Review Party: Recensione di “Iron Flowers – Regina di Cenere” di Tracy Banghart

« L’alba danzò per l’isola come una Grazia in abiti dorati, ammantando ogni foglia e ogni aspra roccia vulcanica di una filigrana di luce che sembrava pizzo, proprio mentre Serina e le altre erano impegnate a cancellare il massacro della sera prima. Tutti i cadaveri erano spariti, le donne uccise erano state affidate al fuoco rosso del vulcano e le guardie ai gelidi abissi dell’oceano. Ben presto, scomparve anche ogni traccia di sangue. »

Con somma sorpresa mi ritrovo a così poca distanza di uscita dal primo libro a poter leggere l’epilogo dell’emozionante storia di Iron Flowers. Tracy Banghart non ha affatto deluso le mie aspettative, mi ha riaccolto tra il sangue e il ferro trascinandomi nell’angosciante clima in cui avevo lasciato le protagoniste.
Virida e Monte Rovina ricompaiono istantaneamente nel punto in cui li avevo lasciati. Il destino di Serina e Nomi è appeso ad un sottile filo che, seppur lontane, le lega indissolubilmente in una lotta per la propria identità che di lì a poco si abbatterà sulla loro terra. 
Non perdono la speranza di rincontrarsi e di mostrare all’altra quale radicale cambiamento ha attraversato la loro pelle e la loro mente. Questo cambiamento non cozza affatto con la coerenza dei personaggi, anzi, è assolutamente coerente con i traumi e le vicende che hanno dovuto subire. Proprio questo le porta a risvegliarsi dalle regole imposte  per seguire la propria strada e tracciare i lineamenti di un nuovo mondo.
Iron Flowers è una delle prove per affermare che non serve sempre scrivere un’epopea infinita per poter produrre una buona storia. In due libri sono concentrate emozioni positive e negative, forza bruta e dell’animo, debolezze da sconfiggere e quelle da mostrare con orgoglio, amore e tradimento, un colpo di scena dopo l’altro. 
Seppur non così tanto chiacchierata è una storia che merita di essere letta, perché è dedicata non solo alle donne ma a tutte le persone che hanno bisogno di trovare il coraggio per non abbassare la testa e lottare per loro stesse.

Blog Tour: “Iron Flowers” di Tracy Banghart – Terza Tappa: Le Furie secondo Serina

Benvenuti nella terza tappa del Blog Tour dedicato a “Iron Flowers” di Tracy Banghart.
TAPPE




La storia si svolge su due fronti differenti e dal punto di vista delle due protagoniste: Serina e Nora, legate dal sangue ma caratterialmente e fisicamente diverse. Il destino le separa, fino a costringerle a cambiare loro stesse. Se Nora finisce per essere una Grazia e rinchiusa nella prigione dorata del palazzo del Supremo, Serina viene allontanata e condotta sull’isola Monte Rovina, dove dovrà lottare per sopravvivere un altro giorno ancora.
La mia tappa è dedicata proprio a quest’ultima, domani Annalisa di Nali’s Shelter pubblicherà quella dedicata a Nora.
Brevi presentazioni scritte di nostro pugno, per entrare nelle menti di due donne sconvolte dagli eventi, ma da cui riescono a trovare la forza per lottare e tentare di ritrovarsi.
“Io mi chiamo Serina.”
Dico alla ragazza che si trova accanto a me. A quella frase mi ci aggrappo come una preghiera, come se potesse salvarmi da ciò che a breve mi capiterà. Conosco Monte Rovina, e so che da qui nessuno ha mai fatto ritorno. 
La nave attracca, il cuore mi scoppia.
Le guardie ordinano, noi avanziamo. Ci spogliamo, ci rivestiamo.
“Benvenuta a Monte Rovina, ragazza morta”, qualcuno mi dice.
Cosa ne sarà di me?
Tutto per colpa di quel maledetto libro.
Alle donne è proibito leggere, sono incastrata in uno sbaglio, nonostante io non avessi contravvenuto a questa importante regola. È Nomi, la ribelle.
Le gambe quasi mi cedono mentre avanzo verso quella che viene chiamata la Grotta. Dove sono finite le guardie? Perché qui ci sono delle donne che comandano? 
Sono confusa, mentre finisco su un palcoscenico insieme ad altre, circondata da uomini e donne in attesa di qualcosa.
Mi dicono di stare pronta. Mi chiamano Lottatrice.
Poi, l’inferno.
***
Le urla ancora mi assordano, sangue non mio ancora mi acceca.
Mi sono sentita così impotente. Tutto ciò per cui mi ero preparata per tutta la vita, lì non mi sarebbe servito. La forza è preziosa, ed è proprio quella che mi manca. Se voglio sopravvivere al massacro, devo diventare più forte.
Sorellina, resisti. Concedimi tempo.
Farò di tutto per tornare da te.
***
“Mi chiamano Grazia”.
Come ciò che non sono mai stata e che mai sarò.
La furia mi è alleata. Vendicherò chi ci è stata sottratta.
Ma sarà proprio questa la soluzione a tutto? Continuare con questo macabro gioco?
Posso cambiare le cose, riscrivere le regole. Io stessa sono cambiata.
Questo luogo mi ha tolto tutto, perfino la paura e le lacrime, ma ha saputo darmi uno scopo.
Posso farcela, ne sono sicura.
Perché ora sono come cemento e filo spinato.
Adesso sono fatta di ferro.
Non perdete tutte le altre tappe del Blog Tour!
A breve, la recensione!