Diretto a Trantor per parlare pubblicamene della sua scoperta, Hari Seldon è il matematico più richiesto del momento. Esperto di psicostoria, scienza che sarebbe in grado di prevedere il futuro, Seldon non immagina minimamente che di lì a poco dovrà affrontare una fuga disperata da una parte all’altra della galassia. Inseguito dalle truppe dell’Impero, dirette dai potenti che vogliono per sé l’abilità di modificare il destino dell’universo, il giovane intraprende un viaggio intricato e pieno di pericoli potenzialmente mortali, al fianco della storica Dors Venabili e dal giornalista Chetter Hummin.
Quello che i protagonisti affrontano in questo primo libro del ciclo della Fondazione è un cammino volto non solo alla salvezza personale, ma anche all’esplorazione di una galassia vastissima, tanto ricca di pianeti quanto di variegate culture. Sono proprio i particolari che rendono grande quest’opera di Asimov, che se da un lato potrebbe peccare nel ritmo narrativo dall’altro trova piacere nel soffermarsi sulla bellezza dei popoli riportati e su come determinate dinamiche politiche si accostino tanto facilmente a quelle reali, anche a distanza di anni. Potrebbe sembrare in apparenza una storia inconcludente, ma trattandosi di un prequel è giusto mettersi nell’ottica più opportuna per godersi la lettura. Il Preludio riesce proprio nell’intento di fare da introduzione a tutta la Fondazione, con una storia dalla trama semplice ma costituita da una miriade di dettagli che già danno un’anticipazione di quanto possa essere grande il ciclo dell’autore per intero.