Nelly lavora alla Manifattura tessile Ruben di Copenhagen durante gli anni del 1800, al fianco della cognata Marie che per lei rappresenta una vera e propria famiglia. Stando sempre insieme vivono i problemi reciproci, che passano da quelli lavorativi a quelli famigliari, in un contesto in cui la donna nonostante sia inferiore deve svolgere molte più mansioni dell’uomo. Un grave incidente subito da Marie spinge Nelly a cominciare finalmente la sua battaglia, a rappresentanza di tutte quelle donne che vivono come lei una vita di soprusi e violenze.
La Tinning costruisce la forza della sua opera nella cura e nel rispetto dell’epoca trattata. Le tematiche di parità, emancipazione e consenso sociale sono il fulcro di una storia che rende davvero giustizia a un tempo ingiusto in cui poter vivere, soprattutto per determinate minoranze che non avevano le stesse possibilità dei più ricchi e forti. Nelly e Anna diventano senza presunzione le paladine a simbolo di tutti coloro che non avevano una voce per battersi e lo fanno con carattere e naturalezza, risultando complessivamente naturali.
“Un tempo ingiusto” è un romanzo pieno di avvenimenti interessanti da seguire e di riflessioni che rimangono impresse nel lettore anche dopo aver concluso la lettura. Un’ottima denuncia di ingiustizie che è sempre necessario far presenti, in un’epoca in cui non ci si ferma ancora a sufficienza sui bisogni primari degli individui.