“Ancora vita” è una delle ultime novità di casa Mondadori e attrae per dei motivi ben specifici. Ma andiamo con ordine.
Tanto per cominciare, il libro ha una trama che intriga fin da subito:
Toscana, 1944: mentre le truppe alleate avanzano e le bombe cadono intorno a villaggi deserti, un giovane soldato inglese, Ulysses Temper, si ritrova nella cantina di una villa abbandonata dove ha un incontro tanto casuale quanto straordinario con Evelyn Skinner. Evelyn è una studiosa di storia dell’arte di sessantaquattro anni, ed è venuta in Italia non solo per recuperare e – se possibile – salvare dipinti e opere d’arte tra le macerie dei bombardamenti, ma anche per rievocare ricordi di gioventù ormai semidimenticati. Tra le rovine dell’Italia devastata dalla guerra, Ulysses ed Evelyn si scoprono spiriti affini e questo memorabile incontro sarà il punto di partenza di un percorso di eventi che plasmerà la vita di Ulysses per i successivi quattro decenni. Finita la guerra, Temper torna a casa a Londra e si immerge nuovamente nel giro di amici che ruota attorno a “L’ermellino e il pappagallo”, un mix eterogeneo di frequentatori parecchio eccentrici del pub. Ma un’eredità inaspettata lo riporta nel luogo in cui tutto è cominciato, e Ulysses accetta di buon grado questo segno del destino tornando sulle colline toscane. E qui la storia comincia…
Da qui, è intuibile quanto i protagonisti siano interessanti da scoprire. La loro caratterizzazione è intrigante e realistica. L’ambientazione invece è studiata e curata nei minimi particolari, in grado di richiamare l’atmosfera storica della Toscana degli anni Quaranta.
Le dinamiche tra i personaggi si amalgamano alla perfezione creando una vicenda emozionante e dinamica, grazie anche a uno stile di scrittura semplice e fluido. “Ancora vita” merita di essere conosciuto per i sentimenti che suscita e per conoscere un’autrice che con questo romanzo offre un tributo interessante all’ambientazione italiana durante la Seconda Guerra Mondiale.