Review Party: Recensione di “Evil” di V. E. Schwab

« Non provava paura, ma sapeva che non c’era da fidarsi della paura, e di certo neanche dell’assenza di paura.  »

Non è facile convivere con poteri sovrannaturali, soprattutto quando questi non sono stati scelti, ma imposti contro la propria volontà. Questo è ciò che capita a Victor e Eliot, che si ritrovano ad avere a che fare con gli ExtraOrdinari per una tesi, fino a perdere il controllo sulla concatenazione di eventi che la loro ricerca causa. Dopo dieci anni tutto è cambiato: i due si rincontrano in un’occasione apparentemente casuale, su fronti opposti, alla ricerca di vendetta di uno verso l’altro.

Il punto di forza di “Evil” è far riflettere il lettore su cosa è giusto e sbagliato, sulle azioni eticamente corrette o meno e sulle intenzioni che spingono ad agire in un certo modo. Non esistono eroi, ma nemmeno completamente cattivi. Per svelare questo, la Schwab presenta i suoi personaggi attraverso il tempo, in un continuo scambio tra giovinezza e età adulta, che svela non solo il carattere forgiato ma anche gli avvenimenti che hanno portato al cambiamento. Il tempo scorre, così come la lettura, freneticamente, aumentando l’effetto avvincente che nel complesso ha la storia.

Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo libro, ma in una cosa ha fatto sicuramente centro: sorprendermi! Ho amato l’atmosfera cupa e gotica, il susseguirsi dei fatti e i personaggi. Victor e Eli sono un’accoppiata che ho apprezzato tantissimo, perché sono in continua contrapposizione, ma al tempo stesso uniti da un obiettivo sempre più comune.

Spero di potermi innamorare perdutamente di questa storia con il seguito, che ovviamente aspetto con ansia!