Riflessione: “I libri distillati” di Centauria


Sono disteso su un lettino freddo e duro.
Riesco a malapena a muovermi, mi guardo intorno.
Che ci faccio qui?
Ah, sì. La chiamata. L’intervento.
“Gentile cliente, è stato selezionato per entrare a far parte di un progetto senza precedenti che rappresenterà un grande passo per il genere umano. Si senta fortunato, la pagheremo bene oltretutto. Si presenti domani al suo ospedale di fiducia.”
Non so cosa mi abbia convinto ad imbarcarmi in una situazione del genere. Ma ora sono qui, il chirurgo mi fissa da dietro quell’inquietante mascherina. Prende un bisturi e lo avvicina al mio petto scheletrico. Non sento nulla, ma vedo tutto.
Che diamine sta facendo?
Cerco di aprire la bocca, ma le parole non escono, solo dei mugolii. Strabuzzo gli occhi per attirare la sua attenzione.
Fermate questo pazzo! Mi sta sventrando!
L’infermiera mi guarda sorridente, io ricambio con una smorfia di disgusto.
“Come si sente, caro signore? Non si preoccupi, finito qui sicuramente avrà una sensazione di… leggerezza. Ma sì, cosa se ne farà di tutti quei capillari? Qualche ciglia in meno non intaccherà di certo la vista! Aorta o vena cava, le lascio libera scelta.”
Chiudo gli occhi, mi rassegno. Vorrei solo che fosse un incubo. Il dolore che mi sopraffarà tra qualche ora sarà indescrivibile. Che cosa dirò a mia moglie?
***
« Abbiamo ridotto le pagine non il piacere. »

Per chi ancora non fosse a conoscenza degli ultimi avvenimenti, faccio un passo indietro e ne parlo.

Di tale Centauria e del progetto “Distillati: al cuore del romanzo”. La quale, come unico effetto positivo, è riuscita ad unire l’intera opinione pubblica contro la propria proposta editoriale.

Negli ultimi anni ho assunto un certo atteggiamento, condivisibile o meno, nei confronti di ciò che fa scalpore e dibattito, che mi porta a fare silenzio su alcune questioni. Perché purtroppo, nel bene e nel male, se si parla di qualcosa si dà a quella cosa un’importanza immeritata (se parliamo in negativo). Basta ignorare, e i fallimenti coleranno a picco.

Ma in questo caso, se posso difendere l’identità chiamata “libro”, combatto ed esprimo il mio sdegno.

Si parla di progresso. Per ogni argomento, si punta alla convenienza e alla comodità. L’editoria in questi ultimi anni è una delle protagoniste indiscusse: il digitale sta scavalcando sempre di più il cartaceo.

Quindi, cosa propone il progetto dei libri distillati? Un riassunto dei libri, come anche in passato si è provato a fare?

No.

I libri distillati sono libri tagliati. Privi di parti probabilmente ritenute superflue alla lettura. Così, eliminate.

Il signor Rossi di qui sopra non mi sembra così felice delle sue parti superflue fuori dal corpo. Voi lo sareste?

Tutto questo perché? Perché c’è una fetta di persone che non trova il tempo di leggere.

No, Centauria, non hai capito. Non è così che bisogna andare incontro al pubblico. Se le persone amano leggere, e “leggere” è un’attività a cui tengono nonostante gli impegni, quelle persone troveranno un momento della giornata in cui si siederanno comodamente e leggeranno.

Io per prima ho tanti interessi e impegni, provo nostalgia delle giornate di qualche anno fa passate interamente a gustarmi un libro. Forse ora leggerò meno, ma non scambierei mai questi libri per tutto il tempo del mondo.

Te lo ripeto, persona che hai poco tempo per leggere: i libri distillati non sono libri riassunti. Non sono libri, punto. Non spendere soldi convinto di leggere ed aver guadagnato tempo.

La riflessione che vorrei fare, non è tanto a sfavore della suddetta casa editrice. Come ho già detto, i fallimenti coleranno a picco da soli.

La protagonista indiscussa è la cultura. Secoli e secoli di cultura che improvvisamente si vuole eliminare. Davvero, mettetevi nei panni del protagonista del racconto iniziale, perché è così che i libri selezionati per questa follia si devono sentire: privati di loro stessi.

No, non ne faccio un dramma. Sono solo una ragazza che ama i libri. Distilliamo una squadra di calcio: togliamo il portiere, ci sono già i difensori che proteggono la propria area di gioco. C’è già indignazione per le scene tagliate dei film senza che io stia qui a citare qualcosa.

Leggere non è una moda. Un libro ha bisogno di dedizione e tempo, che piaccia oppure no.

Ci possiamo lamentare dei prezzi sempre più proibitivi, questo sì. Ma non ci sono giustificazioni per un tentativo di approccio alla lettura tanto sbagliato come questo.

Se sei pigro o vuoi leggere solo per farne un vanto, la lettura non fa per te. Un libro, in questo, non può venirti incontro, né tu avere la presunzione di sminuire il lavoro di una persona che ci ha messo passione e tempo per scrivere.

Piuttosto, non avere paura di leggere. Non si fa peccato a trascorrere dei momenti all’interno di un altro mondo e un’altra vita.

Non distillarti ma ubriacati, ubriacati di storie e libri: lasciano emozioni uniche e ci rendono individui migliori.

One thought on “Riflessione: “I libri distillati” di Centauria

  1. Wow bellissima riflessione che non posso che condividere appieno.
    L'ultima frase "non distillarti ma ubriacati, ubriacati di storie e libri"….che dire, non potevi trovare parole più azzeccate!

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