Review Party: Recensione di “Una vacanza sul lago” di Sarah Morgan

Quando Flora Donovan conosce Jack Parker, sente finalmente di potersi lasciare alle spalle la solitudine che da sempre l’ha accompagnata. Nel momento in cui, però, viene invitata a passarel’estate presso la casa sul lago di lui, dovrà fare i conti con la diciassettenne Izzy, che si è presa cura di tutta la famiglia nell’ultimo anno, da quando purtroppo ha perso sua madre.

Qualcosa nei rispettivi dolori farà scattare una molla, portando a ricostruire ciò che gli eventi passati hanno irrimediabilmente rotto.

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Review Party: Recensione di “Un matrimonio a dicembre” di Sarah Morgan

Una chiamata imprevista sconvolge la tranquilla serata di Maggie, che alza la cornetta pronta al peggio. Di lì a poco, viene inondata dalla felicità alla notizia che la figlia minore, Rosie si sposerà e che il gran giorno avverrà entro il mese successivo, esattamente alla vigilia di Natale.

Così, lei e Nick si dirigono ad Aspen, custodendo per loro un terribile segreto: il divorzio non ancora annunciato alle figlie.

La notizia però non riempie di gioia la sorella Kate, che approfitterà dei giorni prima del matrimonio per fare in modo che Rosie non commetta un grosso errore. Ma quando il testimone, Jordan, scoprirà il suo piano farà di tutto per ostacolarla, dimostrandole quanto la donna si sbagli in fatto di amore.

Dopo un romanzo deludente, Sarah Morgan torna a popolare il mio mondo di letture, facendomi ricredere sulle considerazioni fatte precedentemente e tornando sulla cresta dell’onda, regalandomi momenti di piacevolissima lettura in grado di scaldarmi il cuore.

Amo i romanzi natalizi e a quest’autrice riescono particolarmente bene, delle commedie che mescolano il puro divertimento con difficoltà umane che attraversano le vite dei personaggi fino alla loro soluzione. La Morgan illustra il tutto attraverso uno stile di scrittura semplice e altamente emotivo, in grado di far empatizzare con la storia in un lampo.

Le protagoniste assolute sono le donne, con una forza interiore straordinaria ma al contempo delle vulnerabilità che non permette loro di essere serene: solo stando unite e comunicando possono sperare di stare finalmente meglio.

L’ambientazione scelta dall’autrice per questo libro è assolutamente perfetta: Aspen è uno dei posti migliori legati al Natale, un paesaggio tanto suggestivo da scaldare dentro anche in mezzo alla peggiore tempesta di neve.

In un momento in cui viaggiare è impossibile, “Un matrimonio a dicembre” è stata una vacanza anticipata inaspettata, che mi ha deliziato con l’atmosfera natalizia e una storia fatta di forti sentimenti. Entriamo ufficialmente nel periodo dei regali e quello di Sarah Morgan è perfetto per chi ama il romanticismo e la forza di una famiglia unita.

Review Party: Recensione di “L’isola dell’amore” di Sarah Morgan

Dopo ben sette anni, Kimberley è costretta a tornare in Brasile e chiedere aiuto all’unica persona con cui aveva giurato di non voler avere più niente a che fare: Luc Santoro, uomo affascinante sempre a caccia del nuovo affare lavorativo su cui mettere le mani. Entrambi non hanno scordato la breve ma intensa relazione avuta e ora, per loro, è impossibile trovare un punto di incontro, per i troppi malintesi e incomprensioni. Ma per Kimberley, proteggere suo figlio va oltre ogni briciolo di orgoglio e sa che solo un uomo potente e influente come Luc può aiutarla e fare in modo che tutto vada per il verso giusto. Pur non credendo a una sola parola, soprattutto quelle che lo indicano come padre del bambino, Luc accetta di dare la cifra che serve a Kimberley, in cambio di una vacanza di due settimane sulla sua isola privata.

Spronata dal bel ricordo di “Il meraviglioso Natale delle sorelle McBride”, non ho battuto ciglio quando mi è stato proposto di leggere il nuovo libro di Sarah Morgan, “L’isola dell’amore”, che ho affrontato sperando di trovare tra le sue pagine una lettura coinvolgente che mi sapesse intrattenere e distrarre. Purtroppo, con molta delusione, devo dire che non è stato così, ma è comunque giusto mettere in guardia, soprattutto quando ci si trova di fronte a storie che contengono elementi retrogradi e molto fastidiosi.

Luc Santoro è uno dei personaggi peggio scritti nelle letture di quest’anno. Un uomo tossico, che non cede a compromessi, che crede di poter ottenere qualsiasi cosa grazie al suo impero economico e alla sua prestanza fisica e che farebbe cascare chiunque ai suoi piedi. Convinto di questo non ci pensa due volte nel ricattare una sua vecchia fiamma, Kimberley, anziché mettere da parte l’orgoglio “da uomo” e capire i motivi reali che l’hanno spinta a tornare da lui. La donna non viene vista come una persona in quanto tale, ma come lo strumento per dare sfogo a certe pulsioni, ignorando se il desiderio sia reciproco o meno. Per lui, ricattarla è solo un altro modo per tenerla sotto controllo, dando sfogo non solo a comportamenti rudi ma a una gelosia incontrollabile e ingiustificata. In tutto questo, Kimberley sembra non potere, o non volere, reagire, troppo impegnata a farsi abbindolare dal fascino del tenebroso bastardo di turno piuttosto che avere un briciolo di amor proprio. Questo è qualcosa che non solo ritengo umiliante per lei ma incoerente con la spinta iniziale dalla storia, data dalla sua preoccupazione nel tenere il figlio al sicuro ma al contempo abbandonato a sé stesso per le settimane di frenesia lontano dal mondo che i due passeranno. Non esiste logica nella sequenza degli eventi e una prova lampante è che la reazione di Luc alla scoperta di avere un figlio è che questa sia solo una bugia della donna per poter tornare nella sua vita e spillargli altri soldi, quando la reazione che si dovrebbe avere è andare a verificare con i fatti se il bambino esiste e se è proprio attraverso il test di paternità. Invece no, il nulla cosmico, solo loro due e le lenzuola hanno importanza. Ci troviamo di fronte a due persone che sono adulte solo per l’anno di nascita, ma che hanno atteggiamenti allucinanti e soprattutto infantili. Questo è dato anche dai dialoghi che rasentano l’imbarazzo della comunicazione, una sequela di imposizioni e abusi verbali che non devono essere tollerati da nessun lettore, nemmeno quando si tratta di opere di pura fantasia come questa. Esistono ancora, purtroppo, troppe storie che fanno passare per buoni certi concetti eticamente sbagliati e superati e ho trovato scioccante che Sarah Morgan potesse scrivere qualcosa del genere.

Se siete al vostro primo libro dell’autrice lasciate perdere e approfittate dell’atmosfera natalizia che ci inonderà a breve per leggere il libro pubblicato da Harper Collins l’anno scorso.

Review Party: Recensione di “Il meraviglioso Natale delle sorelle McBride” di Sarah Morgan

« Non aveva mai provato il bisogno di proteggere il proprio cuore, ma avvertiva una fuggevole sensazione di ansia; non era la paura di rimanere ferita, ma la paura che quella condizione così intima, quella felicità, potesse finire. Sentiva le sue emozioni farsi sempre più profonde, e non vedeva alcuna ragione per fermarle. »
 
Il Natale si avvicina e Susanne non vede l’ora di trascorrerlo in compagnia delle sue tre figlie adottive: Hannah, Beth e Posy. Eppure, nonostante debba regnare un clima di calore famigliare, la vita di ogni donna è attraversata da un momento di estremo stress e indecisione, che contribuisce a rompere i legami piuttosto che a sanare le difficoltà. Se esiste davvero una magia natalizia, può davvero intervenire per risolvere tutto?

L’opera di Sarah Morgan presenta una storia in pieno stile festivo, che si distingue per i suoi personaggi adorabili, ognuno ben caratterizzato e distinto. Ogni donna ha il proprio “marchio” e sono tutte così ben strutturate che sembra quasi di avere a che fare con persone reali.

Ogni problema che sconvolge le loro vite è riconducibile a problemi veri con cui è facile riuscire a empatizzare. Anziché condividere, le protagoniste si chiudono in un bozzolo di disperazione che sembra insormontabile: se solo comunicassero, potrebbero finalmente trovare una soluzione ed è questo che il lettore spera fino alla fine. Questo è ciò che fa la famiglia: aiuta indipendentemente dall’imbarazzo, dalla rabbia e dalla paura, memore del dramma personale da cui tutti sono indissolubilmente legati. Questa storia è toccante, perché contiene verità con cui possiamo identificarci riguardo alla perdita, alla famiglia e al modo in cui l’amore può guarire le ferite.

Le descrizioni dell’autrice sono dettagliate e ben presentate, tanto da poter sentire sulla pelle il freddo pungente dell’aria dicembrina, fino a desiderare di chiudersi vicino al tranquillizzante tepore di un caminetto, con una profumata tazza bollente di cioccolata calda tra le mani.

Non solo c’è da divertirsi, ma è inevitabile commuoversi per questa famiglia che nonostante tutto lotta per rimanere unita e sconfiggere le apparenze.

Con il suo nuovo romanzo, Sarah Morgan ha creato una deliziosa storia di famiglia che sicuramente risveglia nel lettore la calda atmosfera natalizia. Questo è il primo libro scritto da lei che leggo, ma sicuramente non sarà l’ultimo!