« E se le sgradevoli realtà di uno spargimento di sangue liquefanno le vostre interiora, sappiate che le pagine che avete tra le mani parlano di una ragazza che stava all’omicidio come i maestri alla musica. Che riservava al lieto fine lo stesso trattamento di un seghetto all’epidermide. »
Queste parole diventano la filosofia di vita di Mia Corvere, dopo aver assistito alla morte del padre e alla prigionia della madre e del fratellino. Per sopravvivere, Mia scappa e a ogni passo che l’allontana da casa è un passo in più verso il desiderio di vendetta per un’esistenza ormai distrutta. Questo richiamo la porta a diventare un’assassina e ad abbandonare l’innocenza per fare posto alla crudeltà, sotto i tre soli che mai tramontano della Repubblica di Itreya. La Chiesa Rossa le insegna tutto ciò che c’è da sapere, dal semplice furto ai metodi più o meno immediati per prendere la vita degli altri.
Ma spesso l’animo è così forte da non poter essere davvero spezzato: in Mia lottano i principi del giusto e dello sbagliato, del tormento e della pace, della vendetta e del perdono.
L’occhio del Dio della Luce sembra incombere su di lei, che sempre più si nasconde nell’ombra.
Un buon romanzo è caratterizzato da un worldbuilding originale e una trama così avvincente da riuscire a coinvolgere il lettore dall’inizio alla fine. Ma un ottimo romanzo, quello che eccelle e scala la classifica del cuore, offre oltre a tutto questo anche una narrazione caratterizzata da uno stile di scrittura sopraffino, ricercato e in qualche modo folle. Questo è ciò che mi viene in mente quando mi approccio a Jay Kristoff: malsana e adorabile pazzia.
Per spiegare cosa ha significato la lettura di Nevernight dovrei estrarmi le viscere e mostrare l’effetto in ogni capillare, in ogni goccia di sangue che scorre, nei muscoli che continuano a muoversi ma che ormai tendono soltanto verso quelle parole d’inchiostro che si sono impresse come fuoco incandescente nell’anima. Se davvero, a questo punto, ne esiste una.
L’esperienza che si crea leggendo questa trilogia si stratifica e si arricchisce ad ogni pagina che scorre, sotto l’occhio vigile del narratore onnisciente che illustra con il suo inconfondibile tono a metà tra il saggio e l’ironico, la vicenda che caratterizza gli Accadimenti di Illuminotte. In più, rileggendo alcuni passaggi ci si può accorgere a ogni volta di un particolare differente, come se per gioco si nascondesse sotto al testo sbucando fuori a suo piacimento.
La violenza con cui certe scene impattano nella mente del lettore crea un mix di emozioni contrastanti, che lottano tra l’estasi e il nauseabondo. La brutalità è un elemento che sa subito conquistarmi, perché anziché togliermi il desiderio di leggere mi incastra in sensazioni così dannatamente sbagliate da ammaliarmi e rendermi dipendente, come la migliore tra le droghe.
Al diavolo la moralità, Mia Corvere saprà guadagnarsi la vostra ammirazione nonostante l’oscuro passato, le azioni compiute e che compierà, le decisioni che prenderà per raggiungere il suo obiettivo. Non puoi fare altro che tifare per lei.
Mi ha in qualche modo ricordato, ma qui portate all’estremo, le ambientazioni della serie tv “Le terrificanti avventure di Sabrina”. Così come Salem mi ricorda tanto Messer Cortese (che amerete, fidatevi), così anche la continua lotta tra luce e ombra della strega, rimanda di gran lunga allo scontro interiore ed esteriore di Mia.
“Nevernight Mai dimenticare” è però solo il prologo della travagliata vicenda della protagonista, che dovrà imparare a giostrarsi tra umano e divino, cultura terrena e mitologia, la quale avrà sempre più importanza nello svolgimento della storia.
Più che spronarvi a dare una possibilità a Jay Kristoff di conquistarvi non posso fare. Sappiate che però sarà inevitabile non rimanere indifferenti al suo talento, perché è uno scrittore tremendamente bravo. Io ormai sono persa tra le sue storie, venite anche voi a fluttuare insieme a me?