalità dai la svolta necessaria per far sì che si adatti alla tua storia. Per fare un esempio: Isaac, uno dei personaggi, si ispira al ministro West e nel modo in cui mi immaginavo che fosse nella sua vita privata; il nome, che non riuscivo a decidere, me l’ha ispirato un bambino di sei o sette anni che ho trovato un giorno in un bar, dove stava facendo impazzire i genitori con le sue marachelle.
12. “Morte senza resurrezione” è un romanzo del genere noir; ti consideri un fan di questo genere o ce ne sono altri con cui ti senti di più a tuo agio o te la cavi bene in tutti gli stili?

Credo che questo sia lo stile che si adatta meglio al mio modo di scrivere ed è quello che mi piace di più. Ad ogni modo penso che un buon autore dev’essere capace di scrivere un romanzo di qualsiasi genere.

13. Sulla tua opera, che si svolge durante la Settimana santa: ti consideri un amante della Settimana santa o hai scelto quella data per caso? Hai fatto fatica a trovare il titolo giusto?

No, l’ho ambientata nella Settimana santa perché erano dei giorni che si adattavano bene alla storia, tutto qui. Volevo semplicemente inserire la storia in una cornice. Ho preso in considerazione altre date, ma non mi sono sembrate altrettanto adatte. E per quanto riguarda il titolo, no, non ho fatto troppa fatica a trovarlo.
14. C’è stato qualche momento di crisi mentre scrivevi il romanzo, in cui ti sei sentito in difficoltà o sei rimasto in bianco?

In bianco mentre scrivevo, no. All’interno della trama sì, c’era un omicidio che doveva prodursi in base a tutta una serie di condizioni ed elaborare quella parte mi è risultato particolarmente difficile.

15. Ci sono scrittori che hanno l’abitudine di visitare i luoghi su cui scrivono per documentarsi in vista delle descrizioni che faranno. Hai fatto anche tu qualcosa di simile o non è stato necessario?

Non è stato necessario perché tutti i luoghi di cui si parla nel romanzo li conosco in persona da molti anni. Cosa che mi ha fatto risparmiare un sacco di tempo.
 
16. Leggeremo presto qualche altra tua opera?

Probabilmente sì. Prima che finisca quest’anno spero di aver concluso il mio prossimo romanzo. Poi la pubblicazione dipende da vari fattori: se decido mandarlo a qualche casa editrice, se mi decido a tradurlo in galiziano, ecc. Queste cose non le ho ancora decise e possono cambiare di molto i tempi, per cui non posso darti una data prevista.

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