« Mentre scendevo dalla macchina, osservai la pensione, le foglie verdeggianti che si arrampicavano sulle pareti di pietra grigia, la vivacità delle persiane verniciate di azzurro e il pergolato di rose attorno alla porta d’ingresso; poi feci scivolare lo sguardo sul cortile fiancheggiato dai cespugli di lavanda fino alla struttura che ospitava le gîte, un edificio di pietra basso e lungo, color crema, con i tre portoni di legno incorniciati da viti rampicanti.
La Cour des Roses, ai miei occhi, era perfetta. E potevo tranquillamente sopportare l’occasionale incontro imbarazzante pur di restare ferma nei miei propositi e pubblicizzare proprietà come quella. »
Quando una vacanza finisce, si viene avvolti da un velo di malinconia all’idea di tornare alla vita di sempre. Ed è proprio ciò che capita con “Una romantica estate nella casa dei ricordi” di Helen Pollard, capitolo conclusivo della trilogia con protagonista la nostra Emmy, che finalmente affronta il rush finale verso l’agognata felicità.
L’amore tra lei e Alain sta per sbocciare nel vincolo del matrimonio, nulla potrebbe andare più liscio del pensare ai preparativi. Ma non sarà semplice, come di consueto, far coincidere questo agli impegni, le vicende quotidiane e vecchi conti in sospeso.
Cercare di ottenere una vita gioiosa è la meta comune di tutti i personaggi che abbiamo potuto conoscere in questi anni, da Rupert a Madame Dupont alle amiche Ellie e Sophie. Come se il luogo che li accomuna li spingesse tutti ad affrontare, insieme, il medesimo percorso, per darsi forza, e non darsi per vinti ancora.
La loro energia è il motore pulsante dell’intera storia, da ognuno di loro abbiamo imparato qualcosa e possiamo lasciare la Cour des Roses ricchi di esperienze nuove ed emozioni reali.
La delicatezza dello stile di scrittura della Pollard si conferma un elemento bellissimo per poter raccontare una storia intensa e frenetica come quella di Emmeline.
Dagli eventi negativi ci si può sempre rialzare e reagire, e affrontando il dolore si può trovare una vita migliore di prima. E degna di essere vissuta.