Quando si parla di romanzo storico misto agli intrighi politici e religiosi, l’Italia può vantare di un’ampia scuderia di autori notevoli, che trattano l’argomento con cura e dedizione.
Negli ultimi anni, Matteo Strukul è diventato sempre più imponente nel nostro panorama letterario, pubblicando saghe meravigliose che intrattengono e vengono apprezzate da sempre più pubblico. Oggi, esce in libreria “La corona del potere”, sua nuova fatica e secondo libro della saga delle sette dinastie.
Addentrandosi nelle pagine si affronta un drastico viaggio nel tempo, che ci conduce in un’Italia lontana e diversa da come la conosciamo, quella di fine 1400. L’assetto politico consolidato sta sempre più perdendo il suo equilibrio: i regni che popolano la penisola provano sempre più tentativi per scavalcare il potere degli altri e, nel mentre ci si indebolisce dall’interno, al di fuori dell’Italia la Francia osserva e preme sempre più. E’ proprio il re francese, Carlo VIII che affronta quella che sarà una vera e propria lotta per la conquista, partendo dalle Alpi, fino a Roma per poi arrivare infine al Regno di Napoli. Famiglie potenti, come gli Sforza, i Borgia e i De Medici devono ora fare i conti con la vergogna dei patti, che le vedranno piegare la testa, più disonorevole di avere salva la vita.
Quando ci si trova di fronte a un’opera del genere, si pensa sempre al timore che non ricordare più le nozioni storiche imparate a scuola possa essere uno svantaggio per questo tipo di letture. L’abilità di Strukul sta proprio nel far rigermogliare quelle memorie con estrema semplicità, andando ad arricchirle con una narrazione scorrevole e intrigante, che tiene incollati alle pagine dall’inizio alla fine. Penso, infatti, che studiare in questo modo la storia mi avrebbe molto aiutato, perché è come entrare nel cuore della vita dei grandi personaggi per interiorizzarne imprese e intenzioni, finendo col ricordarle decisamente meglio.
Anche quando si sa l’epilogo dei fatti realmente accaduti, ci si ritrova totalmente coinvolti dalla lettura da tifare per una parte anziché l’altra e ritrovare, tra le pagine, un epilogo differente da quello conosciuto.
Ringrazierò sempre Matteo Strukul per riuscire a realizzare dei romanzi che mi facciano apprezzare sempre più una materia odiata, attraverso trame complesse che stuzzicano la mia curiosità e la mia sete di conoscenza degli eventi che ci hanno preceduto e che ci hanno resi come siamo.