Vivere nella Cina del 1700 non è per nulla facile, soprattutto quando si nasce femmina e bisogna lottare ancora più duramente rispetto ai maschi. Shi Yu conosce la fatica fin da bambina, lavorando come serva in una locanda in cui non manca la violenza, fisica e verbale. Ma è proprio dalla porta di questo luogo che entra, inaspettatamente, un faro di speranza: Li Wei, giunge in suo aiuto insegnandole le arti marziali, attraverso cui Shi Yu scopre una vera e propria affinità. Questo è solo l’inizio del cambiamento più importante della sua vita, che la porterà a salpare per il mare, fino a diventare una tra le più grandi piratesse mai ricordate.
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Review Party: Recensione di “Il fiore perduto dello sciamano di K.” di Davide Morosinotto
« Io invece mi sentivo incantato: quell’albero così semplice aveva dentro… Non so come dirlo. Una forza speciale. Era forte, gentile e buono. Una pianta a cui voler bene. »
Non è facile convivere col fatto di trovarsi ad indefiniti chilometri di distanza da casa. Laila è così che si sente, in Perù: diversa e incompresa, soprattutto obiettivamente malata. Ma nel reparto neurologico della clinica di Lima fa una conoscenza inaspettata, quella dell’esuberante El Rato. I due ragazzi iniziano a passare le giornate insieme, fino ad una sorprendente scoperta: un misterioso diario che riporta la figura di un fiore appartenente al popolo di K.. Probabilmente l’unica soluzione al problema che affligge Laila, entrambi si mettono sulle tracce del fantomatico fiore a cavallo tra le Ande e l’Amazzonia, in un coinvolgente viaggio che andrà oltre le loro aspettative.
Con uno stile coinvolgente e un ritmo serrato, Davide Morosinotto trasporta il lettore in una nuova incredibile avventura, scritta magistralmente e in grado di emozionare chiunque alla sola visione della copertina suggestiva.
Un elemento determinante è il particolare modo in cui le parole si susseguono tra le pagine, cambiando carattere, posizionandosi in diagonale, a volte scomparendo ma ogni volta stuzzicando la vista e facendo incuriosire e divertire.
I protagonisti di questa storia sono inevitabili per la buona riuscita dell’impresa: se non fosse per la loro energia, per la fantasia e la voglia di mettersi in gioco, il raro fiore di cui hanno solo visto un disegno non potrebbe essere altro che questo: una leggenda, probabilmente un’invenzione. Ma il rischio è alla base di tutte le avventure e gli animi di Laila e El Rato sanno far splendere il cammino anche dove c’è una grossa difficoltà, trasformando l’illusione in una vera speranza.
Realtà e magia si concatenano per creare l’evoluzione della vita. Morosinotto è stato in grado di trasmettere l’oppressione di un luogo chiuso e isolato e al tempo stesso il senso di libertà dato dal respirare a pieni polmoni all’aria aperta in mezzo alla natura e dalla visione dei colori variopinti e vivaci dati dalla terra peruviana.
Sono molto affezionata alle opere di questo autore, che da anni sa incantarmi con una delicatezza e intensità uniche nel loro genere e che lo rendono meritevole di essere conosciuto da più persone possibili.