Sono dell’idea che i libri thriller tirino fuori le emozioni più autentiche delle persone, andando a coinvolgere dei sentimenti forti e sgradevoli da provare. Questo perché, se con gli horror per esempio si da praticamente per scontato di sentire qualcosa di negativo, l’abilità degli autori di thriller sta nell’essere subdoli e puntare quando e dove meno ce lo si aspetta.
Già dal prologo veniamo sbattuti in un clima di puro terrore, con una scena in media res che simboleggia la venuta di qualcosa di terribile, come un tristo mietitore pronto a falciare la sua prossima vittima.
Man mano che la storia si sviluppa dopo le dovute presentazioni e spiegazioni, si assiste ad un inevitabile scorrere del tempo, un countdown segnato a chiare lettere che suscita ansia per ciò a cui si arriverà quando il contatore finirà di andare all’indietro. Tempo che scorre in più direzioni, tra passato, presente e futuro, con un ritmo sempre più frenetico che tortura e angoscia chi non sa cosa aspettarsi in alcuna scena.
La vita di Elizabeth è presentata con precisione e si dipana tra felicità, sollievo e forza prima per poi cadere verso il baratro della paura poi. Attraverso la sua mente, il lettore vive ognuna di queste emozioni, con la fortuna che lui inconsciamente sa che da uno stato emotivo positivo si passerà prima o poi a uno negativo. Quella della protagonista è una discesa agli inferi imprevista che la costringe a fare i conti con il proprio passato e la tragedia che l’ha segnata fino a quel momento.
La suspense viene in parte smorzata da scene descrittive piene di avvenimenti e dettagli che fanno da preambolo all’incubo che si sta per vivere. L’ho trovata un’ottima soluzione, per far concentrare il lettore con la giusta atmosfera senza per forza caricarlo inutilmente di paura, che potrebbe non fargli vivere nel giusto modo una specifica scena.
Ma il baratro non si può evitare e, quando tutti i punti saranno collegati con la giusta logica, nessuno potrà più sfuggire a quella tensione che fa rizzare i peli del corpo e che per quanto si possa prevedere non è immune alla sorpresa dei colpi di scena, che lasciano senza fiato.
Ogni lettura è un’esperienza personale e soggettiva: queste sono le emozioni più comuni ma anche le più assicurate che vi capiterà di provare tra le pagine di “La congregazione”, grazie al talento di Alessandro Perissinotto, specializzato ormai nel creare storie al cardiopalma.