Elena è sempre stata una persona davvero speciale. Guidata dai profumi, è sempre riuscita a identificare i sentimenti più profondi delle persone, trasformando questo talento in un vero e proprio lavoro. La sua profumeria, che col tempo si è ingrandita, è una delle più rinomate a Parigi, città dove la donna ha ricominciato da capo, creando una famiglia e un luogo di lavoro accogliente e perfetto.
Eppure, da qualche tempo Elena non riesce più a “sentire” i profumi come prima, come se avesse perso qualcosa che non la fa più concentrare e che non riesce a farle scaturire nulla di nuovo. Per questo, torna insieme alla famiglia a Firenze, luogo dell’infanzia dove ha imparato tutto ciò che sa. Per staccare e, forse, ritrovare ciò che aveva perduto. La presenza di sua madre Susanna, con cui ha un rapporto complesso dato da ferite mai rimarginate, potrebbe essere determinante per una svolta nel suo futuro.
Cristina Caboni è una di quelle autrici che ormai, per la narrativa contemporanea, rappresenta una garanzia di buona lettura e un orgoglio nazionale per le storie che finora è riuscita a realizzare. Ogni pagina è velata di quella vena poetica che romanticizza e alleggerisce il clima respirato, senza però mancare di colpire l’animo dei lettori con contenuti forti ed esperienze umane in grado di commuovere chiunque voglia entrarci in contatto.
Amo le storie che hanno a che fare con i sensi, mi aiutano a focalizzarmi su come li utilizzo personalmente, dandomi degli spunti di vita sorprendentemente incredibili. Immedesimarsi in Elena è stato facile e immediato, la sua mente si è fusa alla mia trasmettendomi ogni più piccolo sentimento e ogni dettaglio che caratterizza la sua vita. L’olfatto si è subito messo in moto captando profumi delicati e intensi, facendomi rilassare all’istante. Solo così ho potuto affrontare nel giusto modo la vicenda della protagonista, che per quanto felice di ciò che ha costruito sente una costante fitta al petto, data da una madre che l’ha lasciata a casa della nonna perché incapace di prendersi cura di lei. Questa è una ferita che non le da pace e che crescendo le ha scavato una voragine dentro che è sempre più difficile da ricucire.
L’evoluzione dei personaggi è coerente e lineare, segue la logica senza risultare ovvia, emozionando man mano che la storia entra nel clou e corre veloce verso il finale. Quello della Caboni è un romanzo che parla di identità, che arrivano da un passato ben preciso e si plasmano col passare del tempo, senza però lasciare indietro le origini. Quando sono queste a essere incrinate, il peso degli anni forma delle crepe sempre più visibili, a cui bisogna porre rimedio per non veder crollare tutto ciò che si è messo in piedi fino a quel momento.
Si rimane incollati alle pagine, il ritmo ha la giusta cadenza e di capitolo in capitolo si corre con sempre più frenesia: ci si affeziona ai personaggi e alle ambientazioni in un modo che impedisce di dimenticare ciò che c’è stato e che lascia insite delle riflessioni, tipiche dei romanzi della scrittrice.
“Il profumo sa chi sei” è un romanzo che intrattiene e che sorprende soprattutto per la sua capacità di guardare dentro al lettore e tirare fuori gli elementi più reconditi del proprio essere, donando nuova vita e un punto di vista totalmente differente da prima.