Review Party: Recensione di “Una romantica estate nella casa dei ricordi” di Helen Pollard



« Mentre scendevo dalla macchina, osservai la pensione, le foglie verdeggianti che si arrampicavano sulle pareti di pietra grigia, la vivacità delle persiane verniciate di azzurro e il pergolato di rose attorno alla porta d’ingresso; poi feci scivolare lo sguardo sul cortile fiancheggiato dai cespugli di lavanda fino alla struttura che ospitava le gîte, un edificio di pietra basso e lungo, color crema, con i tre portoni di legno incorniciati da viti rampicanti.
La Cour des Roses, ai miei occhi, era perfetta. E potevo tranquillamente sopportare l’occasionale incontro imbarazzante pur di restare ferma nei miei propositi e pubblicizzare proprietà come quella. »

Quando una vacanza finisce, si viene avvolti da un velo di malinconia all’idea di tornare alla vita di sempre. Ed è proprio ciò che capita con “Una romantica estate nella casa dei ricordi” di Helen Pollard, capitolo conclusivo della trilogia con protagonista la nostra Emmy, che finalmente affronta il rush finale verso l’agognata felicità.

L’amore tra lei e Alain sta per sbocciare nel vincolo del matrimonio, nulla potrebbe andare più liscio del pensare ai preparativi. Ma non sarà semplice, come di consueto, far coincidere questo agli impegni, le vicende quotidiane e vecchi conti in sospeso.
Cercare di ottenere una vita gioiosa è la meta comune di tutti i personaggi che abbiamo potuto conoscere in questi anni, da Rupert a Madame Dupont alle amiche Ellie  e Sophie. Come se il luogo che li accomuna li spingesse tutti ad affrontare, insieme, il medesimo percorso, per darsi forza, e non darsi per vinti ancora.
La loro energia è il motore pulsante dell’intera storia, da ognuno di loro abbiamo imparato qualcosa e possiamo lasciare la Cour des Roses ricchi di esperienze nuove ed emozioni reali.

La delicatezza dello stile di scrittura della Pollard si conferma un elemento bellissimo per poter raccontare una storia intensa e frenetica come quella di Emmeline.
Dagli eventi negativi ci si può sempre rialzare e reagire, e affrontando il dolore si può trovare una vita migliore di prima. E degna di essere vissuta.

TAPPE:

Review Party: Recensione di “Le reginette. Tre amiche, una sfida” di Clémentine Beauvais

« E quando ci rendiamo conto della magia della bicicletta, tutto quello che lei rappresenta si mescola con noi, e sentiamo al tempo stesso l’aria, la strada con tutte le sue crepe, ogni sobbalzo del più piccolo ingranaggio, e il sangue dentro di noi, pompato a ogni pedalata. E a un tratto è un miracoloso amalgama, una cosa sola e unica, rapida e fremente, e siamo nell’universo come se fossimo stati noi a crearlo. »


Mireille, Astrid e Hakima sono unite da un evento crudele volto a danneggiarle: essere elette Salsicciotti, ovvero le più brutte della scuola. Quando si è giovani le parole hanno un impatto devastante sulla mente, molto più che in età adulta. Le reazioni possono essere tra le più disparate, dall’indifferenza al trauma più totale. Ma è questo che porta le tre ragazzine ad avvicinarsi e conoscersi: per consolarsi, darsi forza a vicenda. Per non abbattersi e reagire con forza nei confronti di chi si ferma all’aspetto fisico, senza andare oltre.

Episodi di questo tipo, si sa, possono anche portare a conseguenze drammatiche: il bullismo è la piaga dell’ambiente scolastico e spesso è difficile se non impossibile individuare il reale responsabile.
Ma ciò che fa la Beauvais con le sue protagoniste è sorprendente e divertente: cedere ai soprusi è come dare l’ennesima vittoria a chi colpisce, e in questo Mireille non vuole certo dare soddisfazione. Di fronte alla solitudine prende in mano la situazione e unisce il trio verso un’avventura che ha come meta Parigi: riuscire ad imbucarsi all’Eliseo del 14 luglio per denunciare l’ennesima ingiustizia.
Sembrerebbe uno scherzo, ma non è così; inforcate le biciclette le tre partono entusiaste, con genuina ingenuità. L’impresa non è per niente semplice, ma loro non si fermano: per la prima volta, si sentono finalmente parte di qualcosa.

È proprio questo il fulcro della storia: il riscatto, inteso come ritornare padrone della propria identità, senza condizionamento da parte di terzi, da chi si sente superiore e in diritto di giudicare.
Mi piace come argomenti tanto delicati vengano affrontati con freschezza e spensieratezza, ma senza sottovalutare e sminuire i problemi.

“Le reginette. Tre amiche, una sfida” è un libro che percorre ogni tipo di emozione e trasforma quelle negative in energia positiva. In un’atmosfera dolce e amara, la scrittrice vuole denunciare, ma senza dirlo chiaramente e senza pretesa alcuna, ciò che purtroppo è sempre più consuetudine. Lo fa senza infierire, spostando l’attenzione su un obiettivo che cambia le ragazze facendole migliorare: non per gli altri, ma solo per sé stesse.

L’opera inevitabilmente ha fatto riaffiorare ricordi spiacevoli della mia esperienza scolastica, ma ho affrontato la cosa con forza e divertimento, grazie a delle compagne di viaggio che, su e giù per i paesaggi francesi, hanno saputo intrattenermi e consolarmi attraverso le risate.