Titolo: La Leggenda di Kingdom Hearts: Volume I – Creazione
Prezzo: 24.90
EAN: 9788863554748
Editore: Multiplayer Edizioni
Genere: Saggistica
Pagine: 384
Formato: Copertina rigida
Lingua: Italiano
Traduttore: Paolo Martore
Data di pubblicazione: 06/06/2019
NOTA IMPORTANTE:
Dal 6 giugno il volume sarà disponibile in esclusiva su Multiplayer.com. Il libro in libreria uscirà invece il 12 settembre.
Trama:
Tetsuya Nomura deve la sua popolarità ai personaggi che ha disegnato per la serie di Final Fantasy. Tuttavia, è molto più di un semplice character designer. Il suo coinvolgimento e la sua influenza sono tangibili nel cuore di Square Enix e persino nell’intera industria giapponese dei videogiochi.
Con il tempo, è riuscito e non senza malizia, a convincere il più grande impero dell’intrattenimento mondiale, ovvero Disney, a piegarsi al suo genio per dare vita a una delle opere più significative del nostro tempo.
Era davvero impossibile concentrare tutto in un unico libro e ignorare ogni minimo dettaglio della genesi di Kingdom Hearts. Il Volume I, vi racconterà tutto quello che c’è da sapere sull’origine di questa serie, unica nel suo genere.
« La paura è l’oscura prigione della luce. Il coraggio è la chiave. »
Mi piace poter iniziare questa tappa del Blog Tour citando una delle frasi più significative della saga di “Kingdom Hearts”. Luce e oscurità rappresentano un binomio fondamentale all’interno della storia, ma è davvero così netta questa distinzione?
Colui che più di chiunque altro rappresenta la luce è il protagonista dei videogiochi: Sora, il Portatore del Keyblade. In pieno stile Disney, ma anche ricalcando un immaginario tipico di molti personaggi dei manga e anime giapponesi, viene presentato come un quattordicenne allegro e solare, piuttosto sbadato in certe occasioni ma assolutamente leale nei confronti dei suoi amici, con un senso della giustizia intaccabile. Vive da sempre su quelle che vengono denominate le Isole del Destino, luogo circondato dall’oceano fino a perdita d’occhio, in compagnia di Kairi e Riku, i suoi migliori amici.
Qui apprende la natura del Keyblade e la minaccia rappresentata dagli Heartless. Lui è il Prescelto, colui che ha il potere di sigillare i cuori dei Mondi. Per far fronte a questa missione e contemporaneamente ritrovare Riku e Kairi, andati dispersi, il ragazzo potrà avere il supporto di due nuovi compagni di viaggio: Paperino e Pippo, che riconoscono il Keyblade tra le sue mani e quindi comprendono che è lui il Custode che stavano cercando.Ma Sora non è perfetto: come tutti, ha dei difetti che in più occasioni emergono. La sua ingenuità lo porta diverse volte a prendere decisioni avventate, o peggio, a dimenticarsi di compiti molto importanti come mantenere l’equilibrio dei mondi. Sigillare i mondi, infatti, deve rimanere una missione segreta di cui solo lui, Pippo e Paperino ne sono a conoscenza. Per questo, modificano ogni volta il loro aspetto, che camuffano a regola d’arte in base all’ambientazione del mondo su cui atterrano. Il lato più immaturo e infantile del suo carattere crea spesso dei siparietti comici e frivoli durante il corso della storia, come le continue discussioni con il brontolone Paperino o la creazione di nomignoli identificativi, come la squadra di Keyblade Hero 3 nel mondo di San Franstokyo in “Kingdom Hearts III”.
Con i due personaggi spalla, Paperino e Pippo, Sora stringe un’amicizia speciale e quasi fraterna. Non mancano le discussioni, certo, ma quando è il momento di unirsi si sostengono sempre e a qualsiasi costo. Anche quando sono costretti a separarsi, si promettono di ritrovarsi alla fine di una battaglia.
Ma l’esperienza intrapresa lo farà crescere nello spirito in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Per proteggere gli altri, Sora vuole diventare sempre più forte e per raggiungere questo obiettivo trova un punto di riferimento in Hercules. Quello nel mondo dell’Olimpo è un percorso di crescita molto importante, oltre che ad essere un’occasione di riscatto personale: partendo come cucciolo di eroe in “Kingdom Hearts I”, il ragazzo riesce a diventare a tutti gli effetti un eroe soltanto in “Kingdom Hearts II”, per poi tornare a trovare Megafusto in “Kingdom Hearts II.9” e poter riacquistare la forza persa dopo il fallimentare Esame di Maestria a cui assistiamo in “Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance”.
Il ragazzo non è di certo uno che si dà per vinto, mai del tutto, grazie al legame che lo collega a tutte le persone che conosce e conoscerà. Questo perché Sora è di fatto la personificazione del legame tra tutti i personaggi.
Xion nasce dai ricordi che Sora ha di Kairi; Naminé, che è parte di Kairi ma strettamente collegata a Sora, è colei che permette il risveglio di Sora nel Castello dell’Oblio. Roxas è il Nessuno di Sora, mentre Vanitas è legato alla pura oscurità che si trovava nel cuore di Ventus, motivo per cui, a parti invertite, Vanitas ha il volto di Sora e Ventus quello di Roxas.
Non solo Sora è legato a tutti questi personaggi, si può dire che il suo cuore sia legato in particolar modo a quelli di Ventus, Roxas e Xion: il primo ha trovato rifugio in Sora nei momenti di maggiore difficoltà, gli altri due per motivi che vanno oltre la volontà del Prescelto di aiutare gli altri. In quanto Nessuno, sia Roxas che Xion non dovrebbero provare emozioni, ma grazie a lui iniziano a a sviluppare un forte legame.
In “Kingdom Hearts I” Sora torna in possesso del Keyblade, sottrattogli dal Dark Riku, dopo essere stato protetto da Paperino e Pippo. In “Kingdom Hearts: Re Coded” il supporto di Pippo, Paperino e Topolino a Data Sora, creato virtualmente attraverso la codificazione digitale del Grillario del Grillo Parlante, gli permette di combattere e sconfiggere il virus che danneggia le informazioni scritte all’interno delle sue pagine.
Poi c’è “la luce del desiderio”, che è la luce che Sora insegue: la luce della Settima Principessa del Cuore, Kairi, che lui cerca tanto da essere disposto, in “Kingdom Hearts I”, a sacrificare il proprio cuore pur di liberare il suo, rimasto dormiente all’interno del ragazzo dopo aver lasciato le Isole del Destino.
Proprio sul finale del primo videogioco, i due sono costretti a separarsi di nuovo, ma con la promessa fatta da Sora che riuscirà a tornare da lei. In “Kingdom Hearts: Chain of Memories”, nonostante i suoi ricordi siano stati modificati da Naminé, Sora riesce a ricordarsi di Kairi, rafforzando ancora di più l’importanza del loro rapporto.
È soprattutto per quest’ultimo avvenimento che si può affermare che Sora nonostante sia un Possessore del Keyblade è sempre diviso tra luce e oscurità. Nel corso della storia, il dubbio è una costante e lo porta in alcune occasioni ad accettare l’oscurità: in “Kingdom Hearts I”, l’ombra d’oscurità che si trova sull’Isola Che Non C’è ha proprio le sembianze del ragazzo e anticipa il destino che lo riguarda una volta essersi sacrificato per Kairi: diventare lui stesso un Heartless.
In “Kingdom Hearts II”, Saix rivela a Sora che sconfiggendo gli Heartless libererà i loro cuori che, unendosi, creano l’Oscurità che può permettere a Kingdom Hearts di aprirsi. Sora è turbato da ciò che gli viene detto, tanto da farsi assalire volontariamente dagli Heartless subito dopo, pur di non andare ad alimentare l’oscurità che tanto stava cercando di sconfiggere. Solo grazie all’intervento di Malefica, il ragazzo torna lucido e pronto a riprendere la missione.In “Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance”, come accennato prima, Sora si fa ingenuamente ingannare dall’Organizzazione XIII e l’oscurità prende il sopravvento, facendolo diventare un possibile contenitore del Maestro Xehanort. Sora cade in un sonno profondo, risvegliandosi solo dopo che Riku è riuscito a sconfiggere l’Oscurità che albergava nel suo cuore.
Questa è la sua missione ultima: combattere al fianco dei propri compagni e alleati per poter salvare e far tornare alla luce coloro che in passato si sono battuti affidandosi ciecamente a lui. Sprigionando così quella luce intensa che alberga anche nell’oscurità più buia.




