« Messer Capponi non urlò.
Lasciò la presa di scatto e arretrò meccanicamente, le pupille sbarrate come se vi fosse stata incisa sopra una parola di stupore.
Uno stupore che nell’anima di Bianca si distorceva a poco a poco, trasformandosi in un inaspettato e quasi brutale senso di libertà. »
La Secretum Saga è tornata.
Bianca de’ Brancacci spia il marito Teofilo Capponi durante una conversazione privata con un uomo, l’ebreo Simeone de Lunell, venuto in possesso di una lettera contenente l’esatta ubicazione di uno straordinario tesoro. La donna non sa perché Teofilo ne sia attratto, ma è sicura del fatto che questo possa condurla alla verità sulla morte del padre. Per scoprire ciò, riesce slealmente a prendere contatto con Tigrinus, che si butta nell’impresa alla ricerca di qualche profitto. Indossata l’identità di Capponi, il ladro parte alla volta di Alghero per venire a capo dell’ennesimo mistero.
Il ritorno nella Firenze del Quattrocento di Simoni è stato divertente e carico di aspettative. Non vedevo l’ora di proseguire con le vicende legate ai personaggi che avevo amato nel primo libro e sono rimasta sorpresa da quanto sia rimasta ancora più coinvolta.
Tigrinus si riconferma un personaggio davvero intrigante, velato da quel fascino tipico di chi ha un passato misterioso, ma vive la vita alla giornata, quasi con leggerezza e schiettezza, nonostante venga coinvolto in qualcosa di più grande di lui.
Bianca si dimostra una donna agguerrita e imprevedibile, che conosciamo meglio in questo secondo capitolo, capace di tutto pur di giungere al proprio obiettivo. Non ha per niente vita facile, ma nemmeno di fronte alla difficoltà più insormontabile si perde d’animo.
Con “Il patto dell’abate nero”, Marcello Simoni si afferma ancora una volta come un abile maestro del genere storico legato agli intrighi di potere. Il tocco magico, immancabile nelle sue trame, risveglia ambientazioni e noti personaggi sopiti sotto il peso del tempo, regalando loro un’identità fresca e contemporanea che si stampa nel cuore dei lettori.
Inutile dire che attendo il prossimo libro con impazienza.