Fin gall. Gli stranieri bianchi che giungono dal Nord. Uno dei diversi modi con cui i vichinghi sono stati definiti, ma mai come ora questo termine assume un significato tanto prezioso. Questo perché intorno al nome ruota la vicenda di un importante tesoro ritrovato su una nave irlandese: una corona che di lì a poco verrà contesa tra i Tre Regni.
Thorgrim Ulfsson non può rimanere indifferente di fronte a una simile bellezza, ma chi ha il diritto di tenerne possesso e il privilegio di poterla indossare? Un oggetto così importante può rendere l’uomo che la indossa il più seguito e temuto di tutti. Il desiderio di prevalere è allettante, tanto da intraprendere una guerra dall’esito incerto.
La storia de “Il tesoro dei fin gall” va gustata con molta attenzione e scrupolosità. Concentrandosi, si può iniziare a sentire sulla pelle il clima freddo dei paesi nordici, le lame cozzare tra loro durante una battaglia, il proprio sangue in gola mischiato a quello dei nemici.
Non è un libro leggero per i contenuti, ma ciò non è affatto un difetto. Nelson ha uno stile di scrittura diretto e preciso, nonostante un sottile velo di delicatezza che mi è sembrato di percepire di tanto in tanto e che ha contribuito a lasciare la storia in bilico tra favola e fatti accaduti, come nei migliori dei miti.
L’ambientazione è una tra le mie preferite degli ultimi anni, chiunque ami la cultura norrena non può non apprezzare questo libro, soprattutto per la fedeltà storica dei dettagli.
Il parterre di personaggi mostrati è ricco di caratterizzazioni singolarmente originali e mai stereotipate, che definiscono con precisione colui di cui si sta parlando.
Il ritmo è costantemente incalzante, fino a lasciare senza fiato per la calcolata frenesia con cui le scene si susseguono fino all’epilogo. Nonostante questo, non si arriva stanchi o affaticati alla fine, ma anzi, bramosi di sapere come proseguirà la saga.
Per questo sono elettrizzata e impaziente per la pubblicazione del secondo libro, che promette avventure incredibili e per niente sottotono rispetto a questo primo capitolo.
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