Una citazione purtroppo in tema con gli eventi che nelle ultime ore stanno sconvolgendo Manchester.
Come anticipato nel post di presentazione, oggi vi parlerò di uno scrittore che ha pubblicato circa 500 libri in tutta la sua vita e che rappresenta una pietra miliare della fantascienza: Isaak Judovič Ozimov, meglio conosciuto come Isaac Asimov.
Nato in Unione Sovietica il 2 gennaio 1920, il 06 Aprile scorso è stato celebrato il venticinquesimo anniversario della sua morte.
Sono dell’idea che Asimov sia uno di quegli scrittori che tutti conoscono, ma non tutti leggono o hanno letto qualcosa scritto da lui. Da una parte è comprensibile, non è sicuramente lo scrittore meno impegnativo, ma spero di potervi un po’ incuriosire con il mio articolo a lui dedicato; mi farebbe piacere sapere il vostro parere.
Quando si parla di fantascienza è impossibile non pensare a lui, ma nella sua lunga carriera Asimov ha esplorato molti altri generi: dal giallo al poliziesco, dalla divulgazione scientifica all’autobiografia, dai libri per ragazzi al fantasy umoristico. Tutto questo gli ha fruttato numerosi premi e nel 2009 un cratere su Marte è stato a lui assegnato.
Ho conosciuto questo scrittore un po’ per caso in realtà, durante una delle gite in biblioteca che la mia maestra di italiano alla scuola primaria ci faceva regolarmente fare: il libro che lessi è “Norby e la principessa perduta”, il terzo della serie per bambini dedicata alle avventure del robot Norby scritta in collaborazione con la moglie Janet.
Purtroppo la serie non è totalmente edita in Italia (sì, sono una calamita di serie interrotte), quindi per iniziare vi consiglio il Ciclo di Lucky Starr, composto da sei romanzi fantascientifici.
Azazel e Magic sono le due raccolte che contengono i suoi racconti fantasy, che personalmente ho apprezzato molto.
Il Grande Universo della Fondazione è la più celebre serie di romanzi in cui Asimov immagina il futuro dell’umanità ed è suddiviso in tre grandi macrogruppi:
Il Ciclo dei Robot: un mondo distopico-fantascientifico ambientato in un futuro in cui robot e umani convivono, apparentemente in modo pacifico.
A questa serie appartengono “Io, Robot”, il libro a cui si ispira l’omonimo film del 2004 con protagonista Will Smith e “Robot NDR 113”, scritto insieme a Robert Silverberg e che ha ispirato il film del 1999 “L’uomo bicentenario” interpretato da Robin Williams.
Il Ciclo dell’Impero: diviso in tre libri, narra la lotta tra i regni galattici.
Il Ciclo delle Fondazioni: una serie di sette romanzi storici sul futuro. Lo scienziato Hari Seldon prevede diversi periodi critici che porteranno alla distruzione dell’Impero Galattico.
In origine era la Trilogia della Fondazione (Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione). Non sono le prime cronologicamente, ma sono le opere per cui Asimov vinse il Premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico nel 1966.
Molto note sono le tre leggi della robotica:
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Nella sua genialità e fantasia, ad Isaac Asimov vanno riconosciute alcune “profezie” che attualmente si sono realizzate: i robot sono entrati a far parte del nostro quotidiano, sostituendo l’uomo in lavori tradizionali, agevolando attività come il lavaggio degli indumenti e la preparazione dei cibi e favorendo tecnologicamente la scuola e l’istruzione (basti pensare, ad esempio agli e-reader o alle lavagne “LIM”).
Inutile dire quanto la tecnologia sia all’attuale avanzata e in costante evoluzione: visibilmente viviamo in un mondo molto meno fantascientifico di quello descritto nei suoi libri, ma chissà il progresso a cosa può portare il genere umano.