Blog Tour: “Il mistero dello Stradivari scomparso” di Millie Oliver – Intervista all’autrice

La tappa odierna del Blog Tour riservato alla pubblicazione più recente della Segreti in Giallo Edizioni è dedicata a Millie Oliver, l’autrice de “Il mistero dello Stradivari scomparso”. Di seguito trovate l’intervista, piena di informazioni e curiosità!
Conosciamo un po’ meglio l’autrice di Maggie Scoop.  
Quando hai cominciato a scrivere? 
Non ricordo come e quando sia successo. Direi che è stato un processo naturale, perché ho sempre scritto sin da bambina. A un certo punto della mia vita ho iniziato a farlo in modo sistemico, dando una struttura alle parole che mettevo in fila una dietro l’altra e sono nate le mie prime storie.
Quando e come è nato il personaggio di Maggie Scoop? 
Maggie è nata un paio di anni fa. Non mi divertivo più a scrivere, poi un giorno mi è capitato tra le mani un giallo per ragazzi e mi si è aperto un mondo. Una storia leggera, ma per nulla banale e adatta a tutte le età. Mi sono avvicinata alla letteratura per ragazzi e per l’infanzia da quando sono diventata mamma. Cercando libri adatti al mio bimbo sono diventata io stessa lettrice e ho iniziato a sognare a occhi aperti una storia così. Prima di iniziare a progettare ho iniziato a studiare a fondo il mondo della narrativa per ragazzi.
Ti sei ispirata a qualcuno in particolare per crearlo? 
Come dicevo ho letto tanti libri per ragazzi per capire il linguaggio con cui comunicare con loro, ma non so dire se mi sono ispirata a qualcosa in particolare. Come ogni mia storia credo che anche Maggie sia l’insieme di tante scintille di creatività. Volevo un personaggio curioso e che fosse predisposto a indagare, di qui l’idea di creare una giornalista in erba. Io stessa ho fatto parte del giornalino scolastico sin dalla quinta elementare. Volevo però un personaggio forte, nonostante le debolezze e le incertezze tipiche dell’età. Per capire queste dinamiche ho iniziato a osservare gli adolescenti vicino a me, fino a quando un giorno ho letto un articolo sul ritrovamento di un antico violino Stradivari ritrovato in un baule. Secondo alcune ricerche era stato rubato anni prima. Da lì ho costruito la storia, ovviamente che non c’entra nulla con quella dello Stradivari vero. Ma la fantasia è meravigliosa perché ci permette di creare dei mondi verosimili e ho immaginato una ragazzina nella metropolitana inglese con lo smartphone in mano, intenta a pensare ai suoi sogni. Le tessere del puzzle hanno iniziato a incastrarsi ed è nato il personaggio di Maggie Scoop. Anche la scelta del cognome non è casuale,.
Perché la scelta di ambientare il romanzo in Inghilterra?
Ho scelto l’Inghilterra per due motivi: conosco molto bene Londra e amo qualsiasi romanzo sia ambientato lì, contemporaneo o storico. Da qui la decisione di ambientare tutta la storia a Londra.
L’Unione fa la forza. Nel romanzo è evidente l’importanza che rivestono l’amicizia e il lavoro di squadra. Maggie, Stella e Peter possono essere un buon esempio per i ragazzi. Parliamone. 
I legami che si formano a scuola tendono a essere quelli più duraturi e mi sembrava importante dare questo messaggio. Il tema dell’amicizia è centrale quanto quello della realizzazioni dei propri sogni all’interno del romanzo, uno sprono a chiedere sempre aiuto e a fare squadra. Del resto, la scuola e la famiglia dovrebbero insegnare anche questo ai ragazzi. I libri sono un intrattenimento, ma devono offrire anche spunti di riflessione. Per questo il tema in ogni libro è importante quanto lo sviluppo della trama.
Questo è un giallo per ragazzi, ma senz’altro è una gran bella lettura anche per un lettore adulto. Cosa ne pensi? 
Forse ho già risposto, ma ci tengo molto a questo aspetto. La narrativa in generale non dovrebbe avere età. I libri non possono vivere in compartimenti stagni e soprattutto i libri per ragazzi possono essere un’ottima lettura per gli adulti. Io stessa, in questo periodo, ho riscoperto i grandi classici per ragazzi. Parlando con una mia amica ho riscoperto Michele Strogoff di Jules Verne, non mi è mai capitato di leggerlo e ho deciso di recuperarlo. Oltre ai grandi classici, esistono tante storie di autori contemporanei belle per qualsiasi età anche romanzi gialli, ovviamente non cruenti come alcuni della classica narrativa di questo genere.

Blog Tour: “Io sono leggenda” di Richard Matheson – Seconda tappa: Robert Neville

Il mio apprezzamento per l’opera “Io sono leggenda” è derivata dalla visione del film omonimo e affermo ormai da tempo di essere più legata alla storia raccontata in originale da Richard Matheson e che ho avuto modo di rispolverare dopo anni grazie alla nuova meravigliosa edizione pubblicata dalla Mondadori.

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Blog Tour: “SteamBros Investigations Series” di Alastor Maverick e L.A. Mely – Ambientazioni della trilogia

Ciò che più di tutto caratterizza la meravigliosa serie “SteamBros Investigations” è senz’ombra di dubbio la sua ambientazione, che è una delle mie preferite in assoluto.

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Ci troviamo circa a metà del 1800, durante il regno della Regina Vittoria, precisamente tra Londra e Glasgow, luoghi delle principali vicende che accompagnano gli Steam Brothers. È il periodo in cui l’energia elettrica e la meccanica la fanno da padrone, con invenzioni tanto meravigliose quanto futuristiche. Macchine e fabbriche ricoprono la terra con i loro rombi assordanti e l’aria è pesante da respirare, a causa del carbone bruciato e delle coltri di fumo che coprono il cielo rendendolo grigio, scuro tanto da essere difficile intravedere il sole. Grandi e sfarzose carrozze trainate dai cavalli si affiancano ora ai mezzi automatizzati a vapore, come l’emblematico sidecar dei fratelli Hoyt che scoppiettante li conduce verso nuovi casi da risolvere. Nei cieli volano fieri gli Zeppelin, dirigibili imponenti che danno la possibilità di osservare la vita da un’altra prospettiva, così come i fischiettanti treni che a tutta velocità conducono velocemente i propri passeggeri da un paese all’altro. Londra è caotica ma al tempo stesso più viva che mai, colorata dai vestiti tipici vittoriani con l’aggiunta di elementi meccanici, come occhiali di protezione, fibbie rinforzate e inserti di metallo. L’eleganza però non tralascia l’utilità, ed ecco che un raffinato bastone può trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Le pistole sono potenziate da pistoni e forza a vapore che rendono i colpi decisamente più efficaci del normale. La tecnologia è tale da permettere all’uomo non solo di creare protesi corporali meccanizzate e altamente funzionali, ma anche di realizzare veri e propri automi, fatti di metallo e intricati ingranaggi e in grado di avanzare senza sosta durante una battaglia. L’arma perfetta per assicurarsi in qualche modo la vittoria.

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È proprio questo che i protagonisti dovranno affrontare: una guerra all’ultimo sangue in cui l’odore del vapore e il rumore dello sferragliare di macchine pressoché viventi potrebbero mettere seriamente a repentaglio il destino del regno.

Blog Tour: “In verità” di Dario Buzzolan – Biografia dell’autore

Oggi inizia il Blog Tour dedicato al nuovo libro di Dario Buzzolan edito per Mondadori: “In verità”. Di seguito vi lascio le informazioni principali sull’autore e sul libro appena pubblicato. Ricordatevi di seguire tutte le tappe per conoscere maggiormente questo romanzo!
Dario Buzzolan è nato a Torino nel 1966 e attualmente vive a Roma. È uno scrittore, drammaturgo e autore televisivo: ha pubblicato nove romanzi, tra cui “Dall’altra parte degli occhi” (premio Calvino 1999), “Non dimenticarti di respirare “(2000), “I nostri occhi sporchi di terra” (finalista al premio Strega 2009), “Se trovo il coraggio” (2013), “Malapianta” (2016) e “La vita degna” (2018).
Titolo: In Verità
Editore: Mondadori
Collana: Narrative
Formato: Brossura
Pubblicato: 10/03/2020
Pagine: 462
Cernedo. Nordest profondo. I Trovato, titolari di un’azienda specializzata in alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario che rischia di proiettare l’impresa in una crisi ingovernabile, dove si mescolano tensioni famigliari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero, dopo avere cercato soluzioni, scompare misteriosamente; il primogenito Pietro crede di poter aver voce in capitolo; il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente immateriale con il quale sa sottrarsi ai vuoti della sua esistenza. La Liebenkraft Company, multinazionale del lusso, vuole acquisire La Stella: sennonché il meccanismo avviato da due dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti ma anche amanti segreti, si inceppa. Cosa c’è in fondo a tanto caos? Quante menzogne da far saltare? Quanto fumo dietro a cui difendersi? Dario Buzzolan scrive un romanzo corale, che, progressivamente, ci mette davanti all’urgenza della verità: scrive di noi, di come non vogliamo essere ma potremmo diventare, e forse di come già siamo.

Blog Tour: “Le parole lo sanno” di Marco Franzoso – Intervista all’autore

In questa tappa del Blog Tour dedicato al libro “Le parole lo sanno”, edito da Mondadori, approfondiamo la conoscenza del suo creatore, Marco Franzoso, che ringrazio infinitamente per il tempo che ha voluto dedicarmi. Di seguito trovate le domande poste e le risposte fornite.

Buongiorno Marco, grazie per avermi concesso questa intervista. Parliamo del suo ultimo libro, “Le parole lo sanno”. Si presenta come una storia che dal dramma ricerca con costanza, dedizione e passione un inno all’amore e al vivere la vita, che può essere trovato anche attraverso la lettura. Il protagonista, Alberto, si trova ad affrontare un momento molto delicato e lo fa cercando di aggrapparsi alle piccole cose. Qual è stato il processo creativo che l’ha portata alla realizzazione della trama?

Il lavoro è stato molto lungo, ci ho impiegato anni per potere scrivere questa storia. Fino a quando ho capito che non dovevo forzare i miei personaggi, ma dovevo lasciarli liberi, ascoltarli, scoprire la storia insieme a loro. Da quel momento tutto è fluito velocemente e naturalmente. È un po’ come accade ai miei due personaggi, Alberto e Flavia. Il romanzo prende il volo proprio quando smettono di forzare le cose e si mettono in ascolto l’uno dell’altra. 


Ci sono stati momenti in cui trovare le parole giuste è stato difficile?

Sì, particolarmente in un romanzo come questo, dove ogni dettaglio diventa fondamentale. La difficoltà maggiore è stata trovare la lingua, o meglio la voce con cui ciascuno dei miei due personaggi parlavano. Cioè quando ho capito chi erano davvero dietro le maschere che ciascuno dei due, almeno per un po’, hanno indossato. Ho dovuto smascherarli con calma, senza forzarli, senza che trovassero degli stratagemmi per difendersi. Poi, quando hanno avuto la mia fiducia, si sono lasciati andare e hanno fatto tutto loro. 

Il libro ha una caratteristica in particolare, che si scopre solo continuando a girare le pagine: è un fiume in piena di parole, disposte ordinatamente l’una accanto all’altra, quasi senza pause, se non brevi spazi vuoti occupati solo dal bianco della carta. Come mai questa scelta di narrazione, senza ricorrere alla classica suddivisione in capitoli?

Per entrare dentro il flusso della vita di Alberto, per dare continuità ai suoi pensieri e al passare del tempo. Volevo che il lettore vivesse insieme a lui queste sensazioni e la sua trasformazione.

C’è qualcosa di autobiografico in quello che scrive?

C’è sempre qualcosa di autobiografico in ciò che si scrive. Questo è un degli aspetti più belli della scrittura. Ti costringe, o meglio ti aiuta a vedere le cose che ti appartengono con maggiore lucidità. Vedi te stesso attraverso le storie che racconti. È sempre una scoperta.

Il suo stile di scrittura è caratterizzato, a mio avviso, da una sottile vena poetica che si espande all’interno della storia creando in ogni pagina un’atmosfera sospesa tra realtà e mondo onirico. C’è uno studio dietro?

Sì. Volevo che la storia fosse radicata nella realtà, nel nostro mondo, in una quotidianità che tutti conosciamo. Ad un certo punto, però volevo che i miei personaggi spiccassero il volo, scoprissero la loro parte migliore, pure se innestata dentro le difficoltà della vita. Trovassero la forza, o meglio il desiderio, di credere in se stessi e andare lontano. Sognare, cioè vivere, una vita migliore, quella che si meritavano da sempre di vivere. È un romanzo che apre, che fa sperare, che dà luce. Che fa ritrovare ciò che si era inavvertitamente perduto.

Chi è Flavia?

Flavia è una giovane donna, madre da pochi mesi. Vive una situazione difficile in famiglia e trova riparo e pace solo in un parco cittadino. È una donna che racconta, nel romanzo conosceremo i suoi segreti più intimi, e proprio grazie al racconto che fa di se stessa si trova. Anzi, trova una persona molto migliore di quanto pensava.


Quello che ci troviamo ad affrontare in queste settimane apparentemente interminabili è un periodo buio, soprattutto per la situazione specifica italiana. Mi trovo spesso a cercare nelle parole di coloro che con le parole stesse ci lavorano, un barlume di speranza e positività. Riesce a trovare le parole adatte a certe circostanze? 

È difficile. Ogni volta che ci si pensa e che si azzarda una risposta sembra sempre di sbagliare. È un momento molto complicato, e dal punto di vista sanitario inimmaginabile. Dal punto di vista personale, però, penso che possa rappresentare anche una occasione per molti di noi. Lo stesso che è accaduto ai miei personaggi, infondo, entrambi sono stati costretti a fermarsi. Ma ne hanno approfittato, e questo li ha aiutati a vedere il mondo e soprattutto se stessi in modo diverso. Si sono trovati. Credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di buone storie, di buoni racconti. Credo che potremmo imparare molte cose su di noi da questa situazione così complicata.

Che cosa sanno le parole nella sua vita di tutti i giorni?
Le parole sanno tutto. Diamo troppo poco peso alle parole, siamo sempre più abituati a scriverle e a sapere che in breve tempo verranno dimenticate, dal prossimo post, dal prossimo messaggio di testo, dal prossimo messaggio vocale. Dovremmo avere più fiducia nelle parole e ascoltarle. Non solo quelle degli altri, ascoltare anche le nostre.