« Solo per questo valeva la pena fare tutto.
Tranne per il fatto che è tutta una bugia.
Lei non è al sicuro. Nessuno di noi lo è. Io non sono neanche qui; sono bloccata nel laboratorio.
Trattengo il fiato mentre penso a Rex e a ciò che sta cercando di farmi fare. Ma non posso. Non lo farò. Mi rifiuto.
Sono Lara Crane e posso batterlo. Una volta capito come. »
Eccoci tornati nel mondo creato da Jill Cooper, con la recensione di “Plugged”, secondo capitolo della serie “The Rewind Agency”.
Nota: in questa recensione è inevitabile citare alcuni eventi di “Quindici Minuti”.
Abbiamo lasciato Lara prigioniera dello zio Rex. Catturata con l’inganno, ricattata e torturata, ora è la vittima degli esperimenti che porteranno la Rewind Agency a possedere il perfetto viaggiatore del tempo, in grado di eseguire qualsivoglia ordine a loro piacimento.
Sconvolta e debole, Lara non si arrende e persegue il suo obiettivo: tornare al momento in cui la sorella è stata rapita per salvarla e cambiare la sua attuale situazione.
Ingannare il suo carnefice non sarà per nulla facile, così come distinguere l’illusione in cui viene catapultata da ciò che davvero è accaduto. Arrendersi alla realtà fasulla creata nella sua mente è una tentazione sempre più ammaliante, ma il rischio di perdere i veri affetti la fa rimanere lucida.
Rimuginare sulle conseguenze di una sola azione ormai è diventato inutile, l’unica cosa possibile è vivere nella nuova linea temporale, lottando per il bene dei propri cari.
Se nel primo libro ho amato l’azione, in “Plugged” ho apprezzato il rallentamento della storia a favore della riflessione sul consolidamento dei rapporti umani. Come ben ricordiamo, Lara si è ritrovata in una famiglia totalmente diversa e al fianco di un ragazzo che in precedenza non avrebbe minimamente calcolato.
Il desiderio di avere una mamma nella propria vita, ha creato una realtà in cui la figura materna è poco presente, troppo presa dal lavoro e dal badare ai figli più piccoli. Inoltre, Lara è stata costretta a rinunciare a suo padre, rinchiuso ingiustamente per un reato che non ha commesso. Vedere la ragazza al fianco di Donovan anziché Rick è stato piuttosto difficile da assimilare, ma il loro rapporto, così intenso e sincero, è riuscito a convincermi totalmente.
Non mancano anche qui i colpi di scena, ma ciò che fa rimanere in tensione è la drammatica situazione che la protagonista deve affrontare e da cui sembra non possa esserci via di fuga. Qui, il finale è soddisfacente, ma meno intenso rispetto al precedente. Sono davvero molto curiosa di sapere cosa accadrà in “Detached”, volume conclusivo della serie.
“The Rewind Agency” si riconferma essere una serie affascinante e imperdibile, ricca di elementi validi ed emozioni assolutamente da provare!
COSA FARESTI SE POTESSI TORNARE INDIETRO PER QUINDICI MINUTI?
La Dunwich Edizioni mette a dura prova i blogger partecipanti a questo evento ponendo una domanda complessa, ma totalmente in tema. Come la serie di Jill Cooper ci insegna, tornare indietro nel tempo comporta conseguenze che sfuggono al nostro controllo, nonostante il cambiamento desiderato sia apparentemente minimo.
Ognuno di noi ha qualche rimorso nella vita, e se avessi quindici minuti nel passato, tornerei al momento in cui decisi di rinunciare al canto e alla musica, per impedirmelo. Non so se questo avrebbe un impatto concreto sul mio futuro, ma sicuramente mi libererebbe da un peso che probabilmente non mi lascerà mai.
Voi cosa fareste se poteste tornare nel passato per quindici minuti?