Monthly Archives: Maggio 2020
Blog Tour: “Io sono leggenda” di Richard Matheson – Seconda tappa: Robert Neville
Review Party: Recensione di “La Nona Casa” di Leigh Bardugo
Tra droghe limitanti, fenomeni paranormali e misteriosi omicidi, Alex dovrà lottare per tenere fede al patto fatto con la Lethe e fare finalmente chiarezza su ciò che si cela nei suoi ricordi e che rischia, ora più che mai, di tornare minaccioso in superficie.
Leigh Bardugo torna nelle librerie italiane con un’opera che si distacca totalmente dalle atmosfere fantastiche del suo Grishaverse, approcciandosi a un ambiente cupo e terrificante, che fa crescere nel lettore tutta una serie di domande riguardanti al mondo che Alex si trova ad affrontare.
La prima parte del libro potrebbe risultare molto lenta e pesante, ma è assolutamente necessaria per poter apprezzare appieno la seconda parte, più dinamica e ricca di eventi che non mancano di lasciare senza fiato.
Sarà sicuramente un’opinione impopolare, ma in “La Nona Casa” ho trovato una maggiore maturità della scrittrice rispetto alla sua serie più popolare, sia dal punto di vista della gestione della storia che nella cura dei tempi di narrazione. L’ambientazione, tra il gotico e l’horror, mi ha ricordato le sensazioni provate guardando le prime stagioni della serie tv “Supernatural”, che per quanto divertente e leggera da un lato ha offerto nel corso degli anni delle scene drammatiche e al cardiopalma che danno una dimensione più realistica al mondo paranormale rappresentato. Ce li vedo bene i fratelli Winchester a collaborare con Alex in qualche caso crossover.
Oscurità, inquietudine e terrore puro caratterizzano i giorni e le notti dei personaggi, che affrontano l’inspiegabile con le armi di cui sono dotati nel tentativo costante di sfuggire alla morte. Ho trovato in ogni pagina qualcosa su cui dovermi per forza soffermare, tanto affascinanti e curate sono le descrizioni di un mondo complesso e totalmente corrotto.
Porterò avanti sicuramente la lettura di questa nuova serie della Bardugo, sperando che da queste ottime premesse possa esserci uno sviluppo altrettanto sorprendente.
Review Party: Recensione di “Caffè Voltaire” di Laura Campiglio
Giunta alla soglia dei trentacinque anni, Anna Naldini si trova a provare una forte insoddisfazione su tutti i fronti che si trova a valutare. Senza un compagno, un lavoro sicuro e soddisfazioni personali, passa le giornate andando a caccia di nuove notizie da pubblicare per il giornale “La Locomotiva”, che non ci pensa due volte a licenziarla per una svista appena le si presenta l’occasione. Di nuovo a spasso, Anna si butta in una decisione fulminea che la porta a iniziare a collaborare con la rivista concorrente, “I Probi Viri”. Solo quando “La Locomotiva” la richiamerà con sé inizierà per la donna una serie di peripezie e imprevisti che la porteranno non solo a scrivere sotto mentite spoglie per entrambe le testate ma a imbastire un lavoro che la porterà a dire tutto il contrario di tutto. Ma una soluzione la si può sempre trovare, specie con una doverosa bevuta presso il Caffè Voltaire.
Il libro di Laura Campiglio presenta una storia inaspettata, dai toni leggeri ma estremamente curata. Ho adorato lo stile di scrittura tagliente, incisivo e spesso sboccato utilizzato dall’autrice, che non solo caratterizza tutti i personaggi descritti ma dà energia alle vicende, che si susseguono freneticamente una dopo l’altra. Anna in apparenza sembra proprio in balia degli eventi, come se non potesse averne il pieno controllo, trovandosi invischiata in una situazione che può facilmente sfociare nel caos ma che affronta con coraggio anche grazie agli amici e a ciò che rappresenta per lei il suo bar preferito. Così, dà vita alle identità di Voltaire e Rousseau, lottando contro sé stessa per tirar fuori argomenti sempre innovativi per entrambe le testate e riuscendo a mettersi in discussione, scrivendo per l’uno l’opposto dell’altro. Questa è veramente una chiave di lettura interessante per il panorama della comunicazione contemporanea, in cui verità e finzione si autodistruggono in lotte che lasciano spiazzati i fruitori che non sanno più a cosa credere talmente tanti sono gli stimoli esterni. Si può davvero dire tutto il contrario di tutto? Questa opera ne è la prova chiara e viene trasmesso il messaggio senza troppi giri di parole, come una lama che colpisce inaspettata e lascia dietro di sé enormi conseguenze. “Caffè Voltaire” è un romanzo complesso e davvero denso di contenuti, che dilatano i tempi di lettura ma stimolano il lettore verso molteplici riflessioni che vanno oltre la storia in sé, che viene alleggerita dal modo frizzante in cui tutto viene narrato. Laura Campiglio ha affrontato in maniera intelligente e ben calibrata un argomento tosto da eviscerare che scatena potenzialmente infinite opinioni che vanno ad avvalorare la sua tesi: di un fatto si può parlare attraverso molteplici prospettive che combattono tra loro per emergere ma che si annullano, per loro stessa natura, dicendo cose totalmente in contrasto.
Review Party: Recensione di “Electric State” di Simon Stålenhag
Se in “Loop” sono presenti storie molto brevi, quasi accennate, in “Electric State” la trama è unica, lineare e gioca un ruolo più importante che va a equilibrare il valore visionario dell’autore, dando alla vista e all’immaginazione continuità e un maggiore significato. Non esistono più occhi in cui riflettersi, se non in quelli metallici e spenti dei droni ammassati qua e là in un intreccio di circuiti che li fa sembrare ancora più terrificanti.
La storia della protagonista è lunga e intensa, il linguaggio utilizzato le dona forza e energia in contrasto con gli avvenimenti che man mano narra. Ho trovato davvero interessante seguirla e capire dove volesse andare a parare con il suo racconto.
“Electric State” è un’opera fantascientifica degna di essere letta e un’esperienza artistica che deve essere vissuta sulla propria pelle. L’arte di Stålenhag mi è entrata ormai nel cuore per il tratto distintivo e la capacità di incantare attraverso l’essenziale arrivando fin nel profondo.